La mina politica nascosta nell’Ambiente di Ceccano

La sottile manovra dell'ex sindaco Antonio Ciotoli. Elogia la Regione per la bonifica ma in realtà si prepara a colpire un bilancio che rischia di perdere le grandi occasioni del recovery. Il tema Ambiente è un nervo scoperto. A Ceccano come a Patrica. Ma si sta facendo molto rumore. In realtà chi ha il potere di agire non lo sta facendo

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

L’ex sindaco Antonio Ciotoli, segretario del Partito Socialista di Ceccano, torna a battere un colpo ma finisce per sparare a salve. Ringrazia i consiglieri regionali del Partito Democratico Mauro Buschini e Sara Battisti per la prossima bonifica dell’ex cava di pietrisco di via Anime Sante. Sfugge il fatto, però, che la Regione Lazio realizzerà l’intervento da oltre 900mila euro a tutela dell’ambiente in sostituzione e in danno del proprietario: il Comune. Cosa significa.

Se non individua il responsabile dell’inquinamento, scatta la rivalsa della Regione. Che busserà alle casse del Comune. Il quale può avvalersi di un privilegio speciale: cedere il bene e coprire i costi. Sempre se riesce a coprirli interamente. Altrimenti la differenza la paga la collettività.

Insomma: la Regione anticipa i soldi ed esegue i lavori di bonifica. Ma lo fa al posto del proprietario e di chi ha inquinato. È il responsabile a dover pagare. E se non si trova: pagano tutti.

Cava fuori dal Sin

L’ex cava di via Anime Sante

La situazione è questa. Deriva dall’ormai prossima estromissione dell’ex cava di Ceccano dal Sito di Interesse Nazionale “Bacino del fiume Sacco”. Per i non addetti ai lavori: un Sito di Interesse Nazionale è un’area con un inquinamento talmente grave che sarà lo Stato ad occuparsi di finanziare la bonifica. Uscire dal Sin significa che lo Stato non paga la bonifica. E, in questo caso specifico, sarà la Regione a coprire. Ma in sostituzione e in danno

Perché il sito si prepara ad uscire dal Sin? Perché il Sin si interessa dell’inquinamento determinato da anni di scarichi industriali velenosi. Mentre l’ex cava è una discarica abusiva di rifiuti. Sono due competenze diverse.

Nelle settimane scorse a questo riguardo si era già registrato uno scontro tra il PD regionale ed i Fratelli d’Italia locali. Nell’occasione tra l’assessore all’Ambiente Riccardo Del Brocco e il duo Buschini-Battisti. (Leggi qui Pd contro Fratelli d’Italia: il nuovo scontro politico).

La ‘toppa’ ed il buco

Antonio Ciotoli

A ottobre scorso si seppe che la discarica era fuori dal Sin, l’assessore all’Ambiente di Ceccano Riccardo Del Brocco aveva tuonato «è una ritorsione politica del Pd». Perché? Il centrodestra aveva appena vinto le elezioni Comunali in città.

Quella diatriba viene ricordata ora da Antonio Ciotoli. «Il presidente del Consiglio regionale Buschini e la consigliera Battisti, rispondendo a un vaneggiamento dell’assessore Del Brocco, spiegavano che il Comune di Ceccano ha erroneamente segnalato la discarica di via Anime Sante tra i siti da bonificare con i fondi della Valle del Sacco». E, nell’intento di tranquillizzare la cittadinanza, aggiunsero: «La Regione metterà una toppa a questo errore del Comune. E bonificherà il sito con fondi propri».

Tutto vero. Senza alcuna concessione ai furbi. Infatti la norma prevede che la Regione anticipi le somme. E poi le richieda indietro al responsabile dei danni.

A Buschini e Battisti va il plauso di Ciotoli. Per «aver mantenuto con tenacia – dichiara – un impegno preso con il territorio. E per essersi voluti sostituire alla incapacità dell’amministrazione Caligiore 1 e 2. Amministrazione totalmente assente e pericolosamente decontestualizzata rispetto al tema».

L’ex sindaco ha fatto riferimento anche alla bonifica da oltre un milione di euro presso l’ex saponificio Annunziata. Che è nel Sin e verrà disinquinato anch’esso direttamente dalla Regione sostituendosi al proprietario. Un risultato del quale rivendica il merito.

Perché? Ciotoli, sindaco di Ceccano dal 2002 al 2012, ricorda come i socialisti abbiano «combattuto e alla fine ottenuto». Cosa? «Che i territori a valle di Colleferro, dai siti Arpa 1 e Arpa 2 come Ceccano e fino giù a Falvaterra, fossero giustamente ricompresi nel Sin».

I fatti dicono che oltre questo non è che sia stato fatto molto altro in materia anche nel passato.

Il tubo… di Pulcinella

L’ondata di schiuma apparsa nel fiume Sacco nel novembre 2018

Dal segretario socialista non manca un affondo diretto al sindaco Roberto Caligiore. «La Regione ha dato corso ad importanti iniziative. Questo mentre il sindaco, da film maker noir, correva di notte per accaparrarsi l’esclusiva video sulla “scoperta” del segreto di pulcinella. E cioè di eventuali quanto probabili scarichi abusivi lungo il corso del fiume. Bucate clamorosamente da Alessandro Savoni prima e da Riccardo Del Brocco ora».

Attaccando anche l’ex e l’attuale assessore al ramo, Ciotoli ha riportato alla memoria quanto accaduto il primo dicembre del 2018.

Dopo le note schiumate nel fiume Sacco che fecero il giro d’Italia, Caligiore riprese e mostrò via social un tubo. Tubo utilizzato da un’azienda per bypassare la centralina di rilevamento dell’Asi e scaricare direttamente nel fiume. Assieme a lui, all’interno dell’azienda situata tra Ceccano e Patrica, si era introdotto anche il sindaco dell’altra cittadina Lucio Fiordalisio. Entrambi, anche con le manifestazioni promosse contro l’inquinamento e la puzza che attanagliano il territorio, sono ormai da tempo i “Sindaci del respiro”.

Nel mirino il bilancio dell’Ambiente

Il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore

L’intervento dell’ex sindaco Antonio Ciotoli ha un bersaglio evidente ed uno nascosto. Il bersaglio evidente è la sostenuta inefficienza del Comune di Ceccano di fronte ai temi ambientali. Il bersaglio nascosto sono le grandi tematiche di sviluppo ambientale dalle quali ora il Comune rischia di rimanere tagliato fuori.

I fatti stanno dimostrando che era vero quanto annunciato un paio di anni fa dagli esperti: sta esplodendo la Green Economy e soprattutto la Circular Economy; non è un caso che i fondi europei del Recovery siano in larga parte concentrati su quei capitoli.

Il 70% del Plan prevede che si investa in efficientamento, disinquinamento, produzione di energie green.

La mossa di Antonio Ciotoli sta tutta qui. Prepara il terreno per puntare il dito contro il prossimo bilancio comunale. Nel quale non c’è alcun colpo d’ala che tenga conto del recovery, delle sue indicazioni, delle traiettorie tracciate dall’Europa. Sull’Ambiente, Ceccano non va oltre la protesta e non investe sulla proposta: il siluro del segretario socialista va in quella direzione.

Lucio, Roberto e l’ambiente

Che il tema dell’Ambiente sia uno dei nervi sensibili lo sanno bene i sindaci Caligiore e Fiordalisio, l’ex assessore Savoni e il suo successore Del Brocco. Si sono ritrovati sabato scorso nella sala consiliare di Ceccano assieme al senatore Massimo Ruspandini. Alla fine si è parlato di Ambiente anche se non era una riunione in materia. C’era la premiazione dei vincitori del contest fotografico “Accendi il Natale”.

Il sindaco di Patrica Lucio Fiordalisio

Chi ha parlato d’ambiente? Il sindaco Caligiore. In riferimento all’ultima “battaglia” che vede in prima fila il sindaco patricano. Quella contro la realizzazione di un impianto privato di trattamento di rifiuti liquidi in località Cese. In un’area della zona industriale Asi ma anche del Sin della Valle del Sacco, tra la linea Tav e il fiume.

«Ci stanno legando tante iniziative che si stanno facendo a livello provinciale e intercomunale. – ha detto Caligiore introducendo Fiordalisio -. Proprio in questi giorni sta portando avanti una battaglia che noi, come Comune limitrofo, stiamo assolutamente sposando. Davanti a una Valle del Sacco funestata dall’inquinamento, i benpensanti che governano la Regione pensano di mettere altre aziende di trattamento dei rifiuti. In questo caso nel territorio di Patrica. Noi abbiamo seguito il “no”. Purtroppo le leggi relegano i Comuni, nonostante siano quelli che governano il territorio, soltanto a un parere non vincolante. Alla fine la Regione se la canta e se la suona».

Le cose non stanno proprio così. C’è una responsabilità chiara anche dei sindaci. Il motivo ed i riferimenti giuridici li abbiamo spiegati su questo giornale già da qualche tempo (Leggi qui: Il grande bluff dei rifiuti).

Nei giorni scorsi anche Fiordalisio, in vista dell’ultima seduta della conferenza dei servizi per la valutazione dell’impatto ambientale dell’impianto, ha ridato fuoco alle polveri. «Trovo assurdo come gli uffici della Regione Lazio, in questo anno pandemico in cui tutti hanno risentito di quello che è capitato, abbiano chiuso tutti i procedimenti con una velocità straordinaria»– ha lamentato in un video-intervento, accompagnato dall’hashtag #rispettoperquestaterra.

Le bordate a Zingaretti

E poi ancora, con sarcasmo, ha aggiunto: «Ringrazio anche il presidente Nicola Zingaretti. Presidente che ha ormai destinato queste nostre terre a distretto di rifiuti». Detto da chi ormai da oltre un anno si sta avvicinando man mano a FdI. E dopo aver detto addio al PD perché ha «percepito silenzi, distacco e disinteresse da molti dirigenti. Dirigenti che oggi rappresentano il Partito Democratico a livello provinciale, regionale e nazionale».

Sulla sua stessa lunghezza d’onda, sempre via social, l’assessore FdI Riccardo Del Brocco. «Con la complicità di Mauro Buschini e del silenzio di Sara Battisti stanno andando avanti decine di autorizzazioni sul nostro territorio. Territorio che oramai viene trattato come il distretto dei rifiuti. A queste politiche noi diciamo “no” con forza e determinazione. Perché la provincia di Frosinone e la Valle del Sacco non possono diventare la pattumiera della Regione Lazio».

Riccardo Del Brocco

Resta il fatto che l’Arpa Lazio, che è l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, ha dato una valutazione negativa al Piano di Monitoraggio e Controllo. Quello presentato per l’impianto che una società privata intende insediare a Patrica. L’Agenzia della Regione Lazio, infatti, non ha potuto «stabilire allo stato attuale idonee modalità di monitoraggio e controllo dell’impianto. Di quello e delle sue emissioni nell’ambiente, necessarie a soddisfare i requisiti previsti dalla normativa ambientale vigente».

O si campiona o non se ne fa nulla

In precedenza il Ministero dell’Ambiente ha precisato che «l’area in esame rientra all’interno del Sito di interesse nazionale e non risulta essere stata caratterizzata». Quindi, se non si campiona e analizza il terreno, non si muove una pietra.

La Soprintendenza “Archeologia, Belle Arti e Paesaggio”, invece, ha fatto presente un dato. Che «l’area destinata all’impianto si trova a breve distanza da due vincoli archeologici puntuali». Dall’Unità Impianti Lazio Centro Sud, inoltre, si è messo in chiaro che «il fondo in parola è gravato da servitù di elettrodotto». Pertanto, non potranno essere erette costruzioni di qualsiasi natura. Né potranno essere costituiti depositi, sia pure provvisori, di materiali infiammabili.

Come quelli di Patrica e Ceccano, poi, anche i sindaci democrat di Supino e Morolo, Gianfranco Barletta e Gino Molinari, hanno espresso il loro parere negativo. Anche la Provincia di Frosinone, guidata dall’altrettanto democrat Antonio Pompeo, ha sollevato criticità progettuali. Criticità tali da non poter emettere parere di competenza.

Il ruolo dei sindaci per l’ambiente

Lo stesso Pompeo, al pari degli altri sindaci nonché del senatore Ruspandini, ha preteso da tempo a Zingaretti l’attuazione della Legge Regionale 13/2019. Quella che disciplina le aree ad elevato rischio ambientale. Ha anche invocato «un’azione sinergica tra i Comuni con l’unico interesse di tutelare l’ambiente».

Antonio Pompeo

Cos’hanno detto a riguardo gli attaccati Buschini e Battisti? «Fiordalisio dichiari Patrica fuori dall’area industriale e nessuna impresa potrà presentare richieste per nuovi impianti». È esattamente il nocciolo del problema. La Regione Lazio, d’altronde, è chiamata per legge a valutare l’impatto ambientale di un’opera. E, se questa rispetta tutti i requisiti, non può che avallare la sua realizzazione.

Tutti gli altri, a quanto pare, sono contrari. Alcuni, però, dicono di esserlo più di altri. Ma nei fatti, chi potrebbe impedirlo, non lo sta facendo.

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