La carta di Zingaretti è Enrico Letta. Altrimenti arriva Mario Draghi

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Il premier Giuseppe Conte è tornato a schiacciarsi sulle posizioni del Movimento Cinque Stelle di Luigi Di Maio (il capo resta lui). Il segretario del Pd ha capito l’umore di Mattarella e vuole correre ai ripari.

Lunedì scorso Nicola Zingaretti aveva riunito in teleconferenza tutti i big del Pd: ministri, capogruppo, capi delle correnti. Alla fine la linea uscita era quella del massimo sostegno al Governo Conte. Ma non tanto per convinzione, quanto per necessità. Dopo il Governo Conte ci sarebbe soltanto… Mario Draghi. Con l’ex Governatore della Bce alla guida nessuno toccherebbe palla. Neppure i Democrat. All’interno della maggioranza qualcosa è già successo: il Movimento Cinque Stelle risale nei sondaggi e lo fa grazie all’azione del ministro degli esteri Luigi Di Maio, che è rimasto il capo. Ma soprattutto, l’azione di Conte è tornata ad essere influenzata dai Cinque Stelle.

Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

Al Pd certe manovre non sono sfuggite e Zingaretti è preoccupato. Intanto l’Italia non riparte e quando lo farà dovrà comunque tenere conto dell’ostilità dell’Unione Europea e di tutto il resto. Lo scontro platealmente aperto da Conte con la Lega e con Fratelli d’Italia è un segnale che ha allarmato tantissimo il Nazareno. Uno scontro politico così forte nel momento in cui tutti dovrebbero remare dalla stessa parte può produrre soltanto danni. Specialmente quando si tornerà in Parlamento.

Ma Zingaretti è preoccupato anche perché sa cogliere le sfumature dei discorsi del Capo dello Stato Sergio Mattarella, il quale è stanco di vedere il premier Conte con il dito alzato. Mattarella pensa da tempo all’ipotesi Draghi, ma non la lancerà mai se non in presenza di una richiesta unanime delle forze politiche.

Nicola Zingaretti vuole anticipare i tempi, perché se Conte va avanti a colpi di polemiche, sarà impossibile tenere il Governo. La carta di Zingaretti si chiama Enrico Letta. Gradito al Quirinale. I Cinque Stelle potrebbero non starci? La maggioranza si troverebbe in Parlamento. Oppure c’è… Draghi.