La pazzia di uccidere nella culla i progetti come Fiuggi

C'è un morbo di pazzia che si è impossessato di questo territorio. E che lo porta ad avvelenare tutti i suoi progetti di rilancio. L'ultimo inserito nell'elenco è quello per rimettere Fiuggi al centro.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Conquistò le prime pagine dei giornali alcuni anni fa. Si chiamava morbo di Creutzfeldt-Jakob ma siccome il popolo non indossa il camice bianco ed ha bisogno di cose più semplici, i giornalisti lo resero famoso con il nome ‘Morbo della Mucca Pazza‘. Per farla breve: si trattava di un morbo che conduceva alla pazzia progressiva e soprattutto fatale.

I due scienziati che la studiarono  Hans Gerhard Creutzfeldt ed Alfons Maria Jakob, scoprirono che derivava dalle mucche che noi mangiavamo allegramente sotto forma di bistecca. Ai bovini l’avevamo indotta noi quella malattia: facendogli fare una cosa che non era naturale, in pratica li alimentavamo con mangimi che derivavano dalle carcasse di altre mucche. In pratica, mucche che mangiavano farine di mucche: che l’organismo andasse in cortocircuito generando un morbo era prevedibile.

La provincia contronatura

C’è un morbo analogo a quello scoperto da Creutzfeldt-Jakob che si aggira ormai da anni in provincia di Frosinone. Un morbo che conduce a profili di follia peggiori della demenza. Se ci pensiamo bene, la causa potrebbe essere la stessa: questa è una terra che non esisteva e la misero insieme a forza: fondendo la provincia di Terra di Lavoro e ciò che restava dei possedimenti pontifici nella provincia di Campagna e Marittima. Una fusione tra regnicoli e papalini per creare una provincia dalle due identità come ha ben spiegato in un magistrale articolo il nostro Fernando Riccardi.

Solo così si riesce a spiegare un provincia che sviluppa una straordinaria abilità nell’autodistruggersi. In ogni modo. Colpendo se stessa, la propria economia, tutti i suoi fattori di crescita, la sua reputazione.

Una provincia che si crea da sola l’appellativo ‘La Valle dei veleni‘ per descrivere l’area della Valle del Sacco, attirando così le telecamere della trasmissione tv Le Iene che conducono un’inchiesta. Ma poi, al momento di analizzare le mozzarelle prodotte in quell’area i laboratori contattati da Le Iene rivelano che non c’è nessun veleno ed i nostri prodotti sono genuini. Chi verrebbe mai a passare una settimana di vacanze nella splendida Valle dei Veleni? Chi comprerebbe mai una genuina caciotta o un prosciutto fatto lì dove noi stessi esageriamo la situazione e diciamo che c’è una specie di Icmesa di Seveso?

Masochismi sospetti

Il personale della Saf di Colfelice

In questa terra c’è gente scesa in piazza per impedire che a Colfelice si realizzasse lo stabilimento pubblico Saf. Quello che fino ad oggi ha impedito alle bollette dei rifiuti d’arrivare a livelli stellari: perché le nostre immondizie ce le lavoriamo da noi, in un impianto pubblico. Dove ogni sindaco è socio ed ha il diritto di entrare in ogni momento. Non le affidiamo né a privati né alle ecomafie.

Perché grazie a quell’impianto non abbiamo avuto i collassi che invece hanno vissuto metropoli ben più grandi della piccola Ciociaria. Napoli e Roma hanno avuto in epoca molto recente la monnezza fino ai balconi. Noi la avemmo a fine Anni ’80 . Poi ci fu un giovane avvocato di nome Francesco Scalia e fece la Saf. Ma a quell’epoca nelle strade venivano impiccati e bruciati i manichini con il nome di Scalia.

A chi conveniva mandare i rifiuti nelle discariche dei clan? A chi conviene tenere turisti ed investitori lontani dalla Valle del Sacco?

Stiamo facendo la stessa cosa con i biodigestori: pentole a pressione dove si mettono gli avanzi delle cucine e le erbe tagliate dai prati e dalle cunette per prendere tutto il gas della fermentazione. Con una parte ci si fanno le bollicine che beviamo nelle birre e nelle bibite, con una parte ci si fanno camminare i bus, le auto e si riscaldano gli impianti. Da noi c’è chi scende in piazza, non si sa bene a nome di chi, per non farli. A nord non si fanno problemi. Infatti qui chiudono le fabbriche perché non c’è il gas mentre a nord la produzione va avanti.

A chi conviene?

Da Catalent a Fiuggi

Questa è una terra che vede sospetti dappertutto. E in parte fa bene. Perché è stata stuprata da avvelenatori senza scrupoli. Negli Anni ’90 quando non c’erano più spazi nella Terra dei Fuochi s’erano riversati in Ciociaria gli stakeholder a caccia di terreni e fabbriche abbandonate. Da riempire con scorie spesso tossiche e monnezza ordinaria. Le coordinate e le generalità le catalogarono con pazienza certosina i carabinieri del capitano Giuseppe Pinca dell’Operativo di Frosinone.

Ma questa è una provincia strabica. Perché all’epoca non vedeva, punta il dito sugli avvelenatori adesso che quella stagione si è conclusa. i numeri di oggi raccontano un’altra storia e parlano chiaro: clan, famiglie, ndrine e mammasantissima di ogni specie riciclano qui i loro soldi. Spesso in attività poco limpide. Ma ci sono ambientalisti che si girano dall’altra parte. Perché ‘tengo famiglia‘. Chi non fu sordo a quei segnali era un prefetto che si chiamava Ignazio Portelli: non sta più da queste parti.

La sede Catalent ad Anagni

Così come non sta più da queste parti la multinazionale del farmaco Catalent. O meglio: ci sta, infiala un po’ di vaccini e tra poco li metterà direttamente dentro le siringhe. Robbetta rispetto al polo di ricerca europeo da 100 milioni di euro che voleva fare ad Anagni. Gli hanno fatto aspettare due anni per le autorizzazioni: fino a quando l’allora premier Boris Johnson si è accorto di avere un problema in Oxfordshire ed ha chiesto a Catalent di metterci una pezza. Come? Spostando lì a casa quel maxi progetto anziché farlo in Ciociaria. Chiesto, fatto, ciao Anagni. E magicamente due settimane dopo la partenza degli inglesi è arrivata l’autorizzazione per l’ampliamento di Anagni. Com’era quell’espressione: “Chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”?

Da Fiuggi a non si sa dove

Fiuggi è stata una perla del turismo europeo. Ad inizio Novecento il mondo della Cultura continentale si vedeva a Fiuggi. La Regina Elena portava i bambini in quello che oggi è il Palazzo della Fonte.

Inutile perdere tempo a raccontare ascesa e declino del termalismo italiano, fatto di carrozzoni scassati e fuori asse spinti con le ricette mediche fatte ai dipendenti statali bisognosi d’un periodo di cure a carico dello Stato. La sostanza è una sola: due anni fa le terme di Fiuggi erano al tribunale fallimentare di Frosinone. Ora stanno in mano alle crema dell’imprenditoria nazionale che ha sangue locale. Come Maurizio Stirpe vice presidente di Confindustria, Gianfranco Battisti ex Amministratore delegato di ferrovie dello Stato Italiane, Francesco Borgomeo di Saxa Gres. Con loro c’è Nicola Benedetto, imprenditore materano con interessi nell’editoria: ha una quota ne La Verità ed in Panorama. (Leggi qui: Fine della Belle Epoque: Fiuggi sceglie il 4.0).

Venerdì il sindaco di Fiuggi ha annunciato che la Guardia di Finanza è passata a prendere le fotocopie degli atti con cui c’è stata le cessione delle terme dal Comune ai Privati. (Leggi qui: Se quattro industriali sono più forti di tutti i candidati).

Non c’è un indagato, non c’è un’accusa

Il sindaco Alioska Baccarini

Come riferisce Il Fatto QuotidianoIl fascicolo è senza indagati e senza ipotesi di reato, nato da un esposto anonimo”. Eccolo qui il morbo di Creutzfeldt-Jakob che sta ammazzando la provincia di Frosinone.

Chi ha mosso le accuse? Nessuno, un anonimo. Però sono “ben circostanziate”. Giusto indagare. Ma… siccome la vendita non è stata fatta di nascosto dentro la cantina del Comune di Fiuggi ma tutto è stato pubblicato e la procedura ha avuto un’evidenza europea, come mai il signor Anonimo ha sentito la necessità di circostanziare tutto questo proprio adesso?

Perché sono i tempi a rendere tutto più sospetto. Se Anonimo avesse voluto sventare un crimine, come mai non ha scritto prima che a gennaio avvenisse l’assegnazione definitiva? Chi aveva vinto la gara era pubblico già da mesi, gli atti sono pubblici da mesi, proprio per assoluta chiarezza e trasparenza. Perché Anonimo non ha impedito l’assegnazione ma ha parlato solo dopo la formalizzazione?

Gli interessi di Anonimo su Fiuggi

La conferenza nel municipio di Fiuggi

Chiaro perché è Anonimo. Se è vero allora è un complice: perché sapeva, non ha agito e con il suo silenzio ha consentito il reato. E se non è vero? A voler giocare al complottismo si farebbe presto. C’è un sindaco Alioska Baccarini che ha guidato l’operazione Privatizzazione come promesso nel suo programma elettorale e tra meno di cento giorni va al rinnovo. C’è un vice presidente di Confindustria che è tra i più stimati in Italia per la sua capacità di relazione con il mondo sindacale ed imprenditoriale: anche Maurizio Stirpe tra poco va a rinnovo.

Anonimo se voleva evitare un crimine poteva parlare prima. Se voleva mettere in moto una macchina del fango lo dira ora la Procura di Frosinone: che non ha formulato ipotesi di reato e non ha iscritto indagati.

Il morbo dei Tafazzi

Il personaggio di Tafazzi

Nel frattempo? Nel frattempo qualcuno si è domandato se potrebbero esserci conseguenze sull’atteggiamento delle banche di fronte ad un maxi progetto di investimento da decine di milioni di euro? Destinato a rivoluzionare Fiuggi e rilanciare la sua economia, quella del suo circondario. E soprattutto a modificare gli assetti del termalismo nazionale.

Qualcuno si è domandato se potrebbero esserci conseguenze sull’atteggiamento degli eventuali azionisti disposti ad entrare in un progetto più diffuso? Esattamente le stesse remore a venire a farsi una vacanza nella Valle dei Veleni.

Non bisognava denunciare? Bando alle ipocrisie: il signor Anonimo o è un criminale che sapeva ed ha lasciato che tutto avvenisse al solo scopo di poter poi distruggere i suoi avversari, politici o economici. Oppure è un criminale calunniatore inquinatore di pozzi. Ed in entrambi i casi, a pagare il conto dei suoi sporchi interessi sarà il territorio.

La conseguenza sarà continuare a tenere alla larga chiunque abbia avuto in mente di venire ad investire su questi territori. L’altra sarà quella di far venire qualche dubbio anche a chi è di questi territori ed aveva deciso di continuare a scommettere qui.

Sta qui la pazzia. Più di quella scoperta Creutzfeldt-Jakob.