La crisi del primo rimpasto tra Bassetta ed il Pd

Tira una brutta aria ad Anagni. Il Partito Democratico non è più convinto di avere fatto un buon affare candidando a sindaco il colonnello dei carabinieri Fausto Bassetta. Così come Fausto Bassetta non è più molto convinto di avere fatto un buon affare candidandosi a sindaco della città.

A dare la misura di quanto si sia allentata la sintonia è la conferenza stampa di queste ore, con la quale il sindaco ha presentato il Bassetta bis: la sua seconda giunta con la quale dare un maggiore peso specifico politico al governo della città. I consiglieri comunali del Partito Democratico hanno platealmente disertato l’appuntamento. Ma non vogliono aumentare la tensione. Infatti, richiesta una spiegazione, ognuno ha una valida spiegazione per non essere andato alla conferenza stampa: “Avevo la nonna malata”, “Pensavo fosse per domani e non oggi”, “Dovevo andare dal dottore”, “Non ho trovato il quaderno a quadretti”.

Cosa sta accadendo ad Anagni. Nulla di particolare. Siamo semplicemente in presenza alla crisi che si registra quasi sempre quando si affida un ruolo politico ad una persona serissima, dalle indubbie capacità, moralmente specchiata. Ma digiuna dei riti e delle liturgie dalla politica. A rendere un po’ più complessa la situazione di Anagni c’è il fatto che il sindaco – colonnello Fausto Bassetta non è abituato, per sua indole, a prendere ordini. A meno che non provengano o da un signore con almeno una greca cucita sulle spalline o da un pari grado ma che abbia almeno un giorno di caserma più di lui. Se un politico prova ad imporgli una chiave di lettura ottiene l’effetto opposto.

Il fatto è che in questa fase e fino a fine legislatura il Pd non può fare a meno di Bassetta e non può nemmeno fingere di poterne fare a meno. Il problema è che Bassetta potrebbe fare a meno del Pd. Ed anche della fascia da sindaco, nel preciso momento in cui si sarà stancato delle liturgie della politica.

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