La Dalmazia della signora Maria che abitava a Sezze (di L. Grassucci)

L'Esodo dall'ex Jugoslavia: dettato dalla rabbia e dall'odio degli uomini verso altri uomini. Poi c'è la storia della signora Maria, che da Spalato era andata via. Rifugiandosi a Sezze. Per amore. Con il quale ha sconfitto l'odio

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Era premurosa. Vero, un poco spigolosa nei lineamenti, con  gli occhiali e attaccata al marito che lo trattava come un sultano. Il marito un signore rigorosissimo, sempre zitto, per quanto lei parlava tanto, in un italiano senza accento.

Era amica di mia madre a Sezze, mamma faceva la sarta e casa era sempre piena di gente, per noi era “la signora Maria”. Poi, dopo tanti anni, mamma mi racconto la sua storia. Era croata, di Spalato, ed il marito era un ufficiale italiano di cui si era innamorata e lo aveva seguito quando… Quando la storia vide mostruoso che un italiano ed una croata… Come altri mostri… E lei fuggì. Si ci fu anche un “esodo d’amore”, ci fu anche in quel mare di odio e di sangue chi ha amato e scelto non le ragioni, non il sangue (anche quello versato).

Non hanno avuto figli, un giorno a casa loro vidi su un mobile del salotto, preciso e curato, la foto di Spalato: era bella sul mare, per me che abitavo alle Piagge Marine che, a differenza del nome, erano confine al mare verde del piano. Lui, leggeva sempre, tirava fuori poche parole, a dirlo ora che era nella storia gli farei torto, era solo un uomo buono che era amato amando, e questo lo rendeva fortunato. Naturalmente di esodo io non ne parlavo, era socialista e rivoluzionario. Ed un certo imbarazzo, in questa storia che mischiava buoni e cattivi, c’era.

Ma la signora Maria la ritrovai in un libro bellissimo “Esilio” di Enzo Bettiza (un grande editorialista de La Stampa) che parlava di Spalato. Della sua educazione, delle tate croate di campagna che crescevano i bimbi italiani delle città che parlavano una lingua incredibile che era ogni lingua. La lingua che è ogni lingua delle città che stanno davanti al mare.

Il più bel discorso di amore per Venezia, il giuramento di Perasto, fu pronunciato da Giuseppe Viscovich a Perasto nel 1797, in serbo croato.

E’ stata una tragedia immane, uno tragedia senza fine. Ma anche nelle tragedie c’è chi ama. Anche la signora Maria è stata condannata all’Esodo. Ma lei aveva la speranza, i carnefici l’odio. Ha vinto la signora Maria.

A mezzodì a Pola in Istria senti il tocco delle campane di Venezia.

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