La lezione di Alessandro, il bimbo nato in auto sulla Pontina

La sfida del neonato venuto al mondo sulla Pontina aiutato dagli agenti della Polizia Stradale. Arriva in un luogo dove invece finora abbiamo raccontato di storie alla fine, in un tempo di morte, in un modo che invita a sperare

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Si chiama Alessandro ed è nato sulla Pontina: è venuto al mondo mentre i genitori correvano in auto da Sezze in direzione dell’ospedale per il parto. A fare da levatrici sono stati gli agenti della polizia stradale di Spinaceto.

La notizia mica è poi così eccezionale, siamo tutti nati nessuno escluso e lo abbiamo fatto dove potevamo: il più famoso di noi in una grotta al freddo e al gelo, senza “levatrici” e riscaldato da un bue ed un asinello.

Nascere in tempo di morte

Il neonato con il papà ed i poliziotti che lo hanno aiutato a nascere

A colpire non è il luogo. né il modo. Ma il tempo in cui questo è avvenuto. Un tempo fatto di guerra, di gente che fugge, gente che muore, di chi chiede agli altri di fare quello che non farebbe mai per se stesso. Tempi dove c’è la malattia che uccide ed i morti non si possono neanche seppellire. Invece sulla Pontina c’è stata una corsa a perdifiato per consentire ad un bambino di fare presto il primo respiro.

Il luogo però, a pensarci bene, è emblematico. Di quella strada noi raccontiamo sempre di viaggi che vanno a finire, invece questa volta raccontiamo di una cosa diversa: di un viaggio che inizia e che ha strada davanti.

Alessandro sicuramente avrà urlato per prendere il primo fiato, urlato così forte che lo avranno sentito dalle auto lanciate sulla Statale, con dentro gente che aveva fretta, con gente che aveva dentro la paura di questo tempo.

E se proprio vogliamo soffermarci a pensare, Alessandro è nato nelle mani di agenti di polizia: gente che vediamo ogni giorno a fare fronte al brutto di vivere e che invece ieri alle 20.50 ha aiutato un bimbo a venire a stare in questo mondo, a darci compagnia.

Le belle notizie non fanno notizia, nascere è normale, è tutto vero; ma anche morire è normale, ogni campante è destinato alla fine. Ma è la forza del sogno a dare un senso al periodo tra l’uno e l’altro evento. Come canta Francesco Guccini nel suo Don Chisciotte

Nel mondo oggi più di ieri domina l’ingiustizia,
Ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
Proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto
D’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto.

(…) Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante
E con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,
Colpirò con la mia lancia l’ingiustizia giorno e notte,
Com’è vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte…

Alessandro è lo slancio generoso di un eroico cavaliere: c’è bisogno di bimbi. C’è bisogno di futuro.