La caricatura ciociara del Grande Fratello che non fa ridere

 

Giulia Abbruzzese

 

di GIULIA ABBRUZZESE
Ciociaria Oggi

 

La ciociara non è lei. Lei, semmai, ne è una voluta, marcata ed evidentemente benriuscita ridicolizzazione, se dentro la versione delle “very important person” di Grande Fratello c’è arrivata in un abito rosso tuttocurve e una scollatura che strabordava oltre il piccolo schermo.

Alessia Macari di ciociaro avrà forse soltanto le origini. Quelle di Casalvieri, dove sono nati i suoi nonni. Dove affondano le radici imprenditori che della loro arte hanno fatto un vanto all’estero, partendo dai cartocci di pesce fritto e conquistando anche i palati più raffinati del jet set internazionale. Fino a diventare Pari d’Inghilterra con il titolo di Barone, come è stato per Charles Forte, partito dal piccolo borgo di Casalattico.

Molto più ciociara di lei è quella magistrale e indimenticabile interpretazione con cui Sophia Loren ha reso immortale la creatura letteraria di Alberto Moravia nel capolavoro di Vittorio De Sica, anche lui figlio illustre di questa terra. Di Sora.

Lei fa passare per autoctono quell’accento così forzatamente burino, a voler sottolineare l’incapacità di correggere una cantilenosa inflessione linguistica che nessuno, neanche chi delle generazioni passate ha conservato nel quotidiano parlare evidenti tracce di un dialetto comunque “corretto all’italiana”, si sognerebbe di definire ciociaro.

Arriviamo a dire che più simpatico ci stava addirittura lo spot di Mc Donald’s che di ciociaro aveva ben pocomache di un dialetto ridicolo e di un’immagine zotica aveva fatto i punti di forza per vendere un nuovo panino. Come è finita? Con una terra in rivolta, ristoratori e chef dalle incazzature stellate e la segnalazione della Regione Lazio all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, seguita dalle pubbliche scuse del colosso dei fast food.

Ma si sa, la televisione risponde all’audience e deve fare contento lo share. Così la Macari ha dovuto trovare una porticina d’ingresso alternativa al già generoso decolleté. Incoronata tra i personaggi trash nel preserale di Bonolis, l’avvenente e procace ventritreenne ha capito che quell’aspetto poteva essere il suo lasciapassare. E, pazienza, se per altre è stato un più sopportabile sebbene travagliato rapporto con uno dei tronisti di Maria o un bomber di Serie A: a lei è toccato fare la ciociara nella sua declinazione più lontana e offensiva di tutto quello che la Ciociaria è stata ieri e ha ereditato oggi.

I ciociari l’hanno bocciata e pure i compagni vip l’hanno spedita in cantina.

Provaci ancora Alessia. Magari in lingua gaelica, la seconda d’Irlanda, dopo l’inglese. Ma attenta che anche lì rischi di parlare un inglese “ciociarizzato” con ciociari che parlano un inglese perfetto…

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