La conferenza di pace nel Pd, tregua dopo due anni

Come si 'legge' la riunione dei circoli Pd tenuta l'altra sera. I tentativi di conciliazione tra tutte le aree. Con cui ricomporre l'unità dopo due anni di divisioni. I segnali del Commissario. I prossimi passi

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Timide prove di dialogo tra le “correnti” in casa Pd. A Cassino mercoledì sera in circa 70 si sono ritrovati sulla piattaforma Zoom per discutere del vademecum Letta. Ma è stato solo un pretesto. Quello che si è incontrato sul web è stato una specie di Consiglio di Sicurezza dell’Onu in formato Cassinate, una Loya Jirga come la riunione di tutti i capi tribù con la quale il re dell’Afghanistan creava il consenso e l’equilibrio tra le varie etnie.

A Cassino l’altra sera non c’è stato uno Zahir Shah a mediare tra le tribù ma c’è stato un Luca Fantini, Segretario provinciale del Pd, impegnato a costruire basi su cui alzare i ponti capaci di riunire le varie sensibilità del Partito. Non è un caso che su quella videoconferenza fossero presenti neo iscritti, della Gioventù Democratica, il sindaco Enzo Salera, il suo presidente d’Aula Barbara di Rollo, numerosi assessori, consiglieri comunali e militanti. E tra loro vi fossero anche Iole Falese e Nino Rossi: due dei colonnelli del consigliere comunale Luca Fardelli, fuori dal Pd per essersi candidato nella civica contro Enzo Salera cioè l’uomo designato in modo ufficiale dal Partito.

Nel merito – sottolinea il commissario di circolo Romeo Fiondadalla riunione è emerso che non basta  un nuovo Segretario, bisogna che tutto il Partito cambi perché è cambiato il mondo.  È necessario aprirsi e coinvolgere tutti coloro  che vogliono partecipare alla costruzione di  un Paese più inclusivo e moderno. Adesso – conclude Fionda – ci aspetta il lavoro sul territorio e credo che ci sia entusiasmo e grande aspettativa”.

Segnali di tregua nel Pd

Il segnale è lanciato. Sta tutto nella frase “aprirsi e coinvolgere tutti coloro  che vogliono partecipare”. Andiamo con ordine, partiamo dai numeri: in circa 70 si sono collegati sulla piattaforma Zoom. La riunione era aperta agli altri circoli del Cassinate ma al  netto di qualche coordinatore di circolo dei paesi limitrofi, per gran parte i partecipanti erano di Cassino. C’erano anche dei neo iscritti che hanno deciso di prendere la tessera dopo l’arrivo di Enrico Letta.

Soprattutto: c’era il sindaco Enzo Salera e molti amministratori. Ma c’erano anche gli avversari interni dell’amministrazione, quello che il primo cittadino ha più volte definito il “fuoco amico”. Era infatti collegata anche Maria Palumbo, delegata all’Assemblea Nazionale, leader della corrente dei dissidenti anti-Salera che la scorsa estate ha fatto esplodere la chat di whatsapp con il sindaco che ha abbandonato il gruppo definendo quel luogo virtuale composto da dirigenti e militanti del Pd “una chat di frustrati”.

C’era Sarah Grieco, ex consigliere comunale e sfidante di Salera alle Primarie che si è fatta di lato subito dopo rinunciando a cercare uno strapuntino sul carro del vincitore. C’erano Iole Falese e Nino Rossi: figure di peso” che fanno parte di quella corrente del Pd collocata tra gli eretici di Palumbo e i filo-amministrativi saleriani: non sono cioè acerrimi nemici del sindaco, ma non sono certo allineati con l’amministrazione comunale di centrosinistra

Strada per il Congresso cercasi

Il circolo Pd cassinate è in una sorta di limbo da due anni. Cioè da quando il Partito è finito in frantumi sulla scelta del candidato sindaco da schierare per togliere la città dalle mani dell’amministrazione di centrodestra. All’epoca il Segretario cittadino Marino Fardelli ha preferito rassegnare le dimissioni e lasciare i ruoli attivi della politica, suo fratello Luca è uscito ed ha appoggiato la civica dell’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, Sarah Grieco ha partecipato alle primarie senza l’ambizione di vincerle ma per legittimare comunque la candidatura che ne fosse uscita.

Dopo due anni nel limbo qualcosa potrebbe cambiare. Ma non prima di chiudere il tesseramento: quest’anno è stata concessa una proroga fino al 30 aprile. Come fare per arrivare ad un Congresso sereno ed unitario?

Patti chiari ed amicizia lunga: il commissario Romeo Fionda ha messo le carte in tavola subito. Evitando così gli scannamenti nelle fasi successive. Innanzitutto non saranno accettati pacchetti di tessere. Al massimo mini pacchetti, non più di dieci tessere, sembra sia stato il diktat del commissario. Questo per far sì che al termine del tesseramento il Congresso non si già “scritto” sulla base di chi ha acquistato più tessere, ma ci sia un confronto sereno e serio per disegnare la nuova governance.

Una via di mediazione tra chi, per principio ideologico, voleva i pacchetti e chi li rifiutava. Anche questo è stato un segnale di apertura. perché è impossibile, dopo due anni, pensare di non coinvolgere maggiormente personalità come Sarah Grieco e Maria Palumbo che rappresentano fette importanti dell’elettorato del Pd. 

Il fascicolo Luca

Discorso a parte, poi, merita poi Luca Fardelli: fino al 30 aprile non può prendere la tessera Pd. Lo prevede lo Statuto per tutti quelli che si sono candidati contro il Pd.

L’ultima tessera l’aveva presa agli inizi del 2019, prima del voto, ed era relativa al 2018. L’anno scorso gli è stata negata quella del 2019 ed entro il 30 aprile, essendo ancora aperto il tesseramento 2020, allo stesso modo non può prendere la tessera. Ma dal primo maggio si apre in automatico il tesseramento 2021: significa che sono finiti i due anni di purgatorio e che Luca Fardelli potrà tornare ad iscriversi.

A quel punto sarà imbarazzante, per un sindaco del Pd, avere un consigliere del Pd all’opposizione. Per questo già da mesi i pontieri sono in azione e il dialogo è sempre più costante. E il tutto potrebbe passare anche per un mini rimpasto di giunta di metà mandato, da fare cioè entro il 2021. (Leggi anche La polemica s’infiamma sotto le nuove luci di Caira).

I prossimi mesi saranno decisivi e, in un senso o in un altro, inevitabilmente delineeranno il  percorso del Pd e dell’amministrazione comunale di Cassino. Anche se il commissario Fionda, con molto pragmatismo, resta ancorato al nazionale: “Adesso – va ripetendo – è importante che il Pd abbia un buon risultato alle amministrative, altrimenti a settembre il Pd rischia di non esistere più se ci sarà una sonora sconfitta nei grandi comuni chiamati al voto”.