La difficile partita a scacchi di Mario Abbruzzese

Ore decisive per evitare il crollo dell'amministrazione comunale di Cassino. Ormai il vero obiettivo non è il sindaco. ma la salvezza dell'egemone ia politica di Mario Abbruzzese. Ecco perché

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

La vera posta in gioco non è la fascia del sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro. Meno ancora l’assessorato alle Manutenzioni assegnato a Franco Evangelista da cui tutto è scaturito. L’obiettivo strategico è un altro. Ed è molto più grande. È l’egemonia di Mario Abbruzzese su Forza Italia a Cassino ed in provincia di Frosinone il vero bersaglio della partita che in queste ore si sta giocando tra le stanze del municipio. E che rischia di affondare l’amministrazione comunale cittadina.

Lo scenario

Da alcune settimane è in atto uno scontro interno a Forza Italia. Ad innescarlo è stata la nomina di Evangelista ad assessore, fatta dal sindaco di Cassino il 31 dicembre consultando solo una parte del Partito. La versione di Carlo Maria D’Alessandro e che l’accordo fosse vecchio di settimane e ci fosse il benestare di tutti. (leggi qui la ricostruzione di tutte le tappe della crisi: Si dimettono in tre: ma restano in maggioranza).

Sta di fatto che la nomina dell’assessore ufficializza la divisione interna e radicalizza lo scontro. Da un lato ci sono i tre consiglieri azzurri leali al sindaco: Gianrico Langiano, Dana Tauwinkelova, Francesca Calvani. Dall’altro ci sono i tre dissidenti che reclamano più collegialità non solo nel caso della nomina ma anche sull’Urbanistica e le scelte chiave dell’amministrazione. I dissidenti sono il presidente del Consiglio Comunale Dino Secondino, la capogruppo e consigliere provinciale Rossella Chiusaroli, il consigliere Gianluca Tartaglia.

La nomina di Evangelista ha tutti i connotati di un’operazione fatta per isolare i dissidenti, emarginarli dallo scenario politico, depotenziare il loro ruolo nello scenario complessivo. (leggi qui: La grande manovra per disinnescare i dissidenti usando Evangelista).

Obiettivo Mario

La difesa del fortino ha generato un’escalation che ha portato la questione fuori dalle mura di Cassino. Ha coinvolto il coordinatore provinciale Adriano Piacentini, il coordinatore regionale Claudio Fazzone. È stata discussa a tavola alla presenza di Antonio Tajani, vice presidente nazionale di Forza Italia che ha ‘consigliato’ una tregua. (leggi qui: Forza Italia, tregua con i mitra spianati tra Frosinone e Cassino)

In questo modo lo scontro cittadino per mettere in discussione il ruolo politico di Mario Abbruzzese nelle cose di Forza Italia è cresciuto fino a diventare uno scontro sull’egemonia politica di Abbruzzese nella politica provinciale del Partito. Perché Adriano Piacentini è legato a filo triplo al sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani: cioè l’unica altra figura di spicco in Forza Italia sul territorio. E con il quale ci sono state spesso visioni ed interessi politici divergenti.

Allo stesso modo, Claudio Fazzone è su una sponda politica interna del tutto opposta a quella su cui siede Mario Abbruzzese. Che glielo ha ricordato in occasione di tutte le votazioni in Regione Lazio nelle quali fosse impegnato uno degli uomini di Fazzone: Pino Simeone e Giuseppe Cangemi (guerra interna per la nomina a presidente della Commissione Sanità). O Antonello Aurigemma (guerra interna sulla vice presidenza del Consiglio regionale, andata a Adriano Palozzi).

Investire della questione il Coordinatore Regionale significa attaccare l’egemonia di Mario Abbruzzese: in città, in provincia, in tutti i livelli del Partito.

Di Mascio e l’arrocco

La mossa compiuta nel pomeriggio dal presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cassino Giuseppe Di Mascio che di fatto sfiducia il sindaco (leggi qui Game over: la partita di D’Alessandro è finita) in realtà ha un effetto diverso. Come l’arrocco negli scacchi: scambia completamente le posizioni tra due pedine fondamentali e salva il re.

Autorizza il sindaco a convocare un vertice d’urgenza per lunedì alle 18. Anticipando quello convocato da Claudio Fazzone per l’indomani, con all’ordine del giorno la soluzione della crisi interna a Cassino.

Perché è importante la riunione di lunedì? Perché il vero obiettivo adesso è evitare che Claudio Fazzone possa mettere piede a Cassino, possa mettere il naso nella crisi politica di Forza Italia, possa mettere mano alla sua soluzione. Ora per Abbruzzese è indispensabile fare in modo che Fazzone non possa dire di avere risolto lui il problema. Colpendo l’egemonia di Mario Abbruzzese nel suo feudo. Sarebbe come se qualcuno andasse a Fondi (la sede del regno di Fazzone) e mettesse il naso negli equilibri forzisti fondani.

Le mosse obbligate

Ci sono alcune mosse che da questo punto in poi sono obbligate. Con la convocazione della riunione alle 18 di lunedì, Carlo Maria D’Alessandro è legittimato ad avviare la conta e se non ha tutti i suoi consiglieri che vengono a confermargli la fiducia può dimettersi mandando tutti a casa. Cosa che – a differenza di quanto si possa pensare – nessuno ha la minima intenzione di fare.

I dissidenti allora sarebbero obbligati a piegarsi, confermando la fiducia al sindaco, rinunciando chiaramente a tutte le rivendicazioni: compreso l’azzeramento degli incarichi, proposto con una lettera il 6 gennaio. Quel giorno hanno chiesto la revoca dell’assessorato ad Evangelista, chiedendo al sindaco di azzerare giunta, incarichi d’aula e negli enti partecipati. Incassando un no di principio: perché a questo punto 4 consiglieri possono imporre ad un sindaco l’azzeramento di ogni architettura politica.

C’è un arrocco che a loro volta possono compiere i dissidenti. Evitando l’atto di fedeltà al sindaco, salvando la riunione di martedì, consentendo a Fazzone di andare a Cassino. L’arrocco consisterebbe in un documento politico con il quale giustificano la loro assenza alla riunione di lunedì alle 18: spiegando magari che proprio il sindaco aveva sostenuto – nei giorni precedenti – che le ragioni della crisi sono politiche e non amministrative; pertanto la sede naturale del dibattito è l’incontro con il Coordinatore Politico Provinciale martedì e non con il sindaco lunedì.

In questo modo, D’Alessandro non potrà dire di essere costretto a dimettersi perché non ha i numeri. E la riunione di martedì sarebbe salva.

Fino alla prossima mossa.