La grande spaccatura nel MoVimento

Foto © Stefano Carofei / Imagoeconomica

"Immaturi" e "Si sottraggono al confronto”: il consigliere regionale Marco Cacciatore rivela dall'interno qual è la situazione nel gruppo regionale del M5S. Diviso al punto di chiedere l'espulsione per lui e per la capogruppo Lombardi

Sempre più divisi, sempre più distanti. I Consiglieri del Movimento 5 Stelle in Regione Lazio sono su due mondi opposti. Il fatto è che «c’è chi cerca di conciliare i diversi punti di vista e chi invece viene in aula solo per dividere. È il caso del ‘team Corrado’». Marco Cacciatore non ha dubbi: è uno dei Consiglieri vicini alla capogruppo Roberta Lombardi, nella scorsa votazione ha sostenuto la linea dello stop agli sfratti nella Cese Popolari portata avanti anche da Nicola Zingaretti. E per questo tra i suoi colleghi c’è chi ne ha chiesto la testa. Cioè la cacciata dal Movimento 5 Stelle, come ha sollecitato Davide Barillari. (leggi qui la richiesta di espulsione «Espulsione dal M5S per Roberta Lombardi e Marco Cacciatore” e leggi qui la spaccatura sulle Case Popolari Casa, la Lega assedia Zingaretti sulle Case Popolari).

Roberta Lombardi e Marco Cacciatore © Imagoeconomica / Stefano Carofei

Marco Cacciatore si è sfogato in queste ore con Alessandro Russo de Il Caffè di Roma. Rivelando quella che è oggi la situazione all’interno del gruppo grillino. Diviso tra chi ha una maggiore sensibilità istituzionale (il gruppo che sta con Roberta Lombardi) e chi invece è per il no a qualsiasi forma di dialogo, tanto con il centrosinistra di Zingaretti quanto con il centrodestra di Salvini (il ‘team di Valentina Corrado’ nel quale c’è anche Barillari).

Immaturi

Per Marco Cacciatore «Alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle si dimostrano spesso immaturi. Sono due legislature che partecipiamo alle dinamiche istituzionali. Dovremmo far prevalere l’interesse di giungere ai risultati che ci chiedono dai territori, anche facendo autocritica, come sui rifiuti». È la linea tracciata da Roberta Lombardi: fermamente con i piedi saldi sul terreno dell’opposizione ma disposta a dialogare su quelli che sono i pezzi di terreno che coincidono tra il programma del M5S e quello del centrosinistra. È così che ha portato agli elettori decine di punti promessi in campagna elettorale, nonostante le elezioni le abbia vinte Zingaretti.

È proprio il tema dei rifiuti a Roma quello che Cacciatore prende come esempio. Le cose non vanno, il Campidoglio non sta portando risultati. Una parte del MoVimento scarica la colpa sulla Regione. Invece Marco Cacciatore dice: «Sui rifiuti a Roma i risultati sono oggettivamente imbarazzanti. Invece che urlare alla luna per metterci in mostra dovremmo fare autocritica».

Spaccati

Roberta Lombardi © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

Il fatto è che non c’è modo di trovare una sintesi tra le due sensibilità che compongono il MoVimento. Non c’è voglia di trovarla, quella sintesi. «Le nostre riunioni si svolgono regolarmente e loro non vengono per mesi, verbali alla mano». Dove loro sono i consiglieri Valentina Corrado, Davide Barillari, Gaia Pernarella nella sua purezza, come al tempo dei VaffaDay.

Spiega Marco Cacciatore che «Barillari non ha proprio partecipato ai lavori del Collegato: assente per due settimane innumerevoli volte, sottraendosi ai confronti».

Si è arrivati al punto di doversi guardare le spalle durante le votazioni. «Colleghe come Corrado e Pernarella mi hanno costretto a intervenire in dissenso e interpretando arbitrariamente il voto su alcuni atti». Tradotto dal linguaggio d’Aula, il consigliere Cacciatore contesta alle due colleghe di avere espresso la loro posizione personale come se fosse di tutto il Gruppo. E per questo d’averlo costretto più volte ad intervenire ‘in dissenso’ da ciò che loro avevano dichiarato.

Rottura da subito

Valentina Corrado

Valentina Corrado si era candidata alla presidenza della Regione Lazio come avversaria di Nicola Zingaretti. Ma nella conta interna era stata surclassata da Roberta Lombardi: prima capogruppo M5S a Montecitorio, famosa per lo streaming con Bersani, ascoltatissima da Beppe Grillo fin dai primi giorni.

La rottura, ricostruisce Cacciatore, è maturata subito. «Ricordo che la Corrado uscì dal primo consiglio regionale ad aprile 2018 dichiarando che la capogruppo Lombardi fosse divisiva. Solo perché la Corrado non aveva ottenuto la vice presidenza da aula, per la quale decidemmo a maggioranza di candidare David Porrello».

Perché quel voto

Il caso delle Case Popolari ha lacerato il gruppo sia in regione che in Campidoglio. Chi era contrario alla sanatoria sostiene che in questo modo si premiano gli abusivi ed il racket. Cacciatore ha votato a favore, insieme alla maggioranza di centrosinistra. Spiega ora che «non votare la legge avrebbe significato non assumersi la responsabilità. A chi dice che si è favorito il racket rispondo che se è vero che esiste una malavita nelle occupazioni degli alloggi, è proprio regolarizzando persone disperate che si dà loro lo strumento per sottrarsi dal giogo della criminalità».