La mossa azzardata di Natalia per il nuovo ospedale

Un progetto da realizzare con un importante partner della sanità privata italiana. Che porterebbe alla riapertura dell'ospedale di Anagni. È la mossa che si nasconde dietro le parole pronunciate l'altro giorno dal sindaco. Che in tema di Sanità non può più tardare

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Importanti novità sulla questione sanità ad Anagni”: è la frase che ha pronunciato qualche giorno fa il sindaco della città dei papi Daniele Natalia a margine di un convegno sulla situazione della Sanità nella provincia di Frosinone. E in special modo, nella zona nord della provincia.

Un convegno che ha messo nero su bianco, grazie ai dati raccolti dall’Eures, quello che già si sapeva da tempo. Ovvero, che la Sanità in provincia di Frosinone risente ancora dei tagli selvaggi portati avanti per un intero decennio nel nome dei conti da far quadrare. In quel periodo venne tagliata anche la polpa, chiudendo ospedali come quello di Anagni che invece una logica sanitaria l’avevano.

Il piano di riorganizzazione avviato dalla Regione Lazio dopo l’uscita dal Commissariamento della Sanità sta iniziando a dare i primi risultati: si leggeranno nei rapporti Eures dal prossimo anno in poi. Ad oggi però quelle cifre raccontano ancora di strutture sanitarie dimezzate, posti letto diminuiti, operatori del settore in caduta libera. Un quadro che diventa ancora più fosco nella zona nord della provincia. Una zona nella quale la richiesta di buona sanità da tempo è pressante. Impensabile che Anagni non sia sede di un presidio sanitario capace di assicurare l’emergenza e l’urgenza per tutto il comprensorio.

Il rilancio di Natalia

Daniele Natalia

Daniele Natalia tutto questo lo sa. Anche perché il bisogno di Sanità sull’intero distretto di Anagni è uno dei pilastri su cui, nel 2018, ha costruito la sua campagna elettorale da sindaco. È intercettando il malcontento di un popolo che chiedeva (e chiede ancora) maggiore sanità per sé e per i propri cari che Natalia ha (soprattutto) vinto le elezioni comunali.

Il problema è che da quel momento in poi, per dirla in modo elegante, il sindaco non ne ha azzeccate più molte. Le promesse di impegno per ridare al territorio una sanità degna di questo nome sono rimaste lettera morta. Non che non si sia impegnato o non ci abbia provato: con ognuno dei Direttori generali ai quali è stata affidata la Asl di Frosinone in questi anni (da Macchitella a Lorusso, da Magrini a D’Alessandro) ha tentato di ottenere la riapertura dell’ospedale. Ma il problema non è Anagni e nemmeno Frosinone. E tutto è andato avanti come prima. Cioè male.

Si spiega così, forse, la decisione di Natalia di esporsi in prima persona. Con una frase (“importanti novità sulla questione sanità”) impegnativa, ma anche rischiosa. Che funziona un po’ come un rilancio a poker.

La Sanità determina le elezioni

Le corsie dell’ospedale

Natalia sa che fino ad ora sulla Sanità ha molto da farsi perdonare. Che sia per demeriti propri o per colpa di dinamiche esterne non conta più di tanto. Natalia sa che, così come ha vinto le elezioni sulla sanità, può anche perderle, sullo stesso terreno. Ecco quindi la decisione di rilanciare. Spingendosi ad annunciare un piano di rilancio complessivo per la zona.

Dettagli non ce ne sono; ma si parla di un progetto pubblico-privato che potrebbe portare in città una nuova struttura nei pressi del casello autostradale, sulla scorta di quello che , all’epoca della giunta Badaloni, fu il piano Battaglia. Un nuovo ospedale da realizzare nella parte bassa della città, che avrebbe consentito un’operatività maggiore per tutto il territorio. Quel piano è rimasto poi solo sulla carta. Riprenderlo (se le voci fossero confermate) significherebbe davvero realizzare una svolta concreta per la Sanità del territorio. Con tutti i vantaggi in termini pratici (una sanità migliore) e politici (l’aumento del gradimento per il sindaco).

Per lo stesso motivo però, se anche questo (come avvenuto dopo tutti gli incontri con i Dg Asl) si rivelasse un vicolo cieco, Natalia pagherebbe le conseguenze della sua presa di posizione. Perché la sanità è una delle poche cose su cui non puoi scherzare.

Se lo fai, la gente, alla fine, come è accaduto per Bassetta, ti presenta il conto.

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