La Green Valley è nata: non servono più fotomontaggi

A Roccasecca, dove il "sindaco" Totò voleva fare al massimo un manicomio e tutti scaricavano rifiuti, cresce la prima piantagione di canapa industriale. Per la bonifica dei terreni e la produzione di biomassa e bioplastica

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Non tutti sanno che a Roccasecca c’è una piazza intitolata al principe Antonio De Curtis da quasi venticinque anni. Prima era dedicata al Risorgimento. È per via del film “Il medico dei pazzi” in cui Totò, sindaco immaginario della cittadina del Cassinate, pronuncia il celebre discorso di estremo addio prima di un lungo viaggio verso Napoli. Dall’antica Terra di Lavoro, anche dopo l’unità d’Italia, passando per il Regno delle due Sicilie.

«Concittadini amatissimi – dichiara con enfasi, tra gli applausi, don Felice Sciosciammocca -, in cambio del commovente affetto che mi dimostrate prima di partire, vi do una consolante notizia per l’avvenire e per l’incremento di questo nobile paese io ho deciso di costruire a spese mie un magnifico manicomio».

Non mancano allora le lamentele di un allevatore: «Signor sindaco, scusi sa, invece di pensare ai pazzi, perché non pensa ai porci? Almeno ci fa avere il pastone a buon prezzo». «State tranquilli, per me siete tutti uguali, uomini e porci – rassicura il Principe della risata -. Provvederò a tutti». «Scusate, don Felì – interviene subito dopo un signore distinto -. Dal momento che volete abbellire il nostro paese, perché al posto del manicomio non ci fate nu’ bell’ cafè chantant? Come quello che sta a Frosinone!». «Così ci facciamo venire le sciantose da Roma e Napoli», suggerisce subito un altro.

«Io faccio venire le sciantose a spese mie?! – sbotta il sindaco cinematografico di Roccasecca -. Bel mestiere mi sarei messo a fare. Nossignore, il manicomio. E mio nipote Ciccillo, che si è laureato a Napoli, ne sarà il direttore». Poi il doveroso passaggio in rivista del corpo delle guardie comunali, che dopo un veloce cambio di abito diventano anche «i valorosi pompieri di Roccasecca». «Mi sembrano delle facce conosciute», chiude Totò con il classico colpo da maestro.

Roccasecca, una storia diversa

La Green Valley di Roccasecca

Ecco: si è sempre e solo parlato di Roccasecca, ingiustamente, per “Il medico dei pazzi” e la discarica di Cerreto. Quella che ha notoriamente accolto per quindici anni non solo i rifiuti della provincia di Frosinone, ma anche quelli di Roma Capitale. Fino a strabordare, anche a livello di scontri politici e grane giudiziarie. Ora il vero sindaco, Giuseppe Sacco, dice a tutti – non solo ai roccaseccani – che «una storia diversa è possibile». (Leggi qui Uno storico Sacco di semi: la Green Valley germoglia).

Una proposta, verrebbe da dire, da pazzi: trasformare Roccasecca, dove don Felice Sciosciammocca avrebbe fatto al massimo una casa dei pazzi, da terra di rifiuti a capofila dell’economia circolare a livello provinciale. Il sindaco Sacco viene dal sopralluogo presso la prima piantagione di canapa industriale della Green Valley: il progetto dalla doppia finalità, l’una a favore della bonifica dei terreni e l’altra della produzione di biomassa e bioplastica. Nel mentre anche la Grande Bellezza: la candidatura di Roccasecca a Capitale Italiana della Cultura 2025. Altro che Manicomio.

Nella Green Valley, intanto, sono passati appena tre mesi dalla semina e presto sarà tempo di raccolto. Si stanno sperimentando due tipologie di canapa sia legate al territorio che adatte alla produzione di specifici polimeri: Carmagnola selezionata ed Eletta campana. Collaborano alla realizzazione del progetto, non da ultimi, il Cosilam e l’Agricola Happy Hill: il Consorzio per lo sviluppo industriale del Lazio Meridionale, ormai assorbito dal Consorzio del Lazio, e l’azienda che si è occupata concretamente della piantumazione. In tempi di estrema siccità, pur non richiedendo dosi eccessive di acqua, è arrivato il miracolo della natura: piante alte oltre tre metri.

Sacco parla al plurale: Basso Lazio

Il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco

Sono stati piantumati sessanta chilogrammi di cannabis sativa certificata dal Crea: il Consiglio di ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, nella materia il centro più importante, vigilato questo dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf). «Nelle prossime settimane – ha preannunciato il sindaco Saccoverranno effettuate le analisi per valutare l’impatto fitodepurante e per testare i livelli di produzione di biomassa e bioplastica delle piante coltivate. Noi ci crediamo e vogliamo che il progetto possa diventare un’opportunità per l’intero comprensorio».

In vista delle imminenti Elezioni Politiche, Sacco è infastidito: invoca invano da giorni sinergia tra Cassinate e Sud Pontino per l’indicazione di un valido candidato unitario nel collegio elettorale unificato. E crea un distinguo da Roccasecca, dov’è ormai attivo il primo Ufficio dell’Economia Circolare della provincia di Frosinone. È stato inaugurato nel giugno 2021 vicino al Comune, grazie al supporto del Cosilam, alla presenza del suo presidente Marco Delle Cese e della deputata ciociara Ilaria Fontana, sottosegretaria uscente alla Transizione Ecologica.

«Mentre la Politica discute di paracadute, blindature, garanzie e garantiti, e continua a parlare all’infinito, c’è la vita di tutti i giorni che non aspetta ed ha bisogno di risposte concrete ed urgenti – ha detto il Sindaco di Roccasecca, quello vero -. Nel Basso Lazio il tempo lo abbiamo impiegato e continueremo a farlo diversamente, perché crediamo nella forza delle idee e nell’entusiasmo. Una storia diversa è possibile, così come la voglia di cambiare in meglio la narrazione di questo territorio».

Rivoluzione a tutto tondo

Il sindaco Sacco durante la semina della canapa industriale
Sindaco Sacco, parte da Roccasecca la transizione sostenibile?

«Il nostro è un progetto silente che, senza troppi investimenti e proclami, sta procedendo. Sto insistendo molto sul tema dell’Area Vasta a tutti i livelli: industriale, per la transizione ecologica e culturale. Noi abbracciamo San Tommaso e San Benedetto, ma anche Cicerone».

«Stiamo creando un contenitore, in cui spicca la Green Valley, per dare un’ottima offerta a livello territoriale. Roccasecca ha già vinto rientrando tra le candidate a Capitale Italiana della Cultura 2025. Sarebbe importante anche una candidatura territoriale alle Politiche, ma a quanto pare arriveranno i soliti paracadutati dalle segreterie di Partito. Se si continua così, ci saranno sempre meno politici e saranno sempre gli stessi».

Mentre da Cassino chiedono a gran voce un seggio sicuro al Parlamento, lei continua a volere la sinergia con il Sud Pontino, a favore del Basso Lazio. Qualche speranza residua?

«Il collegio elettorale adesso è molto esteso ed arriva fino a Terracina e al Golfo. La situazione appare abbastanza delineata. Molto probabilmente il Cassinate ne uscirà con le ossa rotte. Il taglio dei parlamentari ha accentrato il potere in mano a pochi. I territori vengono trascurati e non contano più niente. Molto complicato, parlo anche per me, emergere a livello politico. Nel frattempo si riverbera tutto nello scostamento tra elettori e politica, che porterà secondo me a un’affluenza bassissima nel nostro territorio».

Politiche, temi, sistemi di potere

Lo schema dell’economia circolare secondo il Parlamento Europeo
Tra meno di un mese e mezzo ci sono le Elezioni Politiche. Lei sta spronando la Politica a confrontarsi sui temi. Sta ottenendo riscontri?

«No, perché non è che si ragiona sulla Green Valley, sulle infrastrutture come l’interconnessione nord di Cassino e il nuovo casello autostradale. Vedo soltanto una corsa alla poltrona per recuperare i posti occupati in precedenza. Ho scritto una lettera aperta per smuovere un po’ le coscienze. Di temi concreti per il territorio non ne ho purtroppo sentito uno. Io non ho una tessera di partito, ma non è perché non mi sono mai voluto tesserare a prescindere. Nell’attuale panorama politico nazionale ho davvero difficoltà a integrarmi. Non sono molto portato per questa Politica».

Parliamo di un passato che potrebbe ritornare a Roccasecca: i rifiuti. Lei è favorevole alle nuove tecnologie per la trasformazione dell’immondizia in energia?

«Il futuro è rappresentato da impianti che non devono essere impattanti sul territorio e permettere di abbattere i costi energetici. Ma è un po’ una favola quella delle resistenze territoriali, non è quello il problema serio. Quella dello smaltimento dei rifiuti in discarica è una logica vecchia. L’importante nel Lazio è andare a interrompere il Sistema di potere e interesse personale».

«Il problema non è convincere chi resiste, ma smantellare quel Sistema che garantisce esclusivamente profitti a qualcuno. Questo è lo scatto che dobbiamo fare. Gli impianti sono impattanti sui centri di potere, non sui territori. Bisogna cancellare tutti quelli che ancora oggi guadagnano indebitamente nell’universo dei rifiuti».