La destra con le liste, la sinistra con la magia

La fanteria della destra e la 'magia' di Coletta. Che nelle ultime due elezioni ha mandato all'aria ogni previsione. Perché le Comunali non sono elezioni politiche. Conta l'uomo, il candidato, la sua capacità di essere riconosciuto come persona della città

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Il centrosinistra punta tutto su questa aura che spinge Damiano Coletta a distinguersi e a vincere battaglie impossibili per Latina. Lo ha già fatto due volte: ha battuto Nicola Calandrini ed è diventato sindaco civico di una città che più di destra non si può; cinque anni più tardi ha ripetuto l’impresa battendo Vincenzo Zaccheo che più di destra non ce n’è.

Sicuramente è la carta unica e possibile per una distanza abissale sulla carta: alle Regionali siamo stati quasi 8 a 2 per la destra. Ma le Comunali non sono le Regionali e nemmeno sono le Politiche. Quando si elegge il sindaco si vota l’uomo, la persona: e Latina è città grande nei numeri, vasta nella dimensione, ampia nella popolazione. Ma ha ancora la sua proporzione ‘umana‘, nella quale è la persona a contare. Ed è questo a fare la differenza.

La marea di destra

Annalisa Muzio

La destra, da parte sua, ha una marea di aspiranti consiglieri. Ci sarà la lista del sindaco, Matilde Celentano con Vittorio Sgarbi e Annalisa Muzio. Ci sarà Forza Italia anche se con un certo affanno per il peso della “distrazione” di Alessandro Calvi. E ci sarà la superlista di Fratelli d’Italia che punta a fare il pieno in consiglio, poi la Lega di Claudio Durigon e Angelo Tripodi, l’Udc con il ritorno di Maurizio Galardo e Bruno Creo, poi qualche civica ulteriore e il gruppo di Cuori Italiani di Vincenzo Zaccheo dentro FdI.

Sono decine e decine di “portatori del Verbo“, come i crociati verso Gerusalemme.

Qui sta la forza della destra pontina, il suo innevamento nella società che è figlio della destra di governo già di Finestra, poi con Zaccheo. A cui si somma l’amore per la Dc nella sua parte andreottiano-dorotea, con le correnti del nuovo millennio che spirano in tutta Italia intorno alla Meloni.

Sulla carta siamo non a delle elezioni ma ad una pratica di rilascio della carta di identità.  Detto questo c’è poi quell’imponderabile che gioca la sua parte.

La componente magica

Damiano Coletta (Foto: Valerio Portelli © Imagoeconomica)

C’è quello che non capivo della grande letteratura sudamericana, la componente magica. La pozione.

Per la politologia vittoria a destra a Latina è certa come che domani sorgerà il sole, per la magia Elio può decidere contro tutti di dormire un altro poco e in quello stato di non notte e di non giorno può accadere di tutto. In 300 spartani fermarono i molti dei persiani. Boh, ma questa incertezza rende interessante quello che altrimenti sarebbe un semplice rilascio di carte di identità.