La carta dell’assessore per tenere tutti sotto il bastone

Foto © Ettore Cesaritti

Si avvicina la fine dell'estate. Ed il momento in cui ad Anagni potrebbe scattare il rimpastino. Che il sindaco non ha alcuna fretta di fare. Perché tutto resta in equilibrio. E l'assessorati da assegnare è la carota ideale per tenere tutti buoni

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

«Se continua così, gliele levo tutte». Non si può giurare sulla singola sillaba e nemmeno sull’esatto ordine delle parole. Ma il senso complessivo della frase pronunciata qualche giorno fa, beh, sembra proprio essere quello. Capita, quando uno si gonfia troppo e chiede con insistenza qualcosa, pensando che basti insistere per avere. Perché poi, dall’altra parte, qualcun altro può inalberarsi e decidere di risolvere la questione una volta per tutte.

In questo agosto rovente, tra uno spettacolo e l’altro del Festival del Teatro Medievale, ad Anagni continua a tenere banco la telenovela sul rimpasto di giunta che dovrebbe esserci a settembre alla corte del sindaco Daniele Natalia. E la novità di queste ultime ore sta proprio nel fatto che ad essere escluso dal giro di giostra potrebbe essere lui, l’eletto di San Filippo, l’unto dei conservatori, locali, già noto come leggendario volto maschio della destra anagnina. Insomma, al secolo, Riccardo Ambrosetti. Del quale è nota l’ambizione e la tendenza a mordere il freno. Oltre che la volontà di entrare quanto prima nella stanza dei bottoni.

Lui giura che sia tutta un’invenzione. E che in realtà non abbia proprio l’intenzione. Assicura in tutte le lingue del globo che stia bene come sta. Ma che Ambrosetti voglia stare in giunta si sa; che consideri riduttiva la sua posizione di consigliere semplice, con la sola delega all’Istruzione lo dicono anche i bambini. Quello che negli ultimi giorni trapela è invece l’insofferenza che il sindaco Daniele Natalia starebbe cominciando a provare: non tanto nei confronti della persona in sé, quanto contro l’atteggiamento adottato.

Il ragionamento è semplice. Fino ad ora la mancanza di un assessore non ha creato problemi; gli equilibri hanno retto e reggono splendidamente. Perché dunque minare un meccanismo così brillantemente elaborato, con degli innesti che, come minimo, avrebbero bisogno di un periodo di rodaggio?

C’è poi il ragionamento numerico. I voti per Fratelli d’Italia li prende Alessandro Cardinali. Più di quelli che può assicurare Riccardo Ambrosetti (oppure l’assessore Jessica Chiarelli o Davide Salvati, se è per questo). Nel caso quindi (anche se non lo ha fatto) dovrebbe essere lui (Cardinali) a farsi avanti, non certo er Pomata di San Filippo. 
Si spiega così l’insofferenza che ad un certo punto ha mostrato il sindaco nei confronti del delegato all’Istruzione. Con un ragionamento che non fa una piega, e che si può riassumere così; “prima di aspirare ad altro, pensi a far bene con la sua delega”.

Ragionamento corredato, come detto, con la paventata eventualità di una diminutio da operare nei confronti del consigliere impomatato.

Anche se alla fine Natalia una scelta dovrà farla. Per ora, l’idea di usare l’assessore in meno come pungolo per tenere tutti sulla corda funziona. Ma il primo cittadino prima o poi quella casella dovrà riempirla. E quindi scontentare qualcuno. Si vedrà allora quanto è reale la granitica compattezza della sua maggioranza.