La mossa di Calandrini: FdI corteggia Zaccheo

Se per un 10% cerchi il nuovo che avanza. Nicola calandrini fa la corte a Vincenzo Zaccheo. E soprattutto al suo pacchetto di preferenze. Che è strategico

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Un corteggiamento all’ex sindaco Vincenzo Zaccheo: l’uomo che fu vicino a Giorgio Almirante, conquistò un seggio in Regione per il Movimento Sociale e da lì raggiunse il Parlamento; all’apice della carriera politica gli chiesero cosa volesse e lui rispose “fare il sindaco nella mia città”. Accontentato, si candidò e vinse: a gettarlo nel limbo per oltre dieci anni fu una frase rubata da Striscia la Notizia detta a Renata Polverini appena eletta Governatore del Lazio: “Ricordati di mia figlia” scrissero loro, tutto falso.

Due anni fa è stato riabilitato: è tornato in pista; l’hanno ricandidato sindaco. Dall’altra parte c’era Damiano Coletta, il civico che la destra l’aveva già battuta; con Zaccheo c’era Claudio Fazzone: quello al quale (nella stessa registrazione di Striscia) chiedeva a Renata Polverini di non appaltare la politica pontina. Il centrodestra ha vinto le elezioni, Zaccheo non è stato eletto sindaco. Si chiama ‘anatra zoppa‘.

Ora Vincenzo Zaccheo finisce al centro di un fitto corteggiamento. Politico.

Il corteggiamento a Zaccheo

Vincenzo Zaccheo

A lanciare il corteggiamento è il Coordinatore provinciale di FdI, il senatore Nicola Calandrini. Che con un gesto improvviso ha inviato un appello aperto non solo all’ex sindaco del capoluogo pontino, ma soprattutto a “Latina nel cuore. Ovvero a quella lista nata e cresciuta fuori dai Partiti ma attorno a Zaccheo: che nel 2021 dal nulla riuscì a ottenere 5.815 voti e ben il 9,75%, portando in Consiglio comunale quattro consiglieri: Renzo Scalco (992 preferenze), Dino Iavarone (415 voti), Alessio Pagliari (415 voti), Mario Faticoni (397 preferenze), e che vide tra i candidati “eccellenti” anche l’ex Pd Fabrizio Mattioli.

Lista da cui esponenti mosse poi il famoso ricorso contro l’esito del primo turno, che condusse alla rinnovazione delle elezioni in sole 22 sezioni su 116 nel settembre scorso.

Calandrini ne fa un discorso non tanto velato: chiarisce come «il momento è di gran lunga più dirimente di legittime aspirazioni, personalismi e rivendicazioni. Per riconquistare il governo della città di Latina, occorrono l’esperienza e il contributo di personalità rilevanti nel tessuto sociale e politico della nostra città». E, tra queste, «il centrodestra e Fratelli d’Italia non possono prescindere anche dalla storia e dall’esperienza di Vincenzo Zaccheo che incarna un parte importante della storia della destra politica della nostra provincia».

Zaccheo, vieni con noi

Nicola Calandrini

Dunque, «a Zaccheo e alla comunità umana e politica che egli rappresenta, rivolgo l’invito ad essere al nostro fianco in questo appuntamento capitale per le sorti non soltanto della nostra città, ma dell’intera provincia pontina. Il riconoscimento va a lui e a Latina nel Cuore, quella esperienza politico-amministrativa messa in campo in poche settimane dallo stesso Vincenzo Zaccheo e che ha raccolto il 10% dei voti».

Il 10%, appunto. Che può far comodo. La mossa di Calandrini sembra voler essere rivolta a non disperdere quel 10%. Ma, soprattutto, sembra rivolta a farlo confluire in FdI. Zaccheo candidato? Difficile da immaginare: è stato sindaco, e prima ancora deputato, consigliere regionale, consigliere comunale. Per lui significherebbe tornare indietro di molti anni, all’inizio della sua carriera politica. E, nei convulsi mesi della consiliatura 2021, in cui ha avuto il suo seggio in assise, è spesso sembrato stargli molto stretto il ruolo di consigliere. In una parola, sembrava spesso “mordere il freno”.

La mossa di Calandrini è stata concordata con gli alleati? No, questo appare evidente. Calandrini parla, nella nota, sempre di “centrodestra” e della “nostra coalizione“, ma non nomina mai gli alleati, e d’altronde è solo lui a firmare l’appello. Ed è noto come, nelle convulse settimane di agosto 2021 che condussero alla fine alla scelta di Zaccheo come candidato sindaco, non tutti fossero d’accordo sul suo nome. Con Claudio Fazzone che poi disse chiaramente: «Era l’unico candidato possibile in quel momento». Questo, a causa di tutti i veti incrociati sugli altri nomi. La mossa di Calandrini era dunque quella di avere Zaccheo come “nume tutelare”, o come “padre spirituale”? O non è forse una mossa per ricondurre nell’alveo di FdI quei 5.800 voti, prima che altri possano puntarli?