La discussione surreale sul nuovo centro di Cassino

Aperto il cantiere su Corso della Repubblica, mercoledì il Consiglio: si annunciano proteste. Saranno inutili. Arrivano troppo tardi. Eppure tutto era stato scritto

Alberto Simone

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Ventidue punti all’ordine del giorno. Sarà un Consiglio comunale “fiume” quello che si celebrerà mercoledì prossimo nella sala Di Biasio di Cassino a partire dalle ore 16.

Ma quasi certamente, più che per la lunghezza, sarà caratterizzato dalle proteste. In Aula, e soprattutto fuori. Dopo le comunicazioni di rito, l’approvazione del verbale della seduta precedente (che risale allo scorso anno) e la presentazione della nuova giunta comunale, arriverà il punto più atteso: il sindaco illustrerà il progetto di riqualificazione di Corso della Repubblica.

Discussione postuma

Sono stati tutti i capigruppo a decidere di portare il punto in discussione. Ma quello che risulta surreale è la discussione postuma su un’opera ormai già discussa, progettata, approvata, finanziata ed appaltata.

I commercianti non ci stanno: temono che con la chiusura della via storica di Cassino saranno penalizzate le attività in quanto l’arteria sarà interdetta al traffico tutti i giorni. Gli ambientalisti e gli ecologisti allo stesso tempo stanno preparando gli striscioni: loro ‘sposano’ la tesi dell’amministrazione comunale secondo la quale con l’isola pedonale ci potranno essere solo vantaggi.

C’è da scommettere che la seduta sarà ad alta tensione. Perché al di là della discussione ci sarà chi avrà tutto l’interesse a soffiare sul fuoco: dell’uno e dell’altro fronte. Entrambe le tesi in campi appaiono legittime: da non sottovalutare le preoccupazioni degli esercenti, ogni cambiamento radicale spaventa e impone in ogni caso dei mutamenti; allo stesso tempo il progetto presentato dall’amministrazione comunale e ‘sposato’ da alcune associazioni e dagli ambientalisti dà una visione di città coraggiosa, con la creazione di un vero centro che finora Cassino non ha mai avuto.

A ben vedere, insomma, nessuna delle due fazioni mette in capo argomentazioni pretestuose o infondate.

Il problema dei tempi

Il problema semmai è un altro e se possibile ancor più grave: riguarda i tempi. Quello di mercoledì, comunque vada, sarà un Consiglio comunale inutile. Non per le argomentazioni che le opposizioni metteranno in campo facendo sponda con i commercianti contrari. Men che meno per quelle che altre associazioni mostreranno sui cartelli spalleggiando l’amministrazione comunale.

Sarà un Consiglio comunale inutile perché l’amministrazione Salera ha ottenuto dei fondi regionali (circa 1 milione di euro) sulla base di quel progetto: la chiusura di un tratto di Corso della Repubblica per fare un unico salotto cittadino che collega con piazza Diamare e piazza Labriola. C’è stato un dibattito pubblico in Aula oltre un anno fa. Il progetto è stato sviluppato sotto gli occhi di tutti e non nel segreto di una carboneria. È stata pubblicata e bandita una regolare gara d’appalto a cui hanno partecipato varie ditte, dopodiché c’è stata l’aggiudicazione. Il tutto era stato già approvato in Consiglio comunale nel piano triennale delle opere pubbliche. La documentazione delle varie tappe dell’iter è comparsa di volta in volta sull’albo pretorio del Comune.

Com’è possibile, pur volendo, fare oggi un passo indietro? Semplicemente non è possibile.

Perché solo adesso?

Il rendering del nuovo Corso della Repubblica

Perché allora le proteste giungono solo ora? Perché alcuni giorni fa ai commercianti è giunta la comunicazione che dal 16 marzo ci sarebbe stata la chiusura del Corso. Solo allora ci si è resi conto di cosa si stava facendo. E c’è stata la levata di scudi, la richiesta di incontro con l’assessore al Commercio, le vele, i volantini e i lumini in segno di protesta. Una protesta legittima, ma tardiva.

Come quella dei tanti residenti che oggi mostrano pollice verso. Eppure bastava dare uno sguardo ai giornali: il 20 settembre 2021 con una cerimonia in pompa magna il sindaco presentava i rendering di come intendeva cambiare il centro storico. Dopo l’inaugurazione di piazza Diamare, il 5 agosto 2022 tutti i media riportavano l’annuncio del consigliere regionale Sara Battisti che in un comunicato rendeva noto a tutti che “è stato sbloccato nel corso dell’ultima seduta di Giunta regionale un contributo straordinario di 1.100.000,00 euro per il completamento della pedonalizzazione di Piazza Diamare, in Corso della Repubblica a Cassino“. 

Dalle promesse della campagna elettorale, si arrivava insomma ai fatti concreti e in sei mesi, una volta ottenuti i soldi, si è avviato l’iter. Nessuna protesta.

Fuori tempo massimo

Eppure le argomentazioni erano e sono valide. Ma adesso appaiono perlomeno tardive. Così come è stata carente la comunicazione da parte del sindaco nelle ultime settimane.

Illustrare un progetto in Consiglio comunale con il cantiere già aperto e convocare i giornalisti venerdì mattina per annunciare come cambierà il Piano del Traffico con i lavori in corso suona come una beffa. Adesso non ci sono modifiche da poter proporre, non si può aprire un tavolo di confronto, bisogna solo adattarsi: piaccia o non piaccia il progetto. Anche se non richiesto dai commercianti, il confronto andava fatto prima. Con loro e con la città.

Resta surreale che dal settembre 2021 nessuno di quelli che oggi contestano si sia mai accorto che si stava portando avanti un progetto con cui rivoluzionare il centro di Cassino. E la sua vita sociale.

Surreale perché è stato fatto tutto in pieno giorno, in Consiglio, sui giornali e sul web, sotto gli occhi di tv e radio. Protestare quando si vedono i cantieri partire è quantomeno tardivo. Perché fermare la giostra a questo punto del giorno farebbe scattare l’intervento della Corte dei Conti.

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