La lezione di San Francesco sta in un ‘grazie’

La lezione di San Francesco ed il suo 'grazie'. Che prende origine dal racconto dei dieci purificati. Un errore che spesso commettiamo pure noi

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

«Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». (Lc 17,18-19)

Le parole amare che Luca fa dire a Gesù appartengono all’espressione della sua umanità: ha guarito tante persone, poche vengono a ringraziarlo, qui addirittura uno soltanto, e per di più uno straniero.

Nella logica divisiva del tempo, che l’unico a ringraziare sia uno straniero acquisisce un significato fondamentale per i destinatari del messaggio evangelico.

Perché i guariti non ringraziano? Che cosa impedisce, a chi riceve un beneficio così importante, di esprimere la sua gratitudine a chi gli ha donato tanto?

Quei mille grazie non detti

Foto: Philippe Ramakers

Se stiamo attenti, la situazione descritta dalla Parola riguarda la vita di ciascuno di noi: riceviamo tanto e non ringraziamo, lo facciamo di continuo. Quando siamo stati miracolati come i lebbrosi del vangelo? Sempre: nel momento in cui siamo stati concepiti, quando siamo venuti al mondo e qualcuno si è preso cura di noi. Quando ci hanno nutriti, vestiti, curati. E quando siamo stati male, vaccinati per non farci incorrere in ulteriori malattie, quando ci hanno istruiti, educati, indirizzati ad una particolare attività. O quando hanno cercato di scoprire i nostri talenti e le nostre inclinazioni.

Tutte queste cose ci sarebbero potute mancare come mancano a tante persone nel mondo. 

E ancora, quando ci hanno accolti come amici, quando abbiamo scoperto che quella persona era particolarmente affascinante, quando siamo stati spinti verso traguardi più importanti. E quando ci siamo trovati in difficoltà e qualcuno ci ha aiutati… 

Quanti miracoli abbiamo ricevuto, quante volte siamo stati guariti, eppure non abbiamo ringraziato abbastanza. Anzi, spesso, l’abbiamo considerato come un atto dovuto.

La lezione di San Francesco

Noi vediamo, camminiamo, ascoltiamo, ragioniamo, annusiamo, gustiamo senza renderci conto che molte altre persone non riescono a farlo. E che noi abbiamo ricevuto tutte queste cose gratuitamente, come un dono, senza aver fatto nulla per meritarlo: dovremmo ringraziare da mattina a sera, come ci esortano a fare i Salmi, perché troppo spesso dimentichiamo di farlo.

Abbiamo ricevuto un dono grande che è la nostra vita, nonostante le sue sofferenze, le cose che non vanno bene, le contraddizioni, le nostre debolezze.

In questa settimana abbiamo ricordato il poverello d’Assisi, dovrebbe essere lui il nostro esempio. Ogni cosa è un dono: il sole, l’acqua, le stelle, il vento, la morte stessa  che ci ricorda che siamo limitati, tutto ci è stato donato e per questo dobbiamo ringraziare.

San Francesco ci dà un orientamento chiaro: tutto ci è stato donato, per tutto dobbiamo ringraziare.