La crociata contro Salvini e il duello con la Raggi: il settembre di fuoco di Zingaretti

Foto: © Imagoeconomica, Valerio Portelli

Il segretario dei Dem ha iniziato la raccolta di firme per sfiduciare il ministro dell’Interno. Militanti mobilitati alle Feste de L’Unità. Mentre sul Piano rifiuti ci sarà la resa dei conti con l’Amministrazione capitolina in consiglio regionale.

Ha ristretto il campo degli avversari, concentrandosi soltanto su Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio, ministro dell’Intero e capo della Lega. Nicola Zingaretti, numero uno del Partito Democratico, è stato chiaro: “Parte la raccolta di firme che andrà avanti fino al 12 settembre in tutta Italia sulla petizione “Troppe ombre. Pochi fatti. Salvini dimettiti“.

A tutte le federazioni e ai circoli del Pd sono stati inviati i moduli per la raccolta di firme per sostenere la mozione di sfiducia che il Partito Democratico ha presentato in Parlamento nei confronti di Matteo Salvini.  L’annuncio naturalmente su Facebook, anticipando quindi l’invio dei moduli per la petizione a sostegno della richiesta di dimissioni di Salvini. Con le firme che saranno raccolte nelle Feste dell’Unità e nei circoli Pd.

La campagna d’autunno dei Democrat sarà questa. E in autunno saranno chiare diverse variabili di questo momento: cosa farà il Movimento Cinque Stelle, quali le scelte di Silvio Berlusconi e Giovanni Toti, quali le strategie di Matteo Renzi.

Ma soprattutto sarà chiara l’entità e il peso della manovra economica che il Governo dovrà effettuare. Perché alla fine si gioca molto su quello.

Contemporaneamente, in consiglio regionale arriverà il nuovo Piano dei rifiuti della Regione Lazio, licenziato ieri dalla giunta. (leggi qui Rifiuti, ecco il piano per il Lazio. Raggi: «Zingaretti minaccia Roma»). Un piano che si basa sull’autosufficienza delle singole province e che quindi chiede a Roma di individuare una nuova discarica dopo quella di Malagrotta. Decisione che ha già fatto scattare la linea del Piave di Virginia Raggi, sindaca della Capitale.

Ma Zingaretti non potrà mollare di un millimetro su questo punto. Per il segretario Dem sarà un settembre senza un attimo di tregua. Con un doppio fronte aperto: da una parte il tentativo di spallata a Matteo Salvini, dall’altra la battaglia finale con Virginia Raggi.

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