La carica di Isbuscenskij del Pd pontino

Alle primarie del Pd in provincia di Latina sono andati a votare in 1.052. Uno ogni 27 elettori che potenzialmente potranno andare domenica prossima. Una carica come quella del Savoia Cavalleria sul fronte russo. Occorre saper coinvolgere. Perché solo se si regge a Caporetto è poi possibile arrivare a Vittorio Veneto

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Alcuni ufficiale tedeschi in visita al Savoia Cavalleria sul fronte russo trovarono gli ufficiali  a magiare con le posate d’argento e con elegantissime porcellane. Chiesero agli italiani “ma che senso ha fare questo al fronte?“. Gli fu risposto: il nostro Re può raggiungerci in qualsiasi momento e non ci può vedere inadeguati o sciatti. Loro agivano come se il Re fosse costantemente tra loro.

Quando ogni cosa era perduta, per salvare gli altri italiani che ritiravano, caricarono con i loro cavalli contro mitragliatrici e mortai ed una forza oltre tre volte superiore alla loro. I russi non credevano ai loro occhi, era una follia e si fermarono perplessi. La carica di Isbuscenskij fu l’ultima carica della cavalleria italiana, i tedeschi commentarono “queste cose noi non le sappiamo più fare“.

La carica del Pd

Foto: Benvegnu’ Guaitoli © Imagoeconomica

Ricordare questo episodio serve per raccontare le vicende del Partito democratico pontino che racconta il voto all’interno del Partito in vista delle primarie aperte a tutti gli elettori. Le racconta non entro al merito di chi ha vinto e chi ha perso ma i 1052 che hanno votato sono cavalieri audaci, perchè si vince sempre in compagnia si perde sempre in solitaria, a caricare ci vuole ardimento. Bisogna avere forza, armi, progetti e anche una intelligence capace di capire le contraddizioni dell’avversario. E essere capaci come gatti di capire il campo di caccia. Ricordandosi sempre che i gatti litigano tra loro ma non si feriscono mai nel profondo, perché loro hanno altre prede.

Alle urne sono andati 1052 iscritti-votanti su 27 mila elettori (quelli del Pd e della lista D’Amato) sono uno ogni 27. E i votanti erano 4 su sei. C’è una mare da coinvolgere, se si è coinvolti.

Domenica si vota per le primarie aperte, per le elezioni di Zingaretti nel 2019 andarono a votare, in provincia, in quasi 12 mila persone. Quante saranno domenica? Ne servirebbero tante per quel bisogno strano che ha la democrazia: l’opposizione, ma non una opposizione mai competitiva, bensì una opposizione capace di reggere Caporetto per pensare a Vittorio Veneto. 

E debbono pure pensare in fretta ad un sindaco che non sia un coniglio dal cilindro ma un leader capace di riconoscimento e non estratto dell’anonimato. Un leader riconosciuto non autoambiziosi: insomma candidati non autocandidati.