La cicogna non vola più sulla Ciociaria

Il crollo delle nascite in provincia di Frosinone è più marcato che negli altri territori del Lazio. Questo porterà alla nascita di 2.487 bambini in meno da qui al 2030. Con tutto ciò che ne consegue

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La cicogna non vola più sui tetti della provincia di Frosinone. La Ciociaria entro il 2030 accuserà uno dei più significativi cali demografici nei bambini da 0-4 anni. Lo si rilevano i dati Istat ed una proiezione fatta da Openpolis: i numeri sono stati impiegati nell’ambito delle proiezioni sperimentali dell’Istituto nazionale di statistica, per prevedere quali saranno gli scenari del Paese nel breve termine.

La stima è stata sviluppata tenendo come base il numero di residenti al 1° gennaio 2020. Dallo studio è emerso che nel 93% delle province italiane è previsto un calo dei bambini per il 2030.

La Ciociaria è quella che nel Lazio registrerà il dato in negativo più preoccupante di tutte: si stima un calo del 14% nella popolazione provinciale fino all’età di 4 anni. Seguono Viterbo con un -10,70%; Roma con un -9,20%; Latina -8% ed infine Rieti con -6,10%. In valori assoluti, la provincia di Frosinone perderà 2.487 minori. Oggi sono 17.719 ma nel 2030 dovrebbero scendere a 15.232.

CHE ASPETTO AVRÀ L’ITALIA NEL 2030?

Neonato © Can Stock Photo / terachris

Secondo l’Istat, le tendenze in corso parlano di un Paese in declino demografico da alcuni anni, in progressivo invecchiamento, con sempre meno bambini a causa del calo delle nascite.

Proiettate nell’arco di questo decennio le tendenze potrebbero portare ad una diminuzione dei residenti in Italia pari a quasi il 3%. Dagli attuali 59 milioni a 57,9, secondo le stime dell’Istituto Nazionale di Statistica.

Nell’arco di pochi anni, a meno di inversioni straordinarie nelle tendenze demografiche, assisteremo al crollo del numero di bambini. A partire dalle nuove nascite e dalle fasce d’età più giovani. Entro il 2030 i residenti in Italia tra 0 e 4 anni potrebbero diminuire di oltre l’8%, passando dai quasi 2,3 milioni del 2020 a meno di 2,1. Con effetti sulla tenuta del sistema sociale, economico e previdenziale del Paese, ancora più preoccupanti se spinti in là nel tempo.

GLI EFFETTI SULLA CIOCIARIA

Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica

Il territorio si sta avvicinando ad una desertificazione giovanile, lenta ma progressiva. Con tutte le negative conseguenze del caso. Le culle vuote si traducono nel giro di pochi anni in bachi deserti a scuola, fino ad arrivare ad un impatto sul mondo del lavoro che faticherà ancora di più a trovare personale qualificato.

Il vero punto critico però sta nella tenuta del sistema previdenziale. Perché le pensioni vengono pagate con i contributi versati da chi è al lavoro: ed alla diminuzione del 14% delle nascite coinciderà un contestuale  aumento degli over 64. Ne deriva poi che se in Ciociaria entro il 2030 si registrerà la nascita di 2.487 minori in meno rispetto ad oggi, si indeboliranno anche le reti parentali: la rete di sorelle, fratelli, zii, cugini sui quali si fonda la tenuta di buona parte del nostro sistema solidaristico.

In provincia di Frosinone la famiglia è da sempre alla base di quel cosiddetto “capitalismo molecolare” che a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso ha consentito alla nostra economia di riprendersi dalla crisi della grande industria. E di creare un modello di sviluppo originale ed efficiente. Interi territori o piccole enclave che si specializzavano in un determinato prodotto o servizio e riuscivano a raggiungere posizioni di eccellenza. Arrivando anche ad esportare.

COME SI COMBATTE IL CALO DEMOGRAFICO

Il problema non può essere affrontato solo su scala locale. Le iniziative di territorio possono innestarsi su quelle nazionali: come già avvenuto in altre realtà Europee che hanno fatti i conti con il crollo delle nascite. La Ciociaria può essere più o meno attraente per venirci a vivere o per metterci su famiglia: ma come presupposto c’è la necessità di far riprendere il volo alla cicogna. E questo può avvenire solo attraverso politiche demografiche nazionali e regionali.

Tocca ora alla filiera di parlamentari regionali e nazionali segnalare il punto di criticità che tocca il sud del Lazio. Per sollecitare interventi di carattere normativo e finanziario, opere strutturali, ambientali e produttive da fare in provincia di Frosinone, che potrebbero creare le premesse per invertire la tendenza del calo demografico.

Una grande operazione di “rinascita” di un territorio.

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