La Lega perde i giovani, che puntano il dito sui vertici

Le 'young guns' del Carroccio cassinate si dimettono in massa. Troppe ne hanno viste. Dai transfughi petrarconiani alla sfiducia a D'Alessandro che ha consegnato piazza De Gasperi a Salera. Con la ciliegina amara di Ciacciarelli e Gerardi che sotto l'abazia 'non tirano'.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Come non bastassero le divisioni all’interno del Gruppo consiliare di Cassino, l’evanescenza del circolo locale e le ferite mai cucite con gli ex leghisti che alle elezioni comunali dell’anno scorso erano scesi dal Carroccio per salire a bordo dell’armata di Petrarcone. Adesso i giovani buttano benzina sul fuoco. Lo fanno presentando le dimissioni del coordinamento cittadino della Lega Giovani Cassino.

A dire addio al Carroccio, insieme al responsabile cittadino della Lega Giovani di Cassino Danilo Evangelista, lasciano anche i membri del direttivo cittadino Alessandro Di Sano, Alessio Accardi, Alessio Di Cicco, Claudio Paliotta, Dennis Polisena, Rinaldo Masella e Carlo Borrea.

Ma non sono tanto le dimissioni, o i nomi, a far rumore. Quanto più le parole che usano per il commiato. Un vero e proprio processo ai vertici locali, provinciali e regionali.

Si parte da Cassino, ovviamente. Non poteva essere diversamente. E appare difficile non dar ragione ai giovani della Lega quando dicono, in sostanza, che la Lega ha regalato la città al centrosinistra.

Noi soli e i ‘peones’ dentro

I GIOVANI DIMISSIONARI

«Abbiamo assistito ad una pessima gestione provinciale della Lega. Gestione che ha portato il Partito a sfiduciare un sindaco di centrodestra per poi tornare di nuovo a sostenere un sindaco di centrodestra non leghista».

Il riferimento è alla crisi innescata un anno e mezzo fa a Cassino: le firme della Lega furono decisive per buttare giù l’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Carlo Maria D’Alessandro (Forza Italia). Una giunta nella quale il Carroccio aveva espresso il vicesindaco Carmelo Palombo ed un presidente di Commissione.

«Nello stesso periodo abbiamo visto commissariare il direttivo cittadino della Lega ad una settimana dalla presentazione della lista. Questo per poi vederla formata da persone avvicinate all’ultimo momento e provenienti da altre esperienze politiche».

Il riferimento è ai due consiglieri comunali poi eletti in Aula: Franco Evangelista e Michelina Bevilacqua. Nessuno dei due era un noto frequentatore di circoli leghisti. Molti sostengono che fu il candidato sindaco Mario Abbruzzese a sollecitare la loro candidatura nella Lega.

«Avevamo una sede sempre aperta, luogo di aggregazione che permetteva a diversi ragazzi e ragazze di frequentare la vita politica del Partito, di discutere e ragionare insieme proposte e soluzioni per il territorio. Anche questa è stata chiusa e non più riaperta».

«Ad un anno dalla sostituzione del vecchio coordinamento locale della Lega, non è mai stato formalizzato nessun nuovo direttivo cittadino. Inoltre nessun incontro pubblico è stato realizzato se non quello della Lega Giovani Cassino svoltosi nei primi giorni dello scorso dicembre».

Pasquale e Francesca cercasi

FRANCESCA GERARDI E PASQUALE CIACCIARELLI

Poi chiamano implicitamente in causa il consigliere regionale della Lega Pasquale Ciacciarelli e l’onorevole Francesca Gerardi.

E dicono: «Ogni giorno sentiamo amici e sostenitori amareggiati dalla pessima gestione del Partito nel cassinate. Sentono l’assenza politica sul territorio dei parlamentari eletti in Ciociaria. Ad esempio, non possiamo dimenticare che proprio la Lega a livello provinciale e regionale si è detta contraria ad una stazione Tav a Cassino».

Una ‘succursale di Abbruzzese’

Quindi l’affondo più pesante, quello che chiama in causa i vertici provinciali e regionali del Partito. «La Lega si sta man mano trasformando come una succursale, corrente di Forza Italia di Abbruzzese. Sono andati via tutti i candidati della lista della Lega alle passate elezioni regionali 2018. Se Salvini non si chiede cosa sia successo in Ciociaria dimostra non rispettare il nostro territorio».

Non rinnegano nulla del “Capitano”, ma non si riconoscono più nei “capitani” del territorio.

«Ancora oggi – dicono – crediamo nei valori e nelle battaglie portate avanti da Salvini. Siamo sovranisti e continueremo sempre a lottare per quelle idee Tuttavia siamo impossibilitati a proseguire il nostro attivismo in un partito che a livello territoriale non fa della militanza un baluardo».

I voti a Veronica Rossi

Matteo Salvini

E per concludere evidenziano i risultati del loro lavoro. «I giovani che hanno condiviso questo percorso escono insieme al nostro direttivo. Lo facciamo dispiaciuti ma forti e sereni di aver fatto il nostro dovere fino in fondo. I risultati che abbiamo portato alla nostra responsabile provinciale Maria Veronica Rossi sono una testimonianza. Testimonianza insieme alle tante iniziative che abbiamo realizzato sul territorio del Cassino».

Parole dure, insomma, quelle che utilizzano i giovani della Lega, ma che non sono certamente un fulmine a ciel sereno. Ma che i vertici non possono però far finta di ignorare. Perché a furia di ignorare e sminuire quel che accade a Cassino, il Partito all’ombra dell’Abbazia rischia di estinguersi.

Il consigliere e capogruppo della Lega Franco Evangelista aveva già in passato sollevato alcune di queste problematiche. È rimasto inascoltato. Infatti adesso dialoga con Gabriele Picano e presto potrebbe emigrare in Fratelli d’Italia.

Così come i giovani che sono usciti dalla Lega, del resto. E Ruspandini se la gode…