La Caporetto annunciata di un centrodestra indifendibile

Quanto successo a Sora dimostra che nessun partito considera prioritaria la coalizione e quindi le alleanze. La Lega non trova mai il bandolo della matassa, Fratelli d’Italia non riesce a convincere i compagni di viaggio, Forza Italia si smarca, Coraggio Italia ribalta il tavolo. Adesso ci sarà una soluzione last minute che però non potrà cancellare il disastro

La Caporetto annunciata del centrodestra a Sora peserà tantissimo anche a livello provinciale e per diverso tempo. Non si illudano i protagonisti di un disastro politico senza precedenti di poter trovare soluzioni last minute che possano ricomporre il quadro. Anche perché chi adesso si fiderà davvero delle promesse e degli impegni dei partiti e dei leader? (Leggi qui Cortocircuito centrodestra: Ruggeri fuori dai giochi).

Nella sostanza non è cambiato nulla rispetto a quando nell’ottobre del 2018 Tommaso Ciccone, candidato alla presidenza della Provincia, venne letteralmente fatto a pezzi dal fuoco amico dei franchi tiratori. Nel segreto dell’urna. Eppure anche allora non ci fu una riflessione vera. A Sora sono emersi tutti i limiti di una coalizione che non è tale, all’interno della quale non ci sono leader a livello locale in grado di riunire tutti gli altri.

La Caporetto della Lega

Lino Caschera, Nicola Ottaviani, Pasquale Ciacciarelli

La Lega non è mai riuscita a tenere il bandolo della matassa al proprio interno. La posizione di Lino Caschera era nota, ma il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli non ha mia davvero provato a cercare una sintesi. Lui che è anche il responsabile dell’organizzazione del Carroccio.

Non ci ha provato perché non poteva trovarla. Il problema a Sora non è politico. Ma personale. E sta tutto nelle figure di due personaggi: Massimiliano Bruni (l’uomo forte di Fratelli d’Italia) e Lino Caschera (l’uomo forte della Lega). Con la presenza di un sindaco ‘terzo’ come Roberto De Donatis, ciascuno dei due ha avuto la sua competenza: Bruni ai Lavori Pubblici, Caschera alle Manutenzioni. Portando anche dei risultati. Il problema è nato quando entrambi, in maniera autonoma, hanno pensato di poter prendere l’intero piatto facendo vincere le elezioni ad un proprio candidato. Ridimensionando il rivale.

D’altro canto quella di Sora è una sconfitta politica forte anche per il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani, il quale si sta rendendo conto della delicatezza di un ruolo sul quale sono caduti Kristalia Rachele Papaevangeliu, Fabio Forte, Carmelo Palombo, Francesca Gerardi. Quel ruolo va esercitato, le continue mediazioni interne finiscono con il delegittimare chi è alla guida.

Il Vietnam dei Fratelli d’Italia

Massimo Ruspandini Giuseppe Ruggeri

La Lega avrà molto da riflettere su quanto successo a Sora. Anche perché quanto successo apre un fronte caldissimo con Fratelli d’Italia. La candidatura a sindaco di Sora era stata attribuita in quota al Partito di Giorgia Meloni.

Il senatore e commissario provinciale Massimo Ruspandini non si è risparmiato e ha cercato in ogni modo di tenere il quadro unito, con la candidatura di Giuseppe Ruggeri. Ma nulla ha potuto contro il Vietnam scatenato da Lino Caschera, al quale giura d’avere tentato di porre rimedio Pasquale Ciacciarelli e assicura in ogni lingua c’essere estraneo Mario Abbruzzese. Meno ancora ha potuto fare di fronte agli evidenti limiti politici emersi nel candidato sindaco: nella sua lettera d’addio ha scritto “La mia disponibilità, diversamente da quanto faziosamente insinuato, è stata da subito totale”; qualcuno deve spiegargli che appena ricevuta l’investitura inizia la caccia ai consensi e non si parte per le vacanze estive per ben due volte.

Fratelli d’Italia però dovranno interrogarsi sulla leadership della coalizione. Nel senso che quando si prendono delle decisioni, poi non può succedere che chi non è d’accordo le “bombardi” dall’interno.

La debolezza di Forza Italia

Claudio Fazzone con Vittorio Di Carlo

Quanto a Forza Italia, il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone si è voluto tenere tutte le opzioni aperte da un certo punto in avanti. Quando ha capito che la candidatura a sindaco di Giuseppe Ruggeri sarebbe stata impallinata dai “franchi tiratori”.

Forza Italia deve tenere conto delle prospettive nazionali (la federazione con la Lega), ma anche delle situazioni locali. Fazzone non ha alcuna intenzione di condividere un percorso politico con Coraggio Italia di Mario Abbruzzese, quello che per FdI ha rovesciato il tavolo dell’alleanza a Sora.

Non necessariamente le scelte di Forza Italia saranno le stesse del resto del centrodestra. Ma soprattutto ancora una volta la coalizione si riduce agli ultimi giorni per trovare una soluzione dopo settimane di lacerazioni. Era già successo a Cassino.

Il centrodestra resta maggioritario in questa provincia, ma deve darsi un nuovo assetto perché gli equilibri sono profondamente cambiati. Quanto successo a Sora dimostra soprattutto una cosa: nessun partito considera prioritaria la coalizione. E quindi l’alleanza.