La bandiera sul campanile. Ora Frosinone “pesa”

La Asl di Frosinone si è trasformata nei mesi della pandemia. E ora è un 'caso scuola' per la Bocconi. Fazzone manda un segnale chiaro sulla sfida per le Comunali di Frosinone. Dalle quali dipenderà molto del futuro. Intanto il M5S diserta le Comunali: spariti del tutto

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Investimenti per 41 milioni di euro per la sanità ciociara, potenziamento della rete territoriale ed ospedale di Frosinone verso il Dea di secondo livello. Lo ha promesso l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, spiegando: «Qui parliamo di un’azione concreta subito. Di un piano di investimenti per la provincia di Frosinone. Del raddoppio degli spazi di oncologia ed ematologia, che significa raddoppio degli interventi qui a Frosinone, con gente che non deve più spostarsi verso Roma. Del raddoppio delle reti di emergenza con 10 posti letto in più in terapia intensiva e 20 in più di sub intensiva all’ospedale di Frosinone e 14 in più in sub intensiva a Cassino».

L’assessore regionale Alessio D’Amato e la DG Pierpaola D’Alessandro

La pandemia è in corso ormai da diciannove mesi in provincia di Frosinone. Ma se c’è un settore che ha ribaltato perfino la propria “percezione”, è quello della sanità pubblica. Nel momento della massima emergenza è tornato centrale. All’inizio gettando il cuore oltre l’ostacolo, poi programmando. E adesso i dati sulla vaccinazione, ma anche quelli sulla gestione dei ricoveri e di tutto il resto, dicono che l’Azienda Sanitaria di Frosinone è tra le eccellenze.

Il 20 settembre prossimo a Milano, presso la school of management della Bocconi, Pierpaola D’Alessandro, direttore generale della Asl di Frosinone, interverrà ad una tavola rotonda organizzata dal Dasp, che è la community di tutti i manager nazionali delle Aziende Sanitarie pubbliche. Ha scritto la D’Alessandro sul profilo Linkedin: «Grande opportunità per crescere, confrontarsi e presentare il nostro grande sforzo, da piccoli fra i grandi». (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: lunedì 6 settembre 2021).

Piccoli fra i grandi: il punto è proprio questo. La pandemia da Covid-19 è stato un test terribile per tutti. La Asl di Frosinone lo ha superato, riportando al centro la sanità pubblica. Ma in tutti questi diciannove mesi la politica locale è sembrata non accorgersene. Nel senso di una condivisione vera e sostanziale.

A Frosinone la madre di tutte le battaglie politiche

Claudio Fazzone e Francesco De Angelis

Il mantra che mancano nove mesi alle elezioni comunali di Frosinone lascia il tempo che trova. Perché tutti, nessuno escluso, si stanno muovendo come se ci fossero domani. Lo dimostra l’interesse dei big. Il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone ha anticipato che gli “azzurri” rivendicheranno la candidatura a sindaco. È un segnale. Intanto agli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia. Ma anche ai livelli superiori del Partito. (Leggi qui «A Frosinone rivendicheremo la candidatura»).

Francesco De Angelis, leader storico del Pd, ha detto che nel centrosinistra verranno celebrate le primarie per scegliere il candidato. Facendo capire che dovranno essere coinvolte le liste civiche. De Angelis sa che Frosinone è la “chiave” per provare a “cambiare verso” alla politica provinciale. Ci riuscì quando propose Domenico Marzi tanti anni fa, ribaltando la coalizione. Ora vuole provare lo stesso schema.

Ma neppure il sindaco Nicola Ottaviani, coordinatore provinciale della Lega, starà a guardare. Non potrà essere ricandidato lui, ma vuole disegnare la coalizione di centrodestra e ottenere il via libera delle segreterie regionali dei Partiti alle primarie.

E Massimo Ruspandini, senatore e commissario provinciale di Fratelli d’Italia, ha lanciato un messaggio chiaro con l’adesione di Fabio Tagliaferri al Partito di Giorgia Meloni.

In questo momento sono tutti concentrati su Alatri e Sora, ma dal 4 ottobre in poi inizierà un’altra partita. E dall’esito delle comunali di Frosinone dipenderanno anche alcune dinamiche relative alle candidature a Senato, Camera e Regione. Ne sono tutti consapevoli. È per questo che da un lato i leader si sbilanciano e dall’altro cercano poi di tenere un profilo basso. Ma la posta in palio ormai è venuta allo scoperto. Saranno nove mesi di strategie e forse perfino di colpi bassi.

In questo senso riflettori accesi pure sulle dinamiche del consiglio comunale. Attenzione alle votazioni e ai possibili, ulteriori, scomponimenti dei gruppi consiliari. Solitamente anticipano gli scenari del futuro prossimo. È successo nella fase finale del secondo mandato di Domenico Marzi. È successo agli sgoccioli della consiliatura di Michele Marini. Può succedere anche al termine dell’era caratterizzata da Nicola Ottaviani. E capiremo presto se le tante assenze nelle file della maggioranza dell’ultima seduta consiliare hanno rappresentato un passaggio a vuoto sporadico oppure se sono il segnale di mutamenti di scenario. E perfino di collocazione. (Leggi qui Pizzutelli attacca: “Da Ottaviani segnali di debolezza”).

Il paradosso del Movimento Cinque Stelle

L’onorevole Enrica Segneri in settimana ha festeggiato il compleanno

In un articolo sull’Huffington Post Gabriella Cerami definisce il Movimento Cinque Stelle “il grande scomparso delle comunali”. E scrive: «Un debutto che non è un debutto. Il logo “Movimento 2050”, presentato come la grande novità, come il nuovo inizio targato Giuseppe Conte, lo si vedrà molto poco sulle schede elettorali delle amministrative di ottobre. Pochi i Comuni dove i grillini hanno depositato la loro lista con il simbolo M5S. In alcuni casi sono poi annacquati e dispersi all’interno di liste civiche. E nella grande maggioranza dei territori, che vanno al voto, i pentastellati sono spariti del tutto».

In provincia di Frosinone i Cinque Stelle sono presenti con il loro simbolo in due Comuni (su 24): a Sora (candidata a sindaco Valeria Di Folco) e a Casalattico (candidato a sindaco Pier Angelo Morelli). Va dato atto ai pentastellati di questi due Comuni dell’impegno e del coraggio di volersi misurare sul campo. Con un simbolo che è proiettato nel futuro (2050).

Per il resto però una riflessione s’impone. Probabilmente Giuseppe Conte teme un flop storico alle amministrative.

Ma la domanda è: perché in tutti questi anni quasi da nessuna parte si è provato a radicare il Movimento nei territori? Il discorso vale anche per la Ciociaria, dove il Movimento ha eletto 3 parlamentari (Ilaria Fontana, Luca Frusone, Enrica Segneri) e un consigliere regionale (Loreto Marcelli).

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