La “melina” sul congresso che rischia di portare il Pd ad una frattura insanabile

Lo slittamento sine die della direzione provinciale non promette nulla di buono. Il segretario reggente Domenico Alfieri non sembra avere intenzione di sbloccare la situazione. C’è la carta dell’autoconvocazione, ma sarebbe una forzatura. Buschini e Battisti studiano la situazione. Pompeo e Costanzo restano a guardare.

Ora rischia di essere tardi comunque. Il congresso provinciale del Pd si deve tenere: lo prevede lo statuto. Ma Domenico Alfieri, Segretario reggente da due anni,  continua a non convocarlo. Domani si sarebbe dovuta tenere la riunione per avviare l’iter e nominare la commissione di garanzia. E invece nulla. Rinvio. Sine die. La riunione delle sezioni del Nord avvenuta nei giorni scorsi pone l’esigenza di una domanda chiara: c’è il rischio  di una rottura seria invece che di una decantazione benefica? (leggi qui Pd, la situazione sfugge: “Fateci fare il Congresso”)

I protagonisti del prossimo Congresso Pd

A chiedere il congresso sono in tanti. I Giovani Democratici innanzitutto, ma anche l’intera area di Pensare Democratico, anche se il leader Francesco De Angelis ha ribadito più volte che non verrà presentato un candidato di bandiera e neppure una lista. Una mossa fatta proprio per favorire la celebrazione del congresso. Necessaria, considerando che l’ultimo appuntamento si è svolto nel 2016 e che da due anni alla guida del Partito c’è un reggente.

Per domani Domenico Alfieri ha impegni improrogabili. Avrebbe potuto fissare subito una nuova data, ma non lo ha fatto. (leggi qui Salta la Direzione Pd: l’iter per il Congresso non parte).

Il sospetto legittimo è che il segretario voglia tirarla per le lunghe, arrivare a dopo le regionali in Emilia Romagna, che fra l’altro si svolgeranno qualche giorno prima la data fissata per la fine del tesseramento in Ciociaria (31 gennaio). In modo da arrivare a marzo, forse perfino ad aprile. Se non addirittura a giugno, quando si dovrebbe celebrare la stagione congressuale nazionale annunciata da Nicola Zingaretti.

Ma in Ciociaria c’è bisogno di un Congresso vero per fare il punto della situazione, misurare i rapporti di forza e ripartire. Da quando è iniziato a circolare il nome di Luca Fantini (segretario regionale dei Giovani Democratici), Domenico Alfieri si è messo sulla difensiva. Lo ha detto a De Angelis e adesso sembra voler continuare su quella falsariga.

Il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini ed il Consigliere del Lazio Sara Battisti

A questo punto il “boccino” è nelle mani di Mauro Buschini e Sara Battisti. Hanno i numeri per avviare una raccolta di firme per l’autoconvocazione della Direzione e dell’Assemblea Provinciale. Ma questo sarebbe un atto che andrebbe nella direzione opposta a quella di un congresso sereno e probabilmente unitario. Se però l’appuntamento non dovesse essere fissato, non restano molte alternative.

Antonio Pompeo e Simone Costanzo non prenderanno iniziative: a loro la fase di stallo non dispiace, anche perché non hanno i numeri per poter vincere il congresso. Il rischio in questa situazione è quello di una frattura. Anche se Francesco De Angelis ha fatto un passo di lato, non indietro. Qualora decidesse di fare da “pacificatore”, nessuno potrebbe impedirglielo.

Anche perché il Pd ciociaro sa che Nicola Zingaretti osserva. E questa melina non fa fare una bella figura a nessuno.