La beffa dei posti letto affittati nelle cliniche

La beffa dei 350 posti letto presi in affitto dalle cliniche per svuotare i Pronto Soccorso. Il provvedimento vale solo per le Asl di Roma e Provincia. Nelle province del Lazio tutto resta come prima

Ha il sapore della beffa l’operazione portata avanti nei giorni scorsi dalla Regione Lazio. Quella che porterà i cittadini del Lazio a spendere 22 milioni e 900 mila euro per affittare 350 posti letto nelle cliniche private. È il piano per decongestionare i Pronto Soccorso, saturi per il fallimento della medicina di territorio: ci finisce di tutto, da chi arriva con l’anima già tra i denti a chi ha bisogno di una semplice aspirina. Non possono funzionare. Un piano varato nei giorni scorsi e che prende il via in queste ore. (Leggi qui: Rocca affitta 350 posti letto dalle cliniche).

La beffa non sta nel fatto che circa la metà dei 22,9 milioni dei contribuenti andranno nelle casse del gruppo Angelucci, cioè il posto dove prima di essere eletto Francesco Rocca è stato presidente del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione San Raffaele. Non sta nemmeno nel fatto che circa 5 di quei milioni finiranno al San Raffaele di Rocca di Papa: la struttura a cui proprio la Regione Lazio (a guida Zingaretti, assessore Alessio D’Amato) tolse l’accreditamento. Lo fece nel pieno dell’ondata di Covid: lì si sviluppò un cluster e morirono 40 anziani, altri 170 vennero contagiati.

La beffa dei posti letto

Non è quella la beffa perché se c’è un’emergenza Pronto Soccorso va affrontata. E se i cittadini hanno votato Francesco Rocca sta a lui fare le scelte per risolvere quel problema. Perché l’analisi dei tempi di attesa dice che il Lazio è il peggiore in Italia. Qui tra visita medica e trasferimento in un reparto per acuti passano in media 22 ore, contro una media nazionale di 9 ore e mezzo. E contro le 8 ore raccomandate dalle linee guida.

La soluzione indicata da Francesco Rocca è quella di pagare le cliniche private. E pazienza se quel mondo lo conosce per averci lavorato dentro. Anche se circa la metà dei 22,9 milioni vanno nel gruppo dove lui ha lavorato. Il problema è un altro.

Scorrendo l’elenco delle strutture dove sono stati ‘affittati’ i 320 posti letto diventa chiaro. A fornirli saranno San Raffaele Flaminia, RSA Salus, Clinica Villa Mendicini, Villa Ardeatina, RSA Residenza Olimpia, Cdc San Raffaele Rocca di Papa,
Casa di cura Policlinico Italia, Ancelle Francescane del Buon Pastore, Aurelia Hospital, Casa di Cura Villa Fulvia, Casa di Cura Villa Sandra, San Raffaele Portuense, IRCCS San Raffaele Pisana Policlinico Luigi di Liegro, INI -Divisione Grottaferrata, San Raffaele Montecompatri.

E la provincia di Frosinone? E la provincia di Latina? Nel nord del Lazio a Rieti e Viterbo? In questo provvedimento non ce n’è traccia.

Pazienti di Serie B

(Foto: Vince Paolo Gerace © Imagoeconomica)

Con i soldi delle tasse dei cittadini di tutto il Lazio si affittano i posti letto solo nelle Asl di Roma e provincia.

La beffa sta anche nel tipo di scelta operativa. Per svuotare i Pronto Soccorso c’era un’altra strada: aumentare i posti letto di acuzie (fuori dal linguaggio tecnico: Medicina e Chirurgia). Invece con il provvedimento della Regione si vanno a riempire i posti letto liberi nelle cliniche in post acuzie (cioè Lungodegenza e Riabilitazione).

La strada è la stessa utilizzata con successo nel periodo Covid: contrattualizzare le strutture per acuti, puntando sui posti letto non pieni (in termine tecnico: aumento dei budget per i settori di Medicina e Chirurgia agli ospedali accreditati). In questo modo le cliniche hanno un aumento del tetto delle prestazioni che possono svolgere in quei reparti. Durante l’emergenza covid gli ospedali pubblici vennero trasformati tutti in Covid Hospital ed i pazienti ordinari vennero dirottati alle cliniche, all’interno di quel nuovo budget che era stato fissato.

Con un piccolo dettaglio: a differenza del provvedimento varato ora dal presidente Rocca, quello invece formato da Zingaretti e D’Amato riguardò tutto il Lazio. Province comprese.