La crociata di Pompeo e Ottaviani contro il “feroce Saladino” Mamalchi

La crociata contro Acea ha due condottieri: il presidente della Provincia Antonio Pompeo (Pd) e il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani (Forza Italia).

Azzardando, si potrebbero ipotizzare diverse cose:
1) si stanno “avvantaggiando” se si dovesse costituire il Partito della Nazione che Matteo Renzi vuole e che Silvio Berlusconi non può impedire;
2) si stanno proponendo come leader delle rispettive parti politiche, cercando di mettere all’angolo il senatore Francesco Scalia e il consigliere regionale Mario Abbruzzese, diventando loro il punto di riferimento dei sindaci;
3) stanno gettando le basi per future candidature alla Camera o alla Regione, sperando che chi ci sta adesso possa essere “logorato” dal fatto che in questi anni il territorio ha ottenuto zero risultati;
4) avviando la procedura di risoluzione del contratto con Acea hanno individuato l’unica fonte di reddito che può arrivare in questo momento agli enti locali;
5) hanno avviato un’operazione di grande popolarità, comunque vada a finire nelle aule di Tribunale;
6) hanno voluto annacquare sul nascere l’iniziativa di Roberto Caligiore e di altri sindaci, per non lasciare spazi.

In ogni caso la controffensiva di Acea è stata immediata e forse perfino precedente, perché la fusione per incorporazione dell’Ato5 (Frosinone) in Ato 2 (Roma) può avvenire prima di un pronunciamento dei tribunali sull’eventuale azione di risoluzione nei confronti del gestore. D’altronde il presidente Ranieri Mamalchi è il re delle strategie.

Inoltre i vertici dell’Acea conoscono perfettamente le divisioni politiche della provincia di Frosinone e sanno che Antonio Pompeo potrebbe costituire una “minaccia” per Mauro Buschini. Così come Nicola Ottaviani per Mario Abbruzzese.

Fatto sta che la politica ciociara ha scelto l’acqua come nuovo terreno di… selezione naturale. Tutti dicono di saper nuotare, ma rischiano di affogare.