Il presidente della Regione sarà uno dei protagonisti assoluti del Pd in avvicinamento alle politiche e alle regionali. In Ciociaria la classe dirigente del fa diretto riferimento a lui, eppure nessuno trova una soluzione per unire il centrosinistra nel capoluogo.
Nella recente intervista al direttore de Il Messaggero, nella quale ha annunciato primarie e Campo largo per la scelta del candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, Nicola Zingaretti per la verità ha detto anche altro. Per esempio: “Non sopporto i politici che quando prendono un incarico già pensano a quello che dovranno fare dopo. Finito l’incarico, vedremo: facciamo bene il nostro lavoro, poi quello che farò lo decideremo insieme”. (Leggi qui Zingaretti lancia le Primarie per scegliere il suo erede).
Segnali amministrativi e politici
Tra poco più di un anno Zingaretti concluderà i dieci anni alla guida del Lazio. I risultati amministrativi sono stati tanti, il più importante dei quali è l’uscita dal commissariamento sulla Sanità. Ma sul piano politico Zingaretti ha davvero lasciato un segno indelebile: l’intesa con il Movimento Cinque Stelle ha anticipato la linea nazionale del fronte progressista.
In questi anni è stato anche segretario nazionale del Pd, carica che ha lasciato più o meno un anno fa in polemica con lo strapotere delle correnti. Anche Zingaretti però sa che la prossima tappa sarà quella della candidatura al Parlamento. Camera o Senato. Con ottime possibilità di poter fare il ministro qualora dovesse vincere la coalizione progressista.
Lo spettro dell’effetto Monti
Al Nazareno in questi giorni si aggira lo spettro di una situazione che il Pd ha già vissuto, quella del sostegno a Mario Monti, sostegno pagato con un salasso in termini di voti decisamente impressionante. Quello che portò alla “non vittoria” di Pierluigi Bersani.
Ma l’attuale segretario Enrico Letta è convinto che l’appoggio a Mario Draghi darà invece slancio ai Democrat. Perfino nelle urne. Nicola Zingaretti sarà uno dei protagonisti della fase che si concluderà tra un anno. Insieme a Enrico Letta e all’intero gruppo dirigente del Pd. Quando si parla di Campo largo non si può non ricordare che tutto è nato con la Piazza Grande che ha incoronato Nicola Zingaretti alla guida del Partito.
A Frosinone c’è un gruppo dirigente che continua ad avere nel presidente della Regione il punto di riferimento. Lo è per il Segretario provinciale Luca Fantini, lo è per il leader Francesco De Angelis, lo è per i consiglieri regionali Mauro Buschini e Sara Battisti. E siccome l’appuntamento politiche-regionali sarà doppio e contemporaneo, le strategie saranno definite insieme. Intanto però tra pochi mesi si vota a Frosinone e il centrosinistra è in alto mare. Ma la cosa che maggiormente stupisce è che nessuno sembra voler risolvere la situazione.