Io sono con voi… se uscite dalla comfort zone

Bisogna avere il coraggio di uscire dalla comfort zone per scoprire che oltre la nostra comodità c'è un mondo più faticoso. Ma migliore

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono

io sono con voi tutti i giorni

Mt 28,16-20

Ancora una volta i vangeli ci ripropongono la questione del riconoscimento di Gesù da parte dei suoi discepoli. Insistono così tanto su questa difficoltà da parte di Pietro e dei suoi che c’è da domandarsi se effettivamente non sia una delle principali questioni del rapporto degli uomini con Gesù.

Pur frequentandolo, pur ascoltandolo, spesso non lo riconoscono, si ingannano, non riescono a comprendere chi sia davvero. Lo scambiano per un fantasma, per uno spirito, tanto che Gesù è costretto a farsi infilare dita nel costato, a mangiare pesce insieme a loro.

L’immagine e la realtà

Il dubbio di San Tommaso (Caravaggio – Bildengalerie – Potsdam)

Insomma, pur avendo vissuto con lui non gli credono, o meglio, credono soltanto a quello che vogliono credere. È come se dentro ciascuno di noi, che pur diciamo di credere in Cristo, emerga una nostra idea di Gesù, che però non corrisponde a quella vera.

È il Gesù che noi vorremmo, che noi immaginiamo. Magari pronto a soddisfare le nostre esigenze, pronto a confermare le nostre idee, a confortarci, stabilendo che noi siamo nel giusto, non gli altri. È come se Gesù fosse al nostro servizio per farci stare in quella che gli inglesi definiscono comfort zone, che noi chiamiamo più semplicemente tranquillità.

Non è quello a cui tutti aspiriamo?  Vorrei una vita tranquilla, senza impicci, senza noie… Così lo veneriamo, andiamo in chiesa, preghiamo anche con le sue parole ma possiamo cadere nell’inganno di non riconoscerlo perché se lo conoscessimo davvero e dicessimo di volergli bene allora dovremmo seguire le sue indicazioni, i comandamenti come lui li chiama. Non dovremmo starcene tranquilli sul divano, ma dovremmo agitarci fin quando ci sono uomini in difficoltà, ingiustizie non risolte, innocenti perseguitati…

Sono con voi se…

La fibbia in uso alle SS

Insomma chiunque crede in Gesù dovrebbe comportarsi come lui. E invece noi distinguiamo attentamente tra quello che ci fa comodo e quello invece che non ci è gradito, fra le cose che lui dice.

In tanti passi della Bibbia, troviamo tentativi di strumentalizzare la parola di Dio, addirittura di modificarla, sezionarla secondo i propri comodi, fino a servirsene, addirittura, per fare del male agli altri. Valga per tutti l’iscrizione sui cinturoni delle SS: Gott mit uns, il Dio con noi, nome che Isaia dà al figlio della Vergine, l’Emmanuele.

Per questo non riconosciamo Gesù, perché è difficile camminare con lui, parlare come lui, amare come lui, guarire come lui. Perché ci lasciamo convincere che ci sono cose più convenienti, che ci possono consentire di essere ricchi, potenti. E così non rispettiamo regole, diritti; minacciamo, violentiamo, cementifichiamo, dimenticando le parole di Gesù, che pure diciamo di amare.

In tal modo testimoniamo esattamente il contrario di ciò che Gesù chiede ai suoi discepoli. Sprofondiamo sul divano e al massimo scriviamo un post su Facebook. Ma anche in questa pochezza spirituale non dobbiamo scoraggiarci. Abbiamo la sua promessa: Io sono con voi, nonostante tutte le nostre sciocchezze e le nostre stupidità, la nostra arroganza, la nostra supponenza.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti). 

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)