La lotta all’ultimo sangue nei collegi maggioritari ed il voto al buio

Non conta tanto il candidato: in questa politica - marketing il brand di un simbolo rappresenta l'alternativa. Il tutto in un sistema che non è più tripolare ma proporzionale. Il voto questa volta rischia di essere al buio.

La mobilitazione è totale, non soltanto con i social network. Ma soprattutto con le riunioni, gli incontri, i tentativi di convincere gli indecisi e recuperare ogni singolo consenso. Anche se la mappa del voto italiano degli ultimi dieci anni dice che chi ha deciso non cambierà idea e che alla fine  le “rivoluzioni” potranno attendere.

 

Il centrodestra cerca il triplete nei collegi uninominali: Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) al Senato, Mario Abbruzzese (Forza Italia) alla Camera sud, Francesco Zicchieri (Lega) alla Camera nord. Il centrosinistra si affida a due donne: Maria Spilabotte (Pd) al Senato e Francesca Cerquozzi (Pd) alla Camera nord. Mentre alla Camera sud c’è Gianrico Rinaldi, di Insieme.

 

Il fatto è che non siamo più nel sistema bipolare di qualche anno fa, la contrapposizione non è più tra due schieramenti. Intanto c’è il Movimento Cinque, che alle politiche fa affidamento sul voto di opinione. Indipendentemente dai candidati. Il brand di un simbolo che rappresenta ancora un voto alternativo.

Ma, con una legge elettorale sostanzialmente proporzionale, il sistema non è più nemmeno tripolare. Intanto ci sono anche Liberi e Uguali, ma è l’intero meccanismo a non dare garanzie di stabilità. Perché le coalizioni per il governo del Paese potrebbero essere diverse da quelle elettorali.

Lo sanno bene tutti, anche i protagonisti del territorio. Le alleanze servono per conquistare i collegi maggioritari, poi si vedrà.

Un voto al buio.

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