La coazione del Museo di Sora

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Il direttore del museo: competente, bravo, soprattutto gratis. E dopo le pernacchie, insistono.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Si chiama ‘Coazione a ripetere’: è quel fenomeno studiato in Psicoanalisi, per il quale chi ha subito un trauma torna a commettere l’azione traumatica perché spera di cambiarne il finale.

Se ci pensate bene è lo stesso meccanismo che porta gli stalker ad aspettare la loro vittima: tornano in maniera inconscia nella situazione che li fa soffrire, perché vorrebbero che le cose cambiassero, anche con la violenza.

La ripetizione può servire a padroneggiare l’esperienza. Sigmund Freud osservò che il nipotino smise di piangere perché la mamma si allontanava, quando scoprì che facendo rotolare lontano un rocchetto lo poteva richiamare a sé tirando il filo che vi era avvolto.

Sicuramente non hanno un Freud a portata di mano a Sora. Dove sono finiti su tutti i media nazionali: dal Messaggero a Dagospia, da Radio24 del Sole 24 Ore a Rds.  

Il museo della media Valle del Liri

Tutti indignati per il bando con cui trovare un direttore per il museo. Deve avere tutti i requisiti in regola per esercitare il ruolo. Più uno: non volersi far pagare. Deve prendersi le responsabilità ed i rischi gratis. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: martedì 18 gennaio 2022)

Sarà giuridicamente corretto. Ma è moralmente inaccettabile. Il lavoro si paga, altrimenti è sfruttamento. Soprattutto si manda un segnale pessimo ai giovani: studiate quanto volete, non prenderemo il più bravo ma quello che si fa pagare meno.

Il Comune, di fronte a queste considerazioni? Nessuna marcia indietro. Anzi. In queste ore ha confermato che è tutto in regola. E va avanti per la sua strada: perché la legge lo consente. Si chiama appunto coazione a ripetere: ma il trauma della la figuraccia fatta a livello nazionale non cambierà finale.