La Asl di Frosinone non aspetta: “Riorganizziamo il Pronto Soccorso”

La Asl di Frosinone scavalca i problemi di bilancio della Regione. E vara i lavori per rifare il Pronto Soccorso. Sono già partiti. Cambia il modello. Risolverà molti dei punti critici. E non ci sarà bisogno dei posti presi in affitto nelle cliniche romane

La voragine nei conti della Sanità? Mette a rischio molti progetti nel Lazio. Ma non quello per l’ampliamento del Pronto Soccorso di Frosinone. La Asl lo realizzerà con risorse proprie. Evitando le paludi dei 22,3 miliardi di debito accertato dalla nuova amministrazione regionale di Francesco Rocca. E dribblando anche i 218 milioni di disavanzo sanitario destinati a far saltare molti piani delle Aziende Sanitarie. (Leggi qui: La voragine nella Sanità che fa rischiare Frosinone).

Non basta. Frosinone ha trovato la strada per evitare anche la manovra svuota letti, non avrà bisogno dei posti affittati nelle cliniche romane: la soluzione individuata in Ciociaria va nella direzione opposta a quella scelta dalla Regione Lazio. (Leggi qui: Rocca affitta 350 posti letto dalle cliniche. E leggi anche La beffa dei posti letto affittati nelle cliniche).

Il piano nasce dalla fredda osservazione della realtà aziendale di Frosinone. Che non poteva andar più avanti.

Analisi, pensiero e azione

Accade allora che nell’azienda sanitaria di Frosinone si mettano intorno ad un tavolino il Direttore generale, il Direttore sanitario e la Direttrice amministrativa. Le risorse ci sono e vengono messe sul piatto, gli spazi anche. Sono sfruttati male. In una maniera che definire poco razionale significa usare un eufemismo. È la prima cosa che nota nei mesi scorsi il Dg Angelo Aliquò appena messo piede nella Asl di Frosinone.

Se ne accorge con cognizione di causa. Aliquò è laureato in architettura ed iscritto al relativo ordine, da oltre un ventennio è nella sanità e conosce la macchina alla perfezione: sa come deve essere organizzata e quali spazi deve avere. Il Ds Luca Casertano è un medico, ma se la cava molto bene con i numeri: sono proprio Aliquò e Casertano a mettere mano alle planimetrie, segnare i muri da abbattere, disegnare quelli che vanno alzati.

Coinvolgono gli uffici ed i professionisti dell’azienda. In pratica: il progetto di massima nasce tutto in house. Il tutto ricordando anche che non si possono fare i lavori come se fosse un normale cantiere: perché un Pronto Soccorso non è una fabbrica ma un luogo di cura e sofferenza.

I conti a Frosinone quadrano

L’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone (Foto: Archivio Zeppieri)

Dopo riunioni ed analisi i conti quadrano, i progetti hanno il via libera dei tecnici. Ed iniziano i lavori. L’ospedale di Frosinone, struttura bella ed anche moderna, nel suo reparto d’emergenza ha presentato da sempre enormi criticità, acuite poi dal Covid. I percorsi differenziati e l’aumento dell’afflusso, non hanno fatto altro che mettere ancor più in luce i problemi.

Uno su tutti? Laddove arriva l’ambulanza (la cosiddetta camera calda), i barellieri ed i medici si trovano a dover fare un vero e proprio percorso ad ostacoli; specialmente se il paziente è grave e deve essere portato nella “Sala Rossa, quella in cui vengono trattati i pazienti con codici severi o addirittura in fin di vita.

Pochi metri, slalom tra barelle, che impediscono ai sanitari di trattare in maniera adeguata chi ha bisogno di ogni secondo per essere salvato. Il tutto in un ambiente in cui i pazienti sono la maggior parte delle volte nei corridoi, con a pochi metri i parenti e gli altri pazienti meno gravi in attesa. Una situazione non più sostenibile a cui mettere mano al più presto.

Giù i muri, basta slalom nel Pronto Soccorso

Il cantiere aperto nella Asl

Il piano è già in fase di compimento, i lavori sono già in corso e riguardano tutte quelle cose di cui abbiamo appena parlato. Si parte dall’ingresso, dalla camera calda. Da lì, facendo qualche metro, ci si trovava di fronte un muro, era quello di una scatola fatta di sette ambienti: il progetto Aliquò razionalizza ed il muro viene buttato giù, nasce un open space: benvenuti nella nuova Sala rossa. Presente il Pronto Soccorso dei film americani?

Fino a dieci letti, divisi da tendoni, in cui il paziente grave arriva direttamente e può essere trattato. Si risparmia tempo ed i sanitari possono intervenire subito. Dove c’era la sala rossa, alla sinistra dell’ingresso dopo il corridoio e lo slalom, vengono attivati letti di Osservazione Breve Intensiva: cioè i posti per chi ha superato la fase critica e deve essere monitorato, in attesa di un posto nel reparto o di decidere se può tornare a casa.

Foto © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Tutti i letti lì sono collegati a macchinari e monitor, dove l’infermiere seduto all’ingresso può monitorare la situazione. Quelli sono i posti di chi ce l’ha fatta e di chi è in attesa di sapere come risponde alle cure, le persone gravi che devono essere sotto stretto monitoraggio medico.

Le barelle in attesa non saranno più nei corridoi: a destra, dove aspettavano i pazienti meno gravi, verranno collocate le persone in lettiga, a ridosso del Triage avanzato dove possono anche essere monitorati. Oltre la nuova sala rossa, in fondo, un’altra quindicina di posti letto di osservazione: qui andranno i pazienti meno gravi, ma che hanno bisogno di essere osservati, oltre altri pazienti intensivi da monitorare.  “Un piano che ha coinvolto tutta la Asl – conferma il Dg Angelo Aliquòperché ci sono le idee ed i progetti, ma poi devono essere messi in pratica e l’ufficio tecnico è stato davvero in gamba“.

L’applicazione del piano “C.a.r.e.”

Foto © Parentingupstream

Il tutto applicando un manuale, quello che si chiama C.a.r.e., che in inglese vuol dire “curae non riguarda solo la cura medica, ma anche e soprattutto l’umanizzazione. Sì, perché nel piano c’è anche una sezione dedicata ai parenti dei pazienti e al rapporto tra questi ultimi ed i sanitari. Chi attende finora lo faceva all’esterno, talvolta intralciando l’arrivo delle ambulanze, ora avrà un’area dedicata. Ricordate i prefabbricati arrivati in piena emergenza Covid? Non vengono smantellati. Al loro interno ci sarà una grande area di attesa, con distributori automatici, punto informativo in cui chiedere conto dei pazienti all’interno ed il posto di polizia.

L’applicazione del piano si è anche avvalso di un momento preliminare di confronto e di analisi statistica, in cui sono emersi due fattori: il rapporto tra pazienti ed operatori è positivo. Nella maggior parte dei casi, circa l’80% la comunicazione tra sanitari, pazienti e loro parenti funziona. Ciò che non funzionava, e non di poco, circa per il 90% degli intervistati era l’aspetto strutturale: la comunicazione non poteva essere perfetta a causa di barriere infrastrutturali; non c’era un’area adeguata per comunicare brutte notizie e nulla era presente che potesse aiutare i familiari ad ingannare l’attesa, anche solo un monitor con dei filmati.

Coronavirus, medici davanti all’ospedale Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Il tutto perché è vero che i Pronto Soccorso non vanno affollati da persone che non sono pazienti. Ma è altrettanto doveroso fornire a chi aspetta luoghi adeguati e sicuri. Ed i sanitari? A volte, troppo spesso, sono loro le vittime in questa situazione. È per questo che nel piano, la direzione strategica, ha deciso di ampliare il canale di dialogo con medici, infermieri, oss e tutti coloro i quali lavorano nell’emergenza, ascoltando le esigenze e, ove possibile, renderle realtà.

La nostra – ha affermato ancora il Direttore Angelo Aliquòè una visione logica, quella di chi sa come funzionano le aree di emergenza. Non c’è nulla di innovativo, ma solo la consapevolezza di poter realizzare qualcosa di buono ed è ciò che tutta l’azienda sta provando a fare“.

E partono i cantieri del Pnrr

Tutto ciò in un periodo in cui stanno per partire decine di cantieri in tutta la Asl di Frosinone. Dal capoluogo a Cassino, passando per Sora, Alatri, Anagni e Pontecorvo. E con essi tutte quelle strutture che l’allora assessore Alessio D’Amato, annunciò che sarebbero diventate case di comunità ed ospedali di comunità, grazie ai fondi del PNRR.

Quelle slide che D’Amato e l’allora DG Pierpaola D’Alessandro presentarono alla stampa, tra qualche giorno saranno realtà. Il Direttore Generale Aliquò sta inviando in queste ore una serie di lettere ai sindaci dei comuni ciociari coinvolti dalle strutture, l’oggetto recita: Interventi di edilizia sanitaria previsti dal Pnrr. Ogni sindaco ha avuto la scheda dei lavori e la data di partenza. Regione Lazio ed Invitalia hanno individuato le imprese che faranno partire i lavori per adeguare le strutture al piano con cui sono arrivati i fondi da Bruxelles. Nessuna bacchetta magica, ma solo l’attuazione dei piani: i problemi c’erano, ci sono e ci saranno. La differenza però la fa la visione che si mette per affrontarli.