La confusione dei superbi

È la superbia a confonderci, farci vedere le cose in modo sbagliato. Portandoci fuori strada.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore – (Lc 1,51)

Tante volte mi sono chiesto cosa penseremo nel momento della nostra morte, quando saremo soli con noi stessi ed affronteremo il momento più difficile e misterioso della nostra esistenza. Saremo ancora sicuri di noi stessi, delle nostre convinzioni, della nostra potenza, della nostra intelligenza,della nostra capacità di risolvere i problemi,di cui tanto siamo fieri?

Avremo quella sicurezza di saper risolvere tutti i problemi, di non aver bisogno di nessuno, del fatto che tutti gli altri non valgono una cicca, tutti tranne noi? Saremo in grado di guardare con sufficienza alle proposte altrui, alle opinioni degli altri? Sapremo disprezzarle, anzi metterle in cattiva luce, arrivando persino ad insultare l’avversario, il concorrente, il rivale?

Saremo in grado… o, finalmente, la nostra superbia sarà dispersa dall’incontro con il Signore, e così potremo renderci conto di quanto abbiamo bisogno degli altri, di quanto siamo limitati nelle nostre scelte e soprattutto nei nostri giudizi? Nel momento in cui i pensieri del nostro cuore sono dominati dalla superbia, le scelte della nostra coscienza sono obnubilate, avvolte nella nebbia del nostro egocentrismo che non ci fa più percepire il bene ma, anzi, ci fa scambiare il bene con il male, fino a ritenere quest’ultimo il bene per noi.

La superbia che ci porta fuori strada

Ecco che, in quelle situazioni, ammazziamo, rubiamo, violentiamo persone e animali, distruggiamo la natura, incendiamo boschi, imponiamo le nostre scelte e pensiamo di stare facendo il bene per noi. E’ la superbia che ha inquinato i pensieri del nostro cuore tanto da pervertire addirittura la coscienza, spingendola verso il male.

La superbia, secondo il catechismo tradizione, è peccato capitale, porta alla morte… E’ la confusione che ha governato i nostri pensieri, abbiamo sostituito le nostre vie a quelle di Dio.

Come diciamo nell’antichissimo inno del Te Deum, tradizionalmente cantato l’ultimo giorno dell’anno, in te, Signore, ho sperato, non sarò confuso in eterno.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).