La guerra di Michele

[dfads params=’groups=105&limit=1&orderby=random&return_javascript=1′]

 

Michele Marini non mollerà a Frosinone: mai nessun via libera alla candidatura a sindaco di Fabrizio Cristofari, presidente dell’ordine dei medici. Mai nessun accordo con i Socialisti di Gianfranco Schietroma. Neppure un caffè con il suo predecessore Domenico Marzi.

Il Partito Democratico può far intervenire Nicola Zingaretti, perfino Matteo Renzi. Michele Marini non farà passi indietro: lui considera un tradimento politico quello che avvenne nel 2012, quando i Socialisti e lo stesso Cristofari (più diversi assessori e consiglieri comunali che erano stati con lui per un’intera consiliatura) se ne andarono a pochi giorni dalle elezioni. Andando a sostenere Marzi.

Però Michele Marini guarda proprio a quel risultato, perché al ballottaggio con Nicola Ottaviani alla fine andò lui.

Si parla della possibilità che l’ex sindaco possa presentarsi tra un anno con due o tre liste civiche. Si stanno facendo i calcoli: con 1500-2000 voti renderebbe praticamente impossibile una vittoria del centrosinistra. Francesco De Angelis e Alfredo Pallone si stanno muovendo, ma sarà complicato.

Al centrosinistra Michele Marini ha chiesto una cosa sola: Domenico Marzi, Fabrizio Cristofari e Gianfranco Schietroma dovrebbero chiedergli pubblicamente scusa per i fatti del 2012. Ma questo non succederà.

Pare che Nicola Ottaviani stia pensando ad un accordo con Michele Marini al ballottaggio. Senza apparentamento però. Sulla parola e sull’onore.