Un’accusa chiara e concreta. Una risposta debole, data da undici persone come per darsi forza l’uno con l’altro. Invece, per mettere a tacere tutto e tutti sarebbe bastata una sola voce: quella del presidente della Provincia Antonio Pompeo. Che è l’unico a non avere parlato.
I messaggi politici lanciati dall’ex consigliere regionale Adriano Roma nelle settimane scorse dal blog Alessioporcu.it sono chiare, concrete e circostanziate: sono quelle che ha ribadito in diretta televisiva giovedì sera durante la trasmissione A Porte Aperte (leggi qui cosa è accaduto durante la trasmissione).
A distanza di qualche ora arriva la risposta di undici consiglieri Provinciali: Germano Caperna, Domenico Alfieri, Massimiliano Quadrini, Andrea Velardocchia, Antonio Cinelli, Alessandro D’Ambrosio, Andrea Amata, Massimiliano Mignanelli, Danilo Magliocchetti, Gianluca Quadrini, Vittorio Di Carlo.
In undici per dire nulla. Almeno uno di loro ha ammesso «Non so nemmeno cosa c’è scritto, ho firmato perché eravamo tutti assieme». A leggere il testo, sorge il sospetto che siano stati più d’uno a non sapere cosa firmavano. Vediamo, un capoverso alla volta: «Riteniamo imbarazzante dover intervenire e discutere di gossip (che nella traduzione italiana significa pettegolezzo) invece dei gravissimi problemi dei cittadini del Frusinate, del Cassinate e del Sorano. Limiteremo dunque a questo intervento il nostro interesse teso non già a fornire risposte a questioni fumose e inconsistenti che riguardano il nostro Ente, purtroppo addivenute alla cronaca, ma per rivolgerci alla cittadinanza alla quale dobbiamo massimo rispetto e massima chiarezza».
Ora, fermo restando il massimo rispetto per undici signori che sono stati eletti in maniera democratica per rappresentare i loro colleghi sindaci (non per colpa loro ma per via di una scellerata riforma delle Province): ma cosa volevano dire? A quale pettegolezzo fanno riferimento? Quali sono le «questioni inconsistenti»? E poi: perché si occupano solo dei problemi «del Frusinate, del Cassinate e del Sorano»? I problemi di Anagni che fine hanno fatto?
Proseguiamo nella lettura: «Confermiamo il nostro pieno sostegno al Presidente Pompeo, ponendo fine alla lunga e reiterata campagna che vorrebbe agitare inesistenti problemi interni alla maggioranza che lo sostiene, che, semmai, afferiscono alle dinamiche interne dei partiti, sgomberando il campo da illazioni e enigmatiche provocazioni, in un periodo tanto delicato da imporre segnali di forte responsabilità».
Roba da Settimana Enigmistica: non citano nessuno, non citano un fatto, non si capisce ancora con chi ce l’hanno. Chi e quando ha detto che esisterebbero «problemi interni alla maggioranza» che sostiene il presidente Pompeo? Fuori i nomi ed i fatti.
Forse, con «Inesistenti problemi interni alla maggioranza» ci si potrebbe riferire alle cose dette (e le registrazioni audio e video sono a disposizione di lor signori) dal capogruppo Pd Antonio Cinelli: «Con Forza Italia in Provincia andremo ad un chiarimento, anche perché non conviene né a Forza Italia né al Partito Democratico questa che qualcuno chiama ammucchiata a livello provinciale. Disorienta gli stessi elettori. Vedere governare insieme Partiti che invece sono alternativi non è positivo, crea confusione”. Era il 3 marzo scorso (leggi qui il resoconto della puntata).
O forse si voleva attaccare il Segretario Provinciale del Partito Democratico Simone Costanzo per avere detto :«Abbiamo già detto al presidente Antonio Pompeo che il nostro orizzonte è ricreare il Centrosinistra all’amministrazione provinciale. L’ho scritto sul mio programma elettorale da Segretario Provinciale e così l’ho chiesto anche agli iscritti del Pd, votandomi hanno detto che sono d’accordo con la mia linea (…) Noi e Forza Italia siamo due cose diverse. La Provincia di Frosinone è stata governata bene per dieci anni da Francesco Scalia che ha fatto scuole, strade, progetti di ampio respiro con cui sono stati creati posti di lavoro. Poi c’è stata una parentesi distruttiva per l’amministrazione provinciale che è stata la parentesi di Antonello Iannarilli. Noi siamo una cosa diversa. Governare tutti insieme potrebbe far pensare all’elettore che siamo tutti uguali. E non è così». Era il 10 marzo scorso (leggi qui il resoconto della puntata).
O forse i consiglieri provinciali intendevano attaccare Francesco De Angelis per avere detto: «Che fine deve fare l’alleanza con Forza Italia? Il congresso è servito anche a discutere di alcuni nodi tra cui la politica delle alleanze. Il PD è la casa del centrosinistra e l’orizzonte è l’alleanza che governa il Paese». Era il 9 marzo scorso (leggi qui le dichiarazioni di Francesco De Angelis)
Oppure il riferimento era a Mario Abbruzzese, che non ha mai smentito di avere detto l’undici aprile scorso al Caffè Moro di Frosinone mentre incontrava Adriano Roma « «Bravo Adrià, a me è piaciuto quello che scritto (…) se vogliono mettere in discussione l’alleanza provinciale dovrebbe dimettersi Pompeo, perché l’accordo è stato sul presidente della Provincia, le liste camminano da sole». (Leggi qui il resoconto dell’incontro al Caffè Moro).
Ma la nota degli undici Consiglieri rasenta il caos nel momento in cui dicono: «Chiunque, e nelle more dell’attualità il sig. Adriano Roma, abbia denunce da rappresentare, lo faccia subito, provando quello che dice e si assuma ogni responsabilità delle sue dichiarazioni».
Ma dove hanno letto che Adriano Roma avrebbe da fare denunce penali? Dove lo hanno sentito? Ancora zero: né date, né riferimenti, né circostanze. Nulla.
Una risposta debole. Che è una non risposta.
Uno solo avrebbe potuto parlare e mettere tutti a tacere. Si chiama Antonio Pompeo. Gli sarebbe bastata una nota di tre righe dicendo “Non intendo venire meno fino alla fine del mandato al patto con Forza Italia anche grazie al quale sono stato eletto”. Ma non lo ha detto.