L’eretica Vittoria evita il rogo: lascia la maggioranza

Il consigliere Maggiarra si dimette dalla presidenza della commissione Bilancio. E passa con l'opposizione. Proprio prima che a metterla fuori fosse il sindaco. Uno scontro iniziato nei mesi scorsi. Culminato con la richiesta di annullamento per decine di delibere.

Quando i suoi emissari le hanno comunicato che qualche boscaiolo di fiducia del sindaco Antonio Fargiorio da giorni stava raccogliendo legna secca sui monti Aurunci – lato Formia e Compodimele – per accendere un gran falò in piazza Incoronazione, ha preferito con un pizzico di scaltrezza e lungimiranza farsi da parte.

All’avvocato Vittoria Maggiarra l’etichetta di essere diventata un’eretica, una novella Giovanna D’Arco in salsa itrana non è mai piaciuta. Ma l’altra sera è stata lei a rimuovere la legna raccolta ed accantonata davanti al palazzo municipale di Itri. Idealmente, ca va sans dire. Non è tempo di falò – c’è tempo per accendere quelli in onore di San Giuseppe il 19 marzo prossimo – e la ribelle consigliera di maggioranza, ormai ex,  ha deciso di salutare definitivamente la coalizione in cui era stata eletta nella primavera di due anni e mezzo fa.

Il sindaco Antonio Fargiorgio con Vittoria Maggiarra

L’occasione è stata il consiglio comunale dove la maggioranza Fargiorgio, sempre più risicata sul piano numerico, era pronta con un plateale gesto politico a metterla politicamente al rogo.

E invece l’ex praticante del sindaco-avvocato di Itri la sua vendetta l’ha consumata a modo proprio: votando contro l’assestamento di Bilancio e dimettendosi da presidente della Commissione consiliare Bilancio, Patrimonio e Attività Produttive.

Un disagio che viene da lontano

Quella della Maggiarra è stata una scelta prevedibile anche se non scontata. Da mesi, dopo che le erano state revocate e mai restituite le deleghe agli Affari Generali, personale e contenzioso, era diventata una spina nel fianco della maggioranza

L’ultima puntura è stata due settimane fa. Munita di un parere del dipartimento Enti Locali del Ministero dell’Interno, aveva chiesto al segretario generale del comune di Itri di revocare tutte le delibere adottate dal 14 ottobre in poi dalla Giunta municipale.

Il motivo è noto: quel giorno il vice-sindaco ed assessore ai Servizi Sociali, Andrea Di Biase (Forza Italia) dimettendosi dall’incarico di consigliere comunale, decadeva di fatto anche da quello di componente della Giunta. Vittoria Maggiarra chiedeva che il sindaco Antonio Fargiorgio 1) prendesse atto delle dimissioni da consigliere, 2) revocasse al fazzoniano Di Biase la nomina ad assessore, 3) emettesse un nuovo decreto di nomina ma come assessore esterno.

Il primo cittadino ha sempre sostenuto che non servisse un secondo decreto di nomina per Di Biase. E che la sua ex praticante di studio non stesse interpretando in manera corretta il parere fornito dal Viminale.

Le spine nel fianco
Antonio Fargiorgio © Enrico Duratorre

La novella Giovanna d’Arco itrana non è politicamente gestibile da tempo. Da quando si è trovato pronto l’ordine del giorno della commissione Bilancio (di cui era presidente) con una maxi variazione per dirottare oltre 100mila euro dalla manutenzione dell’asilo nido agli interventi per potenziare la pubblica illuminazione e la video sorveglianza. (leggi qui Lo stop in Commissione rischia di incendiare la maggioranza di Itri).

Poi aveva denunciato una perdita di ben 57 mila euro per la gestione della farmacia comunale. Aveva riscontrato alcune “opacità” nella gestione dell’asilo nido soprattutto in occasione della pubblicazione del bando per il suo affidamento.

Ora la consigliera Maggiarra si è considerata “finalmente libera” grazie alla fuoriuscita da “un’arrogante maggioranza politico-amministrativa che non mi appartiene, da uno schieramento serrato in cui non mi riconosco”.

Ha annunciato “piena autonomia ed indipendenza in consiglio comunale. Mi consentiranno di sostenere i buoni progetti per la nostra comunità. Ma anche di essere estremamente critica laddove ce ne sarà bisogno. In questo modo riuscirò anche a liberarmi da un forte senso di disagio che mi pervade; sto parlando di quel disagio che si prova quando la dignità della persona, prima ancora di quella del consigliere comunale, viene incisa e mortificata.

Il vulnus
Andrea Di Biase © Enrico Duratorre

Intanto la consigliera Maggiarra ha chiesto un approfondimento sulla permanenza in Giunta dell’architetto Di Biase dopo le dimissioni da consigliere comunale. Nel frattempo è stata formalizzata la surroga con il primo dei non eletti, Nicola Di Fazio. Maggiarra teme che questo “vulnus” possa provocare altri danni.

A suo dire “la produzione di atti e delle deliberazione dell’attuale Giunta municipale può inficiare tutta l’attività politico amministrativa posta in essere. Con riflessi diretti ed indiretti sullo stesso Bilancio comunale”.

Sul piano politico il sindaco Fargiorgio è convinto di dover rafforzare gli ormeggi. La maggioranza consiliare fa affidamento ora su nove consiglieri, soltanto due in più dell’opposizione. Salita a sette dopo avere accolto l’ex vice-sindaco e assessore  alla cultura Paola Soscia. E ora anche la “ribelle” avvocato Maggiarra.

La mozione di fiducia è numericamente improponibile ma sul piano politico è realizzabile. Soprattutto se dovesse andare in porto l’azione di convincimento nei confronti dell’ex assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Ciccone. Non è più sceso dal suo Aventino. C’è salito da quando ha subito la revoca delle sue deleghe (a favore di un’altra forzista doc, Serena Ciccarelli, vicinissima alle posizioni del consigliere regionale Pino Simeone.

La consigliera-avvocato Maggiarra, invece, è passata al contrattacco. Altro che rogo in piazza Incoronazione…