La guerra al virus non è finita: coprifuoco fino a marzo

L’assessore regionale Alessio D’Amato non si fida e teme il rischio dei cenoni natalizi. Per questo ha detto che le misure non saranno allentate. L’obiettivo è Rt a 0,5 a gennaio, per poi portare con un piano vaccinale che prevede 8 milioni di dosi per il Lazio.

Non è finita finché non finisce. Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità nel Lazio, lo sa benissimo. E allora ha voluto ribadire in un’intervista al quotidiano Il Messaggero che la guerra al Covid è ancora lunga. E che di conseguenza alcuni sacrifici dovranno continuare ad essere fatti. Per esempio bar, pub e ristoranti chiuderanno alle 18 e  osserveranno il coprifuoco dalle 22 alle 5 fino a marzo.

Uno scenario severo, perché da settimane D’Amato continua a parlare del rischio di una terza ondata e quindi della necessità di mantenere le restrizioni fino a primavera.

Almeno tre mesi di sacrifici

ALESSIO D’AMATO. FOTO © CARLO LANNUTTI / IMAGOECONOMICA

Ha detto l’assessore a Il Messaggero: “Naturalmente ci saranno interventi per le attività che rimarranno chiuse, come per le palestre, per il mondo della cultura, per il commercio ambulante dei mercati. Una cosa deve essere chiara: le misure adottate sono e saranno sempre proporzionali alla situazione dell’epidemia. Nel Lazio siamo stati prudenti e Roma oggi è tra le capitali europee che, pur con molte difficoltà, hanno sofferto meno, grazie al rigore dei comportamenti e anche alle misure che abbiamo adottato. Ora bisogna proseguire”.

E se anche l’obiettivo della Regione è quello di avere a gennaio una Rt (indice di trasmissibilità del virus) a 0,5, ci vorranno almeno tre mesi prima di pensare a un allentamento delle misure. Questo perché D’Amato ha spiegato che “il virus circola, l’Rt non è sotto controllo e per la campagna di vaccinazione ci vorrà tempo”. E se casi e ricoveri diminuiscono, il Lazio ha comunque sui 1500 casi al giorno. Troppi, se paragonati al mese di settembre. A tenere tutti con il fiato sospeso sono le festività natalizie, ormai alle porte. Se dovessero esserci cenoni e assembramenti, l’intero piano vaccinale andrebbe rivisto.

Otto milioni di dosi al Lazio

Il vaccino per il Covid arriverà nel 2021. D’Amato ha dichiarato che il Lazio punta ad avere otto milioni di dosi per quattro milioni di cittadini (servirà il richiamo).

Ha detto: “L’obiettivo è arrivare all’immunità di gregge, la copertura vaccinale deve essere superiore al 70%. Sarà una campagna complicata, dato il numero di persone coinvolte, durerà fino al termine del 2021. Partiremo con i vaccini al personale sanitario negli hub ospedalieri, poi quando arriveremo in tarda primavera al picco della campagna, ci sarà bisogno di tutte le forze possibili, dai 4.000 medici di medicina generale alle 1.500 farmacie”.

Insomma, la guerra al virus sarà ancora lunghissima.

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