La lunga e tormentata via del Pd verso il voto

Non è bastata la riunione del Direttivo Pd per decidere la posizione del Partito alle Comunali di Anagni. Ora si rischia la lacerazione. Perché c'è chi non vorrebbe rispettare il voto interno. Andando verso l'espulsione

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Probabilmente un ricorso non ci sarà, e forse non potrebbe nemmeno esserci. Quello che è certo che ad Anagni la vicenda dell’indicazione di voto del Pd per LiberaAnagni non è ancora finita. Se non altro perché quanto deciso nei giorni scorsi potrebbe ancora generare ulteriori movimenti, forse una vera e propria scissione.

I primi movimenti ci sono già. E potrebbero rendere ancora più complessa la realtà di un Partito che, oggi come oggi, vive in una fase di profonda confusione.

Oltre il Direttivo

L’avvocato Santovincenzo

Non si placano in città le polemiche legate alla decisione del Direttivo tenutosi qualche giorno fa. E cioè di legare il Pd cittadino alle sorti di LiberAnagni, la coalizione capitanata dall’avvocato Luca Santovincenzo, che qualche giorno fa ha deciso di partire per la propria campagna elettorale. (Leggi qui: La scelta del Pd, svolta a sinistra con Santovincenzo).

Quella di LiberAnagni era una delle collocazioni possibili del Partito Democratico che, fino a pochi giorni fa. Non aveva ancora deciso cosa fare in vista delle elezioni comunali del 14 e del 15 maggio. E proprio di questo si era discusso all’interno di una drammatico Direttivo, durato oltre 4 ore; che alla fine aveva visto la vittoria dei pro LiberAnagni, con l’uscita, al momento del voto, della fazione che invece faceva riferimento alla possibilità di andare nella altra coalizione civica, SiAmo Anagni, quella capitanata dal candidato a sindaco Alessandro Cardinali.

Una decisione che il Partito Democratico, in una nota ufficiale, aveva stabilito di aver preso perché “questa città ha bisogno di un’alternativa non solo alle destre ma, anche e soprattutto alla inefficienza amministrativa”. Una decisione presa per far tornare ad essere il Pd anagnino “protagonista di un fronte progressista innovativo ed autorevole”.

Cosa non quadra

Egidio Proietti

Il tutto però presupporrebbe un fronte comune; con il Partito che, anche dopo le tensioni interne, fa quadrato e decide di appoggiare la decisione del segretario Egidio Proietti. Ed invece non è così.

Solo per fare un esempio, negli ultimi giorni circola insistente la voce che non l’ultimo degli scritti, ma un membro influente del Direttivo provinciale, Luigi Vecchi, starebbe pensando di lasciare il Partito Democratico per entrare a far parte della lista di Domenico Beccidelli all’interno di SiAmo Anagni. Di fatto una scissione, strettamente legata a quello che è stato deciso durante l’ultimo drammatico direttivo.

Perché una scissione? Perché il Partito Democratico si è espresso. Ed ha preso una posizione nel pieno della legittimità indicata dallo Statuto. Da quel momento, chi si candida contro il Pd è fuori dal Pd; e chi sostiene un candidato diverso da quello del Pd può farlo: ma è fuori dalla linea del Pd e quindi dal Partito. Lo Statuto dice che deve restarci non meno di due anni. Come è capitato a Luca Fardelli a Cassino ed Antonella Di Pucchio ad Isola del Liri. Non figure di secondo piano.

Senza contare il fatto che nel Partito ad Anagni restano altre sensibilità. Che, sia pur senza voler emergere con tanto di virgolettato, nei giorni successivi al Direttivo hanno fatto strame del Segretario cittadino. Parlando di un direttivo che di fatto non ha visto un vero e proprio dibattito. In cui non sono state illustrate relazioni e programmi né da una parte né dall’altra, né di SiAmo Anagni né di LiberAnagni.

Il coefficiente emotivo

Circostanza questa che non trova conforto. Fosse solo per il fatto che a quei lavori è stato presente il Segretario Provinciale, Luca Fantini. Che ha bacchettato il gruppo dirigente ma per un altro motivo. E cioè avere tirato la discussione fino all’ultima settimana mentre un gruppo dirigente deve definire con anticipo la linea.

Invece la decisione di passare con LiberAnagni, almeno a giudicare dalle accuse fatte, sarebbe stata presa soltanto sulla base di un puro coefficiente emotivo. Che, sempre secondo le critiche, potrebbe non essere esattamente l’approccio adatto per una campagna elettorale.

Tutto riporta alla questione di partenza. Il ricorso ci sarà o meno? Al momento non è dato ancora saperlo. Quello che è certo è che, come si dicevamo all’inizio, il Pd va in maniera abbastanza spedita se non verso una scissione, incontro ad un depotenziamento tra le proprie fila.