La fragile tregua in Forza Italia è già un ricordo: ricomincia la guerra contro Mario

La tregua è finita. L’effetto Antonio Tajani è passato. Forza Italia è tornata ad essere una specie di ritrovo per bande àscare dove tutti sono contro tutti ma soprattutto tutti sono contro Mario Abbruzzese.

Il termometro con cui misurare la febbre all’interno del Partito è la riunione del Coordinamento Provinciale. I lavori sono stati convocati per lunedì sera: nella sede provinciale del Partito, dal momento che la volta scorsa – nonostante fosse stata affittata una sala al Cesari – non si sono comunque presentati quelli che rimproveravano al coordinatore provinciale Pasquale Ciacciarelli di riunire Forza Italia nello stesso stabile in cui ha l’ufficio politico l’ex presidente del Consiglio Regionale.

Assente giustificato il leader Mario Abbruzzese. Assente giustificato anche Gabriele Picano per passaggio ad altra forza politica, leggasi Noi con Salvini. Presente ma solo per cinque minuti il responsabile regionale del settore Attività Produttive Silvio Fereraguti che se n’è andato borbottando contro quasi tutto e tutti (leggi qui l’approfondimento). Assenti non giustificati il vice coordinatore provinciale Alessia Savo e l’ex deputato Antonello Iannarilli. Nessuna traccia e nessuna giustficazione per l’assessore provinciale Gianluca Quadrini.

L’ordine di scuderia impartito dal vice presidente dl Parlamento Europeo, che chiedeva di ricomporre tutte le divisioni? Gli àscari rispondono solo agli ordini del loro capotribù e non di altri. Nemmeno se si chiamano Antonio Tajani. Perché si sono ribellati, mentre fino alla settimana scorsa stavano più o meno allineati e più o meno coperti? Perché adesso tutti hanno la chiara percezione che Matteo Renzi ha i numeri per far approvare la riforma del Senato, non ci sarà nessuna crisi e non si andrà al voto anticipato. Nè al Parlamento né alla Regione dove si vociferava di un’imminente crisi legata a non meglio specificati problemi giudiziari per la maggioranza. E allora? Allora se non si vota Mario Abbruzzese non se ne va alla Camera, Antonello Iannarilli non va al posto suo in Regione, Silvio Ferraguti non si può candidare da nessuna parte.

Ma questa volta non ci si è limitati a disertare il Coordinamento in modo plateale. Silvio Ferraguti ha scritto, lanciando strali contro il coordinatore e tentando di accreditarsi – nei fatti – come il catalizzatore del dissenso contro Mario Abbruzzese. Alessia Savo ha annunciato che diserterà anche la festa provinciale organizzata a San Giorgio a Liri “Perché non ci sono le condizioni per andarci”. Gianluca Quadrini ha ripetuto quello che dice da tempo e cioè che a lui non danno niente mentre scannano il vitello grasso per chi se ne va e poi ritorna in Forza Italia. Chi c’è andato giù pesante è stato Antonello Iannarilli: dimenticando forse di non avere più l’immunità parlamentare, sulla sua bacheca Facebook si è lasciato andare ad una frase che sfiora da vicinissimo il Codice Penale. Ha scritto: “Qualche anno fa il centro organizzativo era a Ceprano e nn aggiungo altro …..adesso si è spostato a San Giorgio a Liri e spero presto di aggiungere altro …..chi vo capi capisci….”

La premessa: la festa scorsa venne organizzata a Ceprano e dopo poco tempo l’allora sindaco Gianni Sorge venne arrestato. Ora delle due è vera solo una: o Iannarilli pensa di portare sfiga e si augura l’arresto del suo coordinatore provinciale Pasquale Ciacciarelli che a San Giorgio a Liri è vice sindaco, oppure è a conoscenza di qualcosa che la maggior parte dei comuni mortali non sa.

Ciò che adesso tutti sanno, però, è che i cocci pazientemente incollati da Antonio Tajani meno di un mese fa sono di nuovo in frantumi. L’unica speranza, per rimetterli insieme, è una bella crisi di Governo. Ma da Palazzo Chigi non sembrano avvertirne la stessa urgenza che hanno in tanti a Frosinone.