La capsula del tempo, piena della nostra ignoranza

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Le statue etrusche di San Casciano: come una capsula del tempo. Che ci ricorda la nostra ignoranza

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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La capsula del tempo è un contenitore, più o meno grande, nel quale vengono inseriti oggetti che rappresentano la propria epoca. Viene sotterrata in posti imprecisati e spesso scelti a caso. Il loro scopo è lasciare alle generazioni future una spaccato della nostra vita quotidiana.

Tanto per fare un esempio: nel 2017 venne recuperata in Spagna una capsula nascosta 240 anni prima; all’interno di una statua venne individuato un documento con informazioni sulla sua epoca scritte da un cappellano nel 1777. All’epoca della Regina Vittoria, a Londra è stata collocata una capsula destinata ai posteri con oggetti del suo tempo. Nel 1936 ad Atlanta è stata realizzata una dei fusti nei quali sono stati inseriti vari oggetti sigillati: abiti, accendini, radio, oggetti di uso comune negli Anni 30.

Una capsula spaziale è stata realizzata nel 1977 all’interno di una delle più longeve sonde spaziali, la Voyager I che è arrivata oltre i confini dello spazio conosciuto. In quella capsula c’è un disco d’oro per grammofono, con tanto di istruzioni per ascoltarlo. Nel disco ci sono voci e suoni del Pianeta terra.

La capsula dal tempo degli etruschi

Foto: Ministero della Cultura

In Toscana nei giorni scorsi, ma si è saputo solo oggi, sono state recuperate alcune statue e monete etrusche. Sepolte come in una capsula del tempo. Hanno svolto in pieno la loro missione: ci costringeranno a riscrivere la storia tra il II ed il I secolo a.C. 

Ogni epoca si premura di tramandare un’immagine di se al futuro. Perché solo conoscendo il passato si potrà evitare di ripetere gli stessi errori nel futuro.

In Italia, l’insegnamento della Storia è stato quasi del tutto cancellato. Ma al di là della scuola: non fa più parte della nostra cultura. Del nostro passato sappiamo poco o niente: confondiamo la statua di Caio Mario con quella di Cicerone nel centro di Arpino, non sappiamo perché a Cassino ci sia la statua di Enrico Toti che brandisce la stampella; non immaginiamo perché a Frosinone ci sia una piazza dedicata a Manlio Valchera. Quasi nessuno di quelli che oggi punta il dito contro la Russia se che appena negli Anni 40 facemmo noi quello che la Russia a fatto pochi mesi fa.

Per questo, ad ogni elezione, ci fanno credere quello che vogliono. Tanto noi non sappiamo niente.

Senza Ricevuta di Ritorno.

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