La guerra decisiva del soldato semplice Nicola Zingaretti

Dopo il faccia a faccia con Enrico Letta l’ex segretario è sempre più attivo. E si moltiplicano le ricostruzioni sui motivi che lo stanno spingendo in questa fase. Ma in realtà il Pd si trova sempre dilaniato dalle correnti e isolato sul piano delle alleanze. Manca un federatore. E il punto è proprio questo. Ritorno a Piazza Grande.

Due giorni fa il ritorno al Nazareno e il faccia a faccia a pranzo con Enrico Letta. Oggi l’ennesima accelerazione come presidente della Regione Lazio. Nicola Zingaretti ha ribadito che nella battaglia di Roma lui darà una mano. Come militante. Ma ben consapevole del fatto che non è un militante qualunque. È l’x segretario del Partito Democratico.

Cosa vuole fare Zingaretti?

Nicola Zingaretti (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Se c’è uno che era dato vincente in ogni sondaggio, contro chiunque, quello era Nicola Zingaretti. Ma alla fine non si è candidato sindaco di Roma. Sosterrà Roberto Gualtieri. Ma lo farà con una determinazione fuori dall’ordinario. Peraltro alla Regione Lazio c’è l’unico vero esempio di accordo tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. La domanda che tutti pensano ma nessuno osa rivolgere è una sola: dove vuole arrivare Nicola Zingaretti? Cosa ha in mente?

Non potrà ricandidarsi alla presidenza della Regione Lazio. Certamente concorrerà per la Camera o per il Senato. Si voterà nel 2023, con un quadro politico difficile da immaginare oggi. Intanto perché non c’è la nuova legge elettorale. In secondo luogo anche le tradizionali alleanze potrebbe cambiare.

Nel centrodestra la volata per la leadership tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni potrebbe riservare sorprese. Ma è nel campo del centrosinistra che Zingaretti sta guardando. E tutto riporta a Piazza Grande, a quella piattaforma di dibattito piena di valori e di contenuti culturali della sinistra. L’architetto di quel progetto è stato l’europarlamentare Massimiliano Smeriglio.

Federatore cercasi

Nicola Zingaretti (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Al centrosinistra, oggi, manca la coalizione. E anche un federatore, ruolo che Nicola Zingaretti potrebbe svolgere senza problemi. Il presidente della Regione adora la politica, non è ossessionato dai ruoli. Altrimenti mai avrebbe lasciato la carica di segretario nazionale del Pd, attraverso la quale avrebbe scelto tutte le candidature che contano.

In un Pd dilaniato dalle correnti e isolato rispetto alle alleanze tradizionali, c’è bisogno di un ritorno alle origini. C’è bisogno di recuperare in campi come la cultura, la scuola, le fabbriche, la pubblica amministrazioni. E’ in questi settori che sono stati lasciati sul campo milioni di voti.

Poi ci sono le nuove frontiere del digitale, dell’ambiente, della mobilità sostenibile, della transizione ecologica, del trattamento dei rifiuti, dell’efficientamento energetico. Perfino della sanità post Covid. Tutti argomenti nei quali la Regione Lazio si sta distinguendo. Ecco perché l’entusiasmo del soldato semplice Nicola Zingaretti potrebbe rappresentare l’arma in più del Pd. Per i ruoli futuri si vedrà.