La Notte di Tolkien ed il mistero della ‘Regula’ di Alatri

La seconda edizione de "La Notte dell'Anello". Nomi nazionali per un dibattito riservato agli 'eletti'. Da Andrea Monda a Adriano Monti Buzzetti. Per scoprire che Alatri ha il mistero della sua Regula. "Se San Benedetto è il padre dell'Europa, Alatri è almeno la madre o la culla".

L’associazione Radici ha alzato il tiro: la seconda edizione de “La Notte dell’Anello“, che si è svolta ad Alatri nelle giornate di venerdì 5 e sabato 6 luglio, ha ospitato nomi di rilevanza nazionale. Da Andrea Monda, che papa Francesco ha scelto a dicembre scorso per dirigere il nuovo corso de L’Osservatore Romano dopo avergli affidato i testi della Via Crucis di due anni fa, ad Adriano Monti Buzzetti, che si occupa di cultura per il Tg2: la mastodontica opera letteraria di J.R.R. Tolkien, che è poi l’argomento di questa kermesse destinata a divenire un appuntamento fisso dell’estate alatrense, è stata analizzata sotto ogni suo aspetto.

Il professor Gabriele Ritarossi, che è il condottiero del nutrito gruppo di giovani e meno giovani che fanno parte della realtà associativa, può ritenersi soddisfatto. La suggestione che gli organizzatori andavano cercando è stata trovata. I bracieri accesi durante l’inaugurazione sono bastati da soli a raccontare come l’allegoria sulla speranza, mai come in questi tempi, serva a una Ciociaria che – come lo stesso direttore Andrea Monda ha notato – si presta bene alla rappresentazione della contea tolkeiniana.

Il direttore del quotidiano edito dalla Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede ha incontrato i libri dello scrittore britannico quando la cinematografia non aveva neppure immaginato di portare sul grande schermo il “Signore degli Anelli” prima e “Lo Hobbit” poi. Sentendolo parlare, si percepisce come Tolkien, per il professor Andrea Monda, non sia altro che “un amico” oltre che un “maestro”.

«C’è una somiglianza – come ha fatto notare il vertice dei” giornalisti vaticani”all’interno del suo lungo intervento – tra la “vita balconeata”, cioè l’atteggiamento passivo che molti uomini occidentali hanno assunto di questi tempi rispetto all’esistenza, e la cifra stilistica degli Hobbit». Quando il pontefice argentino invita la Chiesa ad uscire da se stessa, contrasta anche la tendenza di chi, evitando qualsiasi imprevisto, si rifiuta di incombere in incidenti, quindi in imprevisti, che però rimangono gli unici episodi in grado di riempire di significato i percorsi sulla terra degli esseri umani. La stessa che altrimenti rimane, appunto, “balconeata”. Questo, in sintesi, costituisce il succo del discorso fatto da un letterato che, fino a qualche tempo fa, faceva “solo” il professore di Religione.

Curioso, spulciando nella biografia del primo ospite di peso de “La Notte dell’Anello“, notare come il direttore abbia scritto anche un libro sulla musica di Bruce Springsteen.

Ad Adriano Monti Buzzetti, che è stato introdotto dal giovane Francesco Severa e poi intervistato dal professor Giovanni Sessa, è toccato il compito di ripercorrere il concetto di “speranza” nella singolare e travagliata vicenda di un filologo nato in Sud Africa e morto nel Regno Unito: J.R.R. Tolkien è rimasto orfano di madre e di padre molto presto. A dodici anni, quello che poi sarebbe diventato il padre del fantasy occidentale, aveva già fatto un bagno nel dolore.

Poi la guerra ci ha messo del suo, con quella battaglia delle Somme che ha inciso, e non poco, sulla produzione letteraria che avrebbe preso forma di lì a poco.

Ma c’è stato anche modo di citare la complessa vicenda amorosa, tutta centrata sulla lontananza, che in qualche modo è stata riportata nel romanzo “Beren e Luthièn“. Si pensi, in relazione all’influenza che il secondo conflitto bellico ha avuto nella mente dell’autore inglese, alla cavalcata dei Rohirrim.

L’associazione Radici, da due anni a questa parte, ha messo in moto una serie di meccanismi in grado di condurre all’ombra delle mura ciclopiche personaggi di questo tenore. Loro usano dire che preferiscono questo genere di iniziative rispetto alle sagre di paese o alle due giorni sul cibo di strada. Sono scelte. Poi spetta alla cittadinanza condire il tutto con una partecipazione, che in questo caso è stata tangibile.

Da Ettore Gotti Tedeschi a Marcello Veneziani, passando per tanti esponenti del mondo pro life e pro family: il taglio dato dai giovani associati di Radici è certamente di stampo conservatore, ma il fine sembra quello di far sì che Alatri possa tornare centrale nel dibattito provinciale culturale, prescindendo dalle logiche di parte

Tra le tante attività secondarie, spicca di sicuro il dibattito sull’attualità del pensiero e della regula dei monaci benedettini. L’avvocato Remo Costantini ne ha parlato con Federico Iadicicco e con Gabriele Ritarossi stesso durante una delle prime conferenze. Bene, il primo nome che vi abbiamo fatto, nel caso foste di Alatri, vi dirà più di qualcosa: è stato assessore alla Cultura prima e al Bilancio dopo ai tempi della Giunta del sindaco Costantino Magliocca. Poi ha deciso di tirarsi fuori dall’agone politico. Ma la tesi presentata qualche giorno fa merita di essere rimarcata.

L’intuizione l’aveva avuta don Giuseppe Capone, lo storico che è deceduto nel 2009, dopo essere stato il rettore del seminario alatrino. Il punto è che la Regula Magistri – sostiene l’avvocato Remo Costantini sulla scia di Capone – è stata scritta presso la Badia di San Sebastiano ad Alatri. Attenzione: non si tratta della regula di Benedetto: quella è un’altra. La Regula Magistri costituisce la base giuridica sulla quale sono state costruite, poi, le successive strategie normative della vita monastica occidentale.

La questione meriterebbe un’analisi ben più approfondita, ma per ora ci limitiamo a segnalare come le dichiarazioni dell’ex assessore Costantini, che si basano su studi molto approfonditi, abbiano suscitato un certo fermento dialettico: “Se San Benedetto è il padre dell’Europa, Alatri è almeno la madre o la culla“. Difficile dirlo meglio di così.

La seconda edizione de “La Notte dell’Anello” va in soffitta, ma in preparazione c’è la terza riproposizione di un appuntamento che dà anche la possibilità agli artisti locali di esibirsi in piazza. La cultura hobbit fa della festività un mantra ineluttabile. Tanto per dare ragione, ancora una volta, al professor Andrea Monda, quando accosta i ciociari e più in generale l’uomo contemporaneo all’invenzione più originale dell’universo tolkeiniano. 

A.A.