La bandiera antifascista delle Sardine sventola su piazza San Giovanni

Le Sardine fanno centro anche a Roma: 35mila in piazza San Giovanni. "Chi ragiona non abbocca". registrato il marchio. Dagli under agli over, presenti anche i quarantenni. Zingaretti: "Cambiamo assieme l'Italia"

Camilla de Tourtrissac

Tagliacucitrice con gusto

Tanti under e tanti over. È il popolo che la politica ha dimenticato per troppo tempo a riprendersi piazza San Giovanni a Roma. Trentacinquemila dirà poi la questura: serebbe stato un trionfo anche se fossero stati la metà o appena un terzo. Perché a dare vita alla grande adunata delle sardine a Roma sono stati tantissimi under, quei ragazzini che frettolosamente sono stati catalogati come apatici e disinteressati. Con loro tantissimi over, gente passata attraverso gli Anni di Piombo ed il Reflusso, il crollo della I Repubblica e la resurrezione dei Partiti: quelli che hanno visto tutto e un’illusione non l’ha più: ma poi ha scoperto che è peggio starsene a casa lasciando agli altri il compito di decidere. Soprattutto, si sono iniziati a rivedere i quarantenni: i delusi per definizione, la generazione che ha visto chiudere le fabbriche nelle quali i genitori avevano trovato la sicurezza, rimasti senza nulla che li rappresentasse.

Chi ragiona non abbocca

Il Movimento delle Sardine a Roma © Imagoeconomica

È un popolo colorato quello che lentamente ha riempito il centro di Roma con “anticorpi della democrazia“, come dicono su magliette e cartelloni. Nessuna bandiera di Partito, nessun palco al centro. Il simbolo delle manifestazioni spontanee è da sempre il camioncino: è lì su un cassone con amplificatore alla maniera degli street corner inglesi che la voce dello speaker annuncia “Abbiamo deciso di riprenderci la piazza antifascista di San Giovanni”. È sempre da lì che Mattia Santori il leader ragazzino arrivato dal nulla, dice “Chi ragiona non abbocca. Abbiamo dimostrato che esistono ancora persone che sanno distinguere la politica dal marketing”.

Il resto è tutto un Bella Ciao e Inno di Mameli. Integrazione e antifascismo. In piazza San Giovanni torna Antonio Gramsci con la sua lettera “Odio gli indifferenti“: diventa il manifesto della piazza quando a leggere quei passaggi scritti dal carcere fascista la presidente dell’Anpi Carla Nespolo. “E’ stata la voce dei giovani a riportarci a un presente di speranza e di lotta”. Il boato esplode qusndo aggiunge “Le partigiane e i partigiani sono con voi. La Costituzione italiana non e’ afascista. E’ antifascista”.

L’atto di ribellione

Suona come un atto di ribellione ciò che fino a pochi anni fa era un’evidenza. “Non e’ per caso che gli eletti debbano giurare sulla costituzione. Non è lecito a nessuno essere razzista e antisemita. Tocca a noi con i nostri applausi ma soprattutto con il pensiero e le parole diventare come dice Liliana Segre, le sentinelle della memoria. Cari ragazzi riappropriatevi del vostro futuro“.

Parla di un mondo dove il pensiero conta più dei selfie. Tra un Bella Ciao e l’altro arriva la voce di Ibras: “Sicuramente noi non piaceremo a Salvini e Meloni: perche’ io sono Ibras, sono una donna, sono musulmana e sono figlia di palestinesi”, grida. È chiaro a tutti che si riferisca a Giorgia Meloni. E aggiunge: “A tutti coloro che vogliono riaprire la pagine nere del passato dico: non ve lo permetteremo mai“.

Sul palco sale il medico di Lampedusa diventato Parlamentare Europeo del Pd Pietro Bartòlo. “L’Italia siamo noi – dice – l’Italia che vuole che nessuno resti indietro”. Indice puntato contro “le politiche dell’odio e della paura e le bugie propinate sull’immigrazione”. 

Obiettivo raggiunto

Mattia Santori © Imagoeconomica

L’idea era riempire la piazza e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto“, dice il leader delle sardine Mattia Santori. Rivela che nemmeno loro, le sardine, immaginavano di essere così tante. Le forze dell’ordine invece avevano intuito come sarebbe andata. “Noi avevamo chiesto piazza del Popolo. Il questore ci ha chiesto di venire qua perche sapevano loro che ci sarebbe stata un’affluenza molto alta“.

Il timore è quello delle infiltrazioni. Che qualcuno possa appropriarsi della genuinità di un movimento che è nato in maniera spontanea dal basso. Mattia Santori rassicura “Abbiamo registrato il marchio delle sardine di Bologna per evitare che sia strumentalizzato non per fare politica. E’ chiaro che nessuno puo’ usare il marchio delle sardine per fare politica“.

Sono sei i punti chiave delle Sardine. 1. Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a lavorare. 2. Che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali. 3. Pretendiamo trasparenza dell’uso che la politica fa dei social network. 4. Pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca tutto questo nostro sforzo in messaggi fedeli ai fatti. 5. Che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica. 6. Abrogare il decreto sicurezza. È l’esatto contrario di ciò che ha fatto Matteo Salvini quando è diventato ministro dell’Interno.

L’orgoglio di Zingaretti

È un vento di riscossa quello che si respira a Roma. Simile a quello che diede il via alla grande marcia di Nicola Zingaretti verso la Segreteria del Partito.

Il Governatore del Lazio scrive su Facebook la sua soddisfazione. “Grazie per aver reso Roma cosi’ bella, per la passione che ci mettete, per chiedere con tanta forza un’idea di politica inclusiva e sana. Belle le proposte che avete lanciato, faremo di tutto per metterle in atto ed essere all’altezza del vostro impegno. Cambiamola insieme, la nostra bella Italia #RomaNonAbbocca #Sardine“. 

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