La parabola di Gina Cetrone, da Consigliere regionale all’Antimafia

Da consigliere Provinciale ad esponente regionale eletto nel listino di Renata Polverini. La storia politica di Gina Cetrone, arrestata oggi con l'accusa di avere fatto reclamare dei soldi usando 'metodi mafiosi'

Minacciava una nuova marcia su Roma per difendere gli ospedali di Terracina e Fondi. Denunciava “anonimi atteggiamenti d’intimidazione malavitosa, con il recondito scopo di fermare la mia volontà”. La polizia è convinta che invece a minacciare fosse lei attraverso personaggi della malavita pontina. Per questo l’ex consigliere regionale del Lazio Gina Cetrone è stata arrestata in mattinata.

La cronaca

Gina Cetrone Foto © Carlo Carino / Imagoeconomica

C’è il suo nome nell’ordinanza firmata dalla Procura della Repubblica ed eseguita oggi dalla Squadra Mobile di Latina. Cinque provvedimenti. Accuse che variano, a seconda dei casi, dall’estorsione all’illecita concorrenza, dalla violenza privata fino alla circostanza aggravante del metodo mafioso.

Fatti di quasi quattro anni fa: il periodo è tra maggio e giugno 2016. C’è la dichiarazione di due collaboratori di giustizia a mettere il sostituto procuratore Antimafia Michele Prestipino sulle tracce di Gina Cetrone. Sono Renato Pugliese e Riccardo Agostino a raccontare alcuni degli elementi sui quali si basa il provvedimento che oggi ha portato i carcere l’esponente politico pontino insieme al marito Umberto Pagliaroli e ad Armando Lallà Di Silvio, Gianluca e Samuele Di Silvio.

Gli indizi e le fonti di prova raccolte dalla Procura sono stati vagliati dal giudice Antonella Minunni. Che ha controfirmato la misura cautelare del carcere. 

Per un pugno di euro

C’è un pugno di migliaia di euro al centro dell’indagine. Un credito che Gina Cetrone ed Umberto Pagliaroli dovevano avere da un imprenditore di origini abruzzesi. Una storia di forniture in vetro effettuate dalla VetrItalia Srl societa’ a loro riconducibile” scrivono i magistrati. Stanchi di aspettare, forse convinti che l’abruzzese avesse tentato di truffarli, “avrebbero richiesto l’intervento di Samuele e Gianluca Di Silvio insieme ad Agostino Riccardo, per la riscossione del credito, previa autorizzazione di Armando Lallà Di Silvio, capo dell’associazione”. 

Gina Cetrone in Consiglio Regionale del Lazio

Storie di mafia? No, storie di metodi che il Codice classifica come mafiosi. In pratica, stando al provvedimento d’arresto, Gina Cetrone e Pagliaroli convocano l’imprenditore per reclamare il pagamento del vetro fornitogli ormai da tempo; lui però non ne vuole sentire di staccare l’assegno e loro gli impediscono di risalire in macchina ed andare via.

Dopo poco tempo arrivano sulla scena Riccardo ed i due Di Silvio: che “lo hanno minacciato, prospettando implicitamente conseguenze e ritorsioni violente nei suoi confronti”. Stando alle indagini, l’indomani la fattura viene onorata: l’imprenditore ‘si convince’ ad andare in banca e bonificare 15mila euro a favore della Vetritalia. Più altri 600 euro liquidi che vengono consegnati ‘per il disturbo‘ ai tre signori che la sera precedente gli avevano fatto vedere le cose sotto una luce diversa. 

Illeciti nelle elezioni

Non è tutto. Sfogliando il provvedimento si scopre che la magistratura ipotizza anche illeciti connessi a competizioni elettorali nella provincia di Latina.

Ipotizzano gli uomini della Squadra Mobile di Latina coordinati dall’Antimafia di Roma, che Agostino Riccardo e Renato Pugliese avrebbero impedito la copertura dei manifesti della candidata Gina Cetrone durante le scorse elezioni comunali di Terracina. Avrebbero costretto il personale del servizio affissioni ad attaccare i manifesti degli altri candidati solo in spazi e luoghi determinati. In modo che i manifesti di Gina Cetrone rimanessero sempre visibili.

L’ex consigliere regionale Pdl e il marito, come riportato nell’ordinanza, avevano allacciato un accordo con il clan Di Silvio. In cambio di 25mila euro si sarebbe attivato affinchè la candidatura della donna a sindaco di Terracina avesse il massimo della visibilità alle elezioni.

Gina Cetrone

Una visibilità da ottenere “tramite affissione anche abusiva” dei manifesti elettorali di Cetrone “a scapito di quelli degli altri candidati“. Nel provvedimento cautelare si fa riferimento all’episodio di violenza messo in atto ai danni di addetti al servizio di affissione. “Fateve il lavoro vostro e noi ci famo il nostro… non mi coprite Gina Cetrone senno’ succede un casino“. La frase viene attribuita a Riccardo Agostino, poi collaboratore di giustizia, e viene poi confermata in un interrogatorio del 16 luglio 2018. 

Una lunga carriera

Gina Cetrone è una delle figure più note nella politica di Terracina. In città è nata ed ha sempre abitato, ha frequentato le scuole: dalle elementari fino al diploma di Ragioneria. Lì ha la sua impresa.

In politica ci entra nel 2009: è il periodo in cui ci sono ancora le elezioni Provinciali con il metodo tradizionale. Lei si candida nel collegio 24 Priverno – Roccagorga. Lista civica Cusani con il giovane avvocato Armando Cusani come presidente della Provincia. Gina viene eletta dall’alto di 631 preferenze, direttamente alle spalle del più votato Fabio Martellucci che con il simbolo del Popolo delle Libertà ha raccolto 2155 voti.

Gina Cetrone

Entra in Provincia ed il presidente Cusani le assegna la delega al Marketing e Promozione del Territorio. Promuove i prodotti e le eccellenze della provincia di Latina in giro per il Lazio e le varie fiere in Italia.

Alle elezioni Regionali di marzo 2010 è schierata a sostengo dell’elezione di Renata Polverini: non ha bisogno di preferenze perché è inserita nel listino che entra in automatico assieme al candidato Governatore che vince. Una volta approdata all’Aula della Pisana si iscrive al gruppo del Pdl guidato a quel tempo da Franco Fiorito.

A distanza di tre anni passa con i Fratelli d’Italia, sono loro a metterla in lista nella tornata scaturita dalle dimissioni della Governatrice a seguito dello scandalo sulla gestione dei fondi ai Gruppi consiliari. Ottiene ben 4mila preferenze ma non bastano per essere rieletta.

Nel 2015 lancia la sua candidatura a sindaco di Terracina. È quella alla quale ora fanno riferimento le indagini.

Con Toti

Negli ultimi tempi si era avvicinata al movimento Cambiamo di Giovanni Toti. In molti ritengono che sia una dei vertici regionali, in realtà – come spiega il governatore della Liguria – Gina Cetrone non ha mai ricoperto incarichi nazionali e regionali all’interno di ‘Cambiamo’ ma ha semplicemente fornito la propria disponibilita’ a collaborare sul territorio provinciale di Latina”.