Chiusa la call di Invitalia per attrarre gli investimenti internazionali sul nord della provincia di Frosinone. Dieci le risposte. Ma ancora non si sa il volume d'affari delle imprese interessate.
O è Dubai o è un flop. Non ci sono vie di mezzo. Sono state dieci le imprese che hanno risposto alla call di Invitalia, l’agenzia nazionale che si occupa di attirare gli investimenti dall’estero. Nei mesi scorsi ha lanciato una call, cioè una chiamata, segnalando agli investitori di tutto il mondo che potrebbe esserci una buona occasione in Italia, in provincia di Frosinone, nel territorio dell’Area di Crisi Complessa.
A quella call hanno risposto in dieci. Ma nessuno sa ancora se siano dieci multinazionali oppure dieci imprese familiari. Nel primo caso diventeremo una piccola Dubai, nel secondo caso la call è stata un flop.
Sarà fondamentale ora capire i volumi di affar delle dieci imprese disposte ad investire in provincia di Frosinone. Lo si scoprirà una volta realizzati gli avvisi pubblici: la call infatti serve essenzialmente per comprendere l’attrattività del territorio.
Un dato può aiutare a comprendere meglio la situazione: la call del 2013 con cui Invitalia informò gli investitori internazionali che sulla provincia di Frosinone era attivo l’Accordo di Programma, registrò 130 manifestazioni di interesse entro le 10 di oggi. Ma ben 125 arrivavano da ditte unipersonali che nulla potevano portare al territorio.
A COSA SERVE LA CALL
La call, aperta ad investitori stranieri ma anche a quelli italiani, serve a Invitalia per capire le esigenze delle aziende che vogliono investire. Questo permette all’agenzia di creare un bando che non si discosti troppo da quelle che possono essere le esigenze delle realtà produttive intenzionate ad investire nel nostro territorio.
Le aziende intenzionate ad investire potrebbero aumentare quando uscirà il bando. Allo stesso modo, chi ha presentato un progetto nella fase della call potrebbe tirarsi indietro.
O è Dubai o è un flop
