La Ciociaria e la politica che verrà. Se verrà

Matteo Salvini ricorda a Draghi che non può essere il suo Governo a fare le riforme. Aprendo invece per la salita al Quirinale dell'ex Governatore della Bce. Il quadro sta cambiando e anche a livello locale tutti sono sotto esame. Ecco quello che potrebbe succedere e perché.

Rafforzato e rinfrancato dalla decisione del non luogo a procedere perché il fatto non sussiste nella vicenda della nave Gregoretti, il leader della Lega Matto Salvini ha mandato due messaggi forti. Il primo è quello di essere pronto a sostenere la candidatura di Mario Draghi come presidente della Repubblica, il secondo che il Governo Draghi non può fare le riforme. E  che quindi deve limitarsi alla campagna di vaccinazione e al rilancio economico.

Se Draghi salisse al Quirinale, si porrebbe il problema di un nuovo esecutivo per completare l’ultimo anno di legislatura, fino al 2023. Dodici mesi per una campagna elettorale lunghissima, nel quale marcare nettamente le differenze tra centrodestra e centrosinistra. Verificando cosa succede nel Movimento Cinque Stelle.

Il cambio di politica locale

Foto: Imagoeconomica

La strategia è questa e, comunque vada a finire, si impone una rivisitazione delle tattiche anche a livello locale. Lo stesso Salvini ha ribadito che nelle province di Frosinone e Latina nella Lega i leader sono il sottosegretario e coordinatore regionale Claudio Durigon e l’onorevole Francesco Zicchieri. Il Capitano è intervenuto per spegnere l’incendio divampato tra i due: lo ha fatto partecipando in settimana alla riunione del Coordinamento Regionale del Partito.

Naturalmente c’è anche il coordinatore provinciale e sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, che ultimamente ha tracciato la rotta verso il mondo cattolico, con particolare riferimento alla Conferenza episcopale italiana. Ma anche Ottaviani dovrà adeguarsi a quelle che saranno le indicazioni di Salvini.

Fratelli d’Italia sta volando nei sondaggi e Giorgia Meloni avanza anche nel centrodestra. Per il senatore Massimo Ruspandini l’obiettivo è semplice: calare questo trend anche in Ciociaria. Per farlo deve ottenere risultati importanti ad Alatri e Sora, ma pure negli altri Comuni al voto in autunno. E provare a confermare i tre consiglieri provinciali quando si andrà al voto per l’ente di secondo livello.

Quelli che viaggiano in salita

Claudio Fazzone. Foto: Rocco Pettini / Imagoeconomica

Le difficoltà maggiori sono per Forza Italia, che ha assoluta necessità di dare un segnale forte. Il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone non può limitarsi a mantenere le posizioni. Il Partito ha bisogno di crescere e invece è alle prese con i continui addii dei suoi colonnelli: per nessuno è un mistero che Gianluca Quadrini stia sondando i suoi sindaci e la sua base elettorale per decidere dove collocarsi nel centrodestra, ma comunque fuori da Forza Italia.

Per il Pd l’eterno problema delle correnti divise e in guerra. Nessuno si fa illusioni: la guerra sotterranea che  si sta combattendo tra i “buschiniani” e i “pompeiani” sarà impossibile da fermare. I Democrat sono divisi e resteranno divisi. C’è una sola strada: il segretario Luca Fantini potrebbe decidere di non fare più sconti a nessuno. Troverebbe sicuramente la sponda di Nicola Zingaretti, forse perfino quella di Enrico Letta.

Il Movimento Cinque Stelle è un rebus. La classe dirigente è quella degli eletti: la sottosegretaria Ilaria Fontana, i deputati Luca Frusone ed Enrica Segneri, il capogruppo regionale Loreto Marcelli. A livello locale c’è poco. Ma certamente a questo punto bisognerà veder echi guiderà i pentastellati: Giuseppe Conte o Luigi Di Maio?

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