Inutile avere i granai pieni se hai il cuore vuoto

A cosa serve riempire i granai se poi dentro abbiamo nulla in termini di cuore e di affetti? Significa avere sbagliato del tutto gli obiettivi

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?” (Luca 12,16-21)

È la parabola più complicata. È un racconto con cui Gesù mette ciascuno di noi con le spalle al muro, rovesciando completamente i nostri modi di pensare.

Eh sì, perché tutti noi cerchiamo sicurezza, tranquillità: c’è chi la cerca con i soldi; chi con la salute (basta che c’è la salute…); chi con la casa di proprietà; chi si affida a sostanze che gli garantiscano di non pensare troppo, chi al potere per il potere, per dimostrare che lui è capace e gli altri no…

La fatica per i granai

Foto: NikolayF / Pixabay

E una tale ricerca affannosa costa fatica, impegno, rinunce. Per arrivare a riempire quel granaio chissà quanto lavoro, quanti sacrifici aveva fatto quell’uomo; quante nottate,  a quanti momenti di gioia con la sua famiglia aveva rinunciato, a quante letture, a quante passeggiate con i figli….  Chissà quante volte si era giustificato con la moglie e con gli altri familiari, con i figli, con gli amici… “Devo lavorare, non ho tempo, qui non si scherza mica…”.

Aveva costruito tutto sul suo lavoro, che gli dava soddisfazione: lavorava per lavorare, perdendo di vista invece il fine ultimo del lavoro, quello di contribuire al benessere di tutti.

Il suo sforzo gigantesco, che lo porta finalmente ad essere soddisfatto, si misura in quintali, in peso, in sostanze. Niente più, niente affetti, niente amore, niente sogni, niente costruzione di un futuro comune, niente solidarietà… soltanto lavoro, lavoro, lavoro.

Povero deficiente

Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Questo spiega il commento di Gesù, rivolto a tutti noi: in riferimento alla triste storia dell’uomo che dopo aver fatto tanto, fino a riempire il granaio e a doverne costruire un altro per ricoverare tutto il suo grano faticosamente accumulato, ed è ormai convinto di aver raggiunto la tranquillità (anima mia, riposati…)  muore nella notte.

Gesù non lo compiange, anzi, lo rimprovera. Non dice “poveraccio, che triste sorte” ma dice “stolto!”; deficie’! direbbero i ragazzi.

Possibile che non hai capito niente, che hai sbagliato completamente gli obiettivi da raggiungere per essere felice? Possibile che tu non abbia capito che ci sono cose più importanti dei soldi, del potere, della salute? Puoi essere la persona più sana e più ricca del mondo ma se non hai qualcuno che ti vuole bene che razza di vita farai?

È l’eredità di affetti il nostro patrimonio più importante.