La Cisl del Lazio si lancia nel metaverso

Al campo scuola avviato dalla Cisl Lazio va in scena il mondo parallelo. Con tutte le sue implicazioni. Soprattutto per la scuola. L'esempio concreto del Galilei

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Insegnare ed apprendere sono due facce della stessa medaglia. Tanto più utili quanto interagiscono tra loro riuscendo a mettere in connessione, senza troppa interferenza, chi insegna e chi apprende. Il campo scuola della Cisl Lazio che si sta svolgendo in questi giorni a Roma ha portato l’esperienza dell’Itis Galilei della Capitale. Lo ha fatto attraverso la dirigente Elisabetta Giustini, come best practice nel mondo della scuola. Cosa si fa in quell’istituto? Si applica il “metaverso delle competenze”. (Leggi qui: La Cisl mette al centro i giovani: “Ora tocca a voi”).

Sì, ma cos’è il metaverso delle competenze? Proviamo a spiegarlo.

Il metaverso è tra noi

Studente nel metaverso (Foto © Depositphotos)

Definire il concetto di metaverso è molto, molto complicato. Per ogni definizione ci può essere una mancanza ed allora proviamo così: il metaverso è una sorta di evoluzione di internet, un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi, popolati da avatar che interagiscono tra loro.

Una vera e propria nuova dimensione, nella quale avvicinare sempre più le persone, anche fisicamente seppur di fisico non ci sia niente.

Al Galilei si sfrutta il metaverso per sviluppare il mondo del lavoro e metterlo in connessione con la scuola. Se la scuola insegna a livello teorico e ci mette qualcosina di pratico qua e là con i laboratori, con il metaverso le conoscenze si mettono in campo attraverso una simulazione interattiva.

Nel metaverso un docente può mostrare effettivamente come si monta un motore, come si sostituiscono i meccanismi di un orologio e tutto quello che viene messo in campo, viene lasciato nel metaverso. Più culture, più esperienze, riescono a riempire il metaverso di competenze.

Una scuola più ricca ed accattivante

Lezioni in realtà aumentata nel metaverso (Foto © Depositphotos)

Nessuno vuole sostituire la scuola con questo universo parallelo e virtuale, ma ciò potrebbe arricchirla, renderla più accattivante e soprattutto visibile. Questo il messaggio lanciato dall’incontro all’interno del campo scuola Cisl Lazio.

Un esempio che su tutti è stato portato nella discussione è quello della costruzione di un’opera d’arte. Perché un ragazzo dovrebbe appassionarsi a come è stato costruito il Partenone, alla tecnica di realizzazione di una piramide egizia o semplicemente ad un arco a sesto acuto o a tutto sesto, senza vedere realmente come si fa? Ecco, il metaverso delle competenze vuole fornire qualcosa in più: mostrare passo dopo passo come quei monumenti vennero realizzati e rendere i ragazzi protagonisti.

Ascolto e dimentico, vedo e ricordo, faccio e capisco”, è questo uno dei claim dell’esperienza del metaverso delle competenze. L’obiettivo è arrivare a “Metaversity”, una università nel metaverso, in cui fino ad un milione di studenti potranno essere presenti e vivere realmente una vita parallela. Una università in una città in cui tutti siano interconnessi, tutti riusciranno a scambiarsi skills e competenze in base alla loro esperienza. In cui le aziende realizzeranno la loro formazione, producendo una enciclopedia del sapere in continua evoluzione e senza alcun limite.

La Cisl Lazio ed il futuro

Enrico Coppotelli

Fantascienza? No. Già accade. Succede nel mondo della medicina ad esempio, dove un chirurgo può esercitarsi e lavorare in team, scambiando esperienze con i suoi colleghi a migliaia di chilometri di distanza. Come? Operando un avatar. Un essere umano che però non è umano, ma che il computer ci ha riprodotto in maniera fedele, tessuto per tessuto, vaso sanguigno per vaso sanguigno.

La Cisl Lazio ha deciso di lavorare con il futuro e per il futuro, mettendo a disposizione il meglio del mondo formativo e partendo dallo specifico di un caso eccezionale come quello dell’Iti Galilei, fino ad arrivare ad un mondo di cui conosciamo una sola minima parte, ma la cui espansione è infinitamente grande. D’altronde il segretario generale regionale del Lazio Enrico Coppotelli lo aveva detto: “I giovani non sono solo il futuro, ma sono il presente”.

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