La giustizia e la salvezza riassunte in un semplice No

Dov'è la giustizia e dove la salvezza? Siamo così ingenui da pensare che basti proclamare la fede per fare in modo che il mondo poi sia giusto? Non è così. Ecco due cose da sapere.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

La mia bocca racconterà la tua giustizia, ogni giorno la tua salvezza Sal 71

La giustizia e la salvezza che il salmista individua come doni di Dio, ci mettono un po’ in difficoltà. Dov’è, infatti, questa giustizia? Dov’è la salvezza? In questi giorni non ne vediamo tanta anzi assistiamo a spettacoli che ci sembrano indecorosi rispetto al luogo in cui avvengono, anche se ci abbiamo fatto l’abitudine, ma che vorremmo non vedere.  Possibile che il salmista sia così ingenuo da pensare che sia sufficiente proclamare la fede per far sì che il mondo sia giusto e che vada verso la salvezza?  O c’è un significato diverso che ci sfugge ad una prima lettura?  Di quale giustizia, di quale salvezza stiamo parlando?

Intanto, i due termini sono messi in relazione fra loro e cioè la giustizia è l’elemento essenziale che porta alla  salvezza: dobbiamo dunque riuscire a comprendere in che cosa consista la giustizia del Signore e come porti alla salvezza. 

Sono giorni assolutamente adatti ad una riflessione di questo genere poche ore fa abbiamo celebrato la Giornata della Memoria.  Ecco, lì è facile comprendere cosa sia la giustizia di Dio:  non si tratta di un tribunale che commina pene,  di una struttura organizzata per catturare i colpevoli e per distruggere la fonte dei delitti.  La giustizia di Dio è un dono che diventa una virtù per l’uomo, senza la quale l’uomo non è tale. Senza quella giustizia l’uomo cessa di essere tale. E’ dunque una dimensione personale prima di avere un valore sociale.

Dalla giustizia alla salvezza

Se accogliamo la  virtù della giustizia nella nostra vita personale  allora potremo contribuire  a realizzare anche la giustizia sociale

Pensiamo alle persone che hanno vissuto la Shoah, non a quelle che furono direttamente coinvolte o come persecutori nazifascisti, organizzatori dello sterminio, o come vittime di quella operazione malefica.  Pensiamo, piuttosto, a tutti quanti gli altri che si trovarono di fronte alle deportazioni, alle discriminazioni, alle violenze, e che dovettero decidere nella loro coscienza se collaborare con i persecutori oppure farsi i fatti propri, voltandosi dall’altra parte, oppure cercare di fare qualcosa, nonostante il rischio mortale che si poteva correre per sé stessi e per la propria famiglia. Questa è la giustizia che genera la salvezza.

Se una persona durante la Shoah è riuscita a salvare anche un altro suo simile ha compiuto un capolavoro nella costruzione della giustizia. 

E’ una  giustizia che va ben oltre le leggi umane, ben oltre le norme, ben oltre le consuetudini: questa giustizia  genera la salvezza che ci dà la possibilità di cambiare il mondo, che ci dà l’opportunità di salvarlo.   Chi si comporta secondo la giustizia, è un giusto, è uno che ha il coraggio di essere uomo, che non si rifugia dietro l’espressione stavo obbedendo agli ordini la terribile frase che abbiamo sentito dalle SS dei campi durante i processi sullo sterminio.

(Leggi qui qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).

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