La doppia partita che Ruspandini non può perdere

Nel centrosinistra voci di una nuova scissione. Il rischio di una campagna elettorale a parte per il centrodestra. Nel quale il senatore Massimo Ruspandini si gioca una doppia partita. Tutta politica. Non può perdere le Comunali di Ceccano. Ecco perché.

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

L’opera di autodemolizione del centrosinistra non ha limiti a Ceccano. Non bastano le tre candidature nel centrosinistra: ora si valuta la possibilità di un altro schieramento. Aggiungendolo ai candidati sindaco Marco Corsi (Civiche più Pd e Socialisti), Emanuela Piroli (ex segretario Pd, sostenuta da civici e ciò che è a sinistra del Pd), Giulio Conti (ex capogruppo Pd, schierato dai civici di centrosinistra). Ora si continua a discutere: si procede fino alla scissione dell’atomo politico. (leggi qui la candidatura di Corsi, quella di Piroli e quella di Conti).

Non convergono

Non convergeranno su Marco Corsi tre nomi di primo piano del centrosinistra ceccanese. Si tratta di Francesco Battista, Adriano Masi e Diego Protani.

Marco Corsi

Hanno preso con forza le distanze dal Pd locale e provinciale. Sostengono che la candidatura dell’ex Presidente del consiglio comunale durante i quattro anni e mezzo di governo del Centrodestra Marco Corsi sia frutto di un accordo di palazzo. Che la decisione sia stata presa da Mauro Buschini e Francesco De Angelis barattando la candidatura in cambio del sostegno alle prossime elezioni Regionali e Politiche.

Secca la smentita non ufficiale che arriva da Pensare Democratico, la componente Pd maggioritaria guidata da De Angelis e Buschini: “Nessuna interferenza nell’autonomia delle decisioni prese dai circoli, né a Ceccano né altrove“.

Per Battista – Masi – Protani non c’è stata nemmeno una discussione su una rosa di nomi, tentando una reale convergenza. Sostengono che non è stato valutato alcun progetto alternativo. E poi c’è il problema della provenienza: Corsi viene considerato troppo compromesso con il centrodestra.

Non convergeranno su di lui. Ora resta da stabilire se appoggeranno la candidatura di Emanuela Piroli, quella di Giulio Conti oppure una candidatura terza sempre d’area del centrosinistra della quale si sta discutendo.

Il divo Giulio alla riscossa

Il capogruppo Dem Giulio Conti

Non sarà Giulio Andreotti, tantomeno Giulio Cesare. Ma quella vecchia volpe del capogruppo Pd Giulio Conti pare sia realmente in campo. Smentendo così i sospetti di quelli he all’annuncio della sua candidatura, fatto nei giorni scorsi, erano certi fosse solo un’esca per farsi chiamare e contrattare in termini politici il suo rientro.

Nei giorni scorsi è stato visto discutere animatamente davanti alla farmacia dove lavora Marco corsi. E nel corso dell’appassionato scambio di battute, come un mantra ripeteva: “mi stai deludendo, mi stai deludendo”.

I sostenitori più convinti di Marco Corsi continuano ad essere certi che Giulio Conti stia solo alzando il prezzo per poi concorrere col Pd in cambio della ipotetica Presidenza del Consiglio Comunale. Giulio Corsi che è un pragmatico, invece sa bene che nessuna poltrona è in ballo ma ci si sta giocando la sopravvivenza. E quindi… tira dritto.

La sinistra Pirolina

Emanuela Piroli

In questo senso si sta rivelando più attrattiva la candidatura di Emanuela Piroli. Ha già aggregato tutto quello che c’è a sinistra del Pd: dai verdi a Rifondazione, dai Comunisti Italiani a Possibile. In aggiunta la sua lista civica Cives vedrà concorrere Andrea Querqui, discendente della omonima dinastia di farmacisti che in epoca moderna ha sempre schierato in posizione eleggibile un proprio candidato o a sindaco o al Consiglio. Con fortune alterne.

Il silenzio del Pd provinciale, fermamente convinto a non mettere piede nelle decisioni del circolo di Ceccano, paradossalmente rischia di rafforzare proprio la sinistra Pirolina. Perché in assenza di segnali contrari convergeranno su di lei tutti quegli elettori di sinistra che non si riconoscono nella figura di Marco Corsi e non riescono proprio a considerarlo disgiunto dal centrodestra del sindaco Roberto Caligiore con il quale ha governato quattro anni e mezzo.

Dove va Mauro Roma

Resta ancora un mistero la collocazione di Nuova Vita e del trio Roma – Aversa – Trotta.

Nessuno finora ha smentito le voci di un ritiro dell’avvocato Mauro Roma. le indiscrezioni dicono che il trio stia tentennando tra l’appoggio a Corsi (in chiave anti Caligiore) ed una libertà di coscienza al proprio elettorato.

Qualcuno ha addirittura ipotizzato di individuare e sostenere il candidato nel blocco di centrodestra che potrebbe essere la spina nel fianco di Caligiore. Sperando in una rottura che prenda corpo dopo due anni e mezzo. Cioè quando il sindaco uscente, se venisse rieletto, non potrebbe più ripresentarsi.

Il fronte Caligiore

Gli avversari lavorano per lui. La mossa di farsi candidare in massa dalla stessa coalizione che lo aveva eletto quattro anni e mezzo prima, nonostante la caduta anticipata, si sta rivelando efficace.

Roberto Caligiore

Nessuno fino ad oggi gli ha contestato quello che a tutti gli effetti poteva essere rubricato come un suo fallimento politico. Anzi. Le divisioni nel centrosinistra hanno il solo effetto di esaltare l’unità costruita dal Centrodestra. Cancellando così la caduta amministrativa avvenuta la scorsa estate.

Mentre a sinistra ci si scinde, a destra si inaugurano i comitati e si aggregano gli scontenti. C’è addirittura il rischio di una campagna elettorale a parte, tutta interna al centrodestra: concentrata sulla caccia alle preferenze. Lo dimostra il fatto che a cinque mesi dal voto la lista Grande Ceccano sia già passata alla fase programmatica: ha organizzato un focus sull’urbanistica con diversi professionisti. (leggi qui La grande furbata di Riccardo Del Brocco).

Il fattore Ruspandini

Il senatore di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini ha una responsabilità morale nella caduta di Roberto Caligiore. Concentratosi sulle politiche nazionali, poco alla volta ha fatto venire meno l’indispensabile tasso politico all’amministrazione comunale di Ceccano. Che si è avvitata su beghe di paese. È lo stesso errore che oggi sta compiendo il Pd provinciale rimanendo fuori dalla discussione politica.

Foto: © Imagoeconomica

I fatti hanno dimostrato che Massimo Ruspandini non può permettersi distrazioni. Una mancata rielezione del luogotenente dei carabinieri prestato alla politica sarebbe una sconfitta per il senatore. Che in caso di vittoria si troverebbe tra le mani il candidato naturale del centrodestra alle prossime elezioni Provinciali.

Proprio per questo, nelle prossime settimane inizierà una campagna elettorale parallela. Tutta politica. Fatta di temi. E di prospettive. Soprattutto quella di proiettare un sindaco di Ceccano alla guida della Provincia di Frosinone. Un modo per far sognare gli elettori, drenare consenso dal fronte avversario. Giocare per vincere con molto distacco. Perché, in caso contrario, anche la sua posizione ne risentirebbe. E non poco.

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