La crisi arriva a Fazzone e Piacentini: «Carlo vi snobba». Ma vogliono rientrare

Una lettera politica a Tajani, Fazzone e Piacentini sulla spaccatura di Forza Italia a cassino. Rivela che il sindaco non riconosce i due Coordinatori. Parla di "dimissioni per motivi mai chiariti". Ma tentano una ricomposizione: né dimissioni né opposizione

Due pagine fitte, senza simboli e senza intestazione. Raccontano la situazione politica interna di Forza Italia a Cassino. Sono state inviate al coordinatore regionale Claudio Fazzone, al coordinatore provinciale Adriano Piacentini, al vice presidente nazionale del Partito Antonio Tajani.

Analizzano la spaccatura che è in atto. E spigano come si è arrivati alla divisione in due gruppi. L’ala rimasta leale al sindaco Carlo Maria D’Alessandro composta da Gianrico Langiano, Francesca Calvani e Dana Tauwinkelova. E l’ala dissidente che ne contesta l’azione amministrativa, discute sulla direzione politica indicata dal vice responsabile nazionale Enti Locali Mario Abbruzzese. Formata dalla capogruppo Rossella Chiusaroli, dal presidente del consiglio comunale Dino Secondino, dal consigliere Gianluca Tartaglia.

Sono stati questi ultimi, i dissidenti, ad inviare la relazione.

Il sindaco non vi riconosce

Il passaggio politico più importante è quello che descrive il confronto serrato avvenuto lunedì sera. Tra il sindaco D’Alessandro ed i sei consiglieri dei due gruppi, più l’assessore Franco Evangelista. Una riunione che doveva rimanere segreta e che invece è stata rivelato pochi minuti dopo la sua conclusione da Alessioporcu.it (leggi qui E Carlo tuonò: «Io ho vinto le elezioni due volte! Non azzero la giunta»). Scatenando il risentimento del primo cittadino: letto l’articolo ha preso lo smartphone ed inviato un messaggio ai sette presenti fino ad un attimo prima nella sua stanza. “Vi ringrazio per la riservatezza e per la serietà che ancora una volta avete dimostrato“.

Nella lettera si rivela che “Il sindaco ha detto di riconoscere come unici referenti politici il signor Mario Abbruzzese, vice responsabile nazionale Enti Locali e l’onorevole Antonio Tajani vice presidente nazionale del Partito“. Ma non altri: né il coordinatore regionale Fazzone né il provinciale Piacentini: ai quali la lettera è indirizzata ed ai quali i firmatari fanno riferimento.

I tre poi riferiscono che il sindaco ha sottolineato più volte di essere stato l’unico ad avere il merito della vittoria elettorale del 2016. Ha respinto le nostre richieste di revocare l’assessore Evangelista e procedere con un azzeramento di tutti gli incarichi.

Il mistero delle dimissioni

Nella lettera si ripercorrono i vari passaggi della crisi. (leggi qui tutta la ricostruzione Si dimettono in tre: ma restano in maggioranza).

E si mette in evidenza un aspetto: la capogruppo, il presidente d’Aula, il consigliere, sostengono di essere completamente all’oscuro dei veri motivi che hanno portato Carlo Maria D’Alessandro alle improvvise dimissioni del 7 novembre scorso. Scrivono che “Si sono verificati accadimenti, le cui ragioni restano completamente da chiarire, ma che di fatto hanno portato alle dimissioni del sindaco“.

Si ribadisce poi il motivo della crisi attuale. Tutte cose note e già raccontate. E cioè: ad ottobre il gruppo individua nel consigliere Franco Evangelista la persona che potrebbe entrare in giunta per rilanciare l’azione amministrativa; si concorda con il sindaco di procedere all’avvicendamento subito dopo le elezioni provinciali. Ma dopo il voto in Provincia avvengono gli “accadimenti, le cui ragioni restano completamente da chiarire” ed il sindaco si dimette. Appresso a lui si dimette da consigliere Franco Evangelista, senza concordarlo con il gruppo e rilasciando alla stampa dichiarazioni “veramente disdicevoli relativamente all’operato dell’intera amministrazione“.

A quel punto, prosegue la lettera, il gruppo si confronta ed emerge la disponibilità del consigliere Gianrico Langiano di ricoprire il ruolo di assessore. Ma il giorno di San Silvestro il sindaco inserisce in giunta Evangelista, senza consultare i tre dissidenti.

Nè crisi, né opposizione

Il significato politico di quella lettera sta tra le righe. Rossella Chiusaroli, Dino Secondino e Gianluca Tartaglia sperano che la crisi venga avocata dal livello Regionale e Provinciale. Cioè quello che D’Alessandro – sostengono – l’altro giorno ha snobbato in maniera plateale.

Non minacciano di andare all’opposizione, né di salire sull’Aventino. Men che meno parlano di una possibilità che possano firmare le dimissioni con le quali far cadere l’amministrazione cittadina.

Allora cosa vogliono? Una strada per rientrare. Lo dicono nelle prime righe: «al fine di contribuire alla rigenerazione dei rapporti politici tra il Gruppo ed il primo cittadino».

E sperano che sia la mediazione di Claudio Fazzone e di Adriano Piacentini a spianare la strada del rientro: in maniera onorevole, con soddisfazione per tutti. Perché Carlo Maria D’Alessandro non li riconosce come interlocutori. Ma loro si.

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